San Camillo patrono della Sanità Militare: le celebrazioni del 40° al “Celio” di Roma

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La reliquia del cuore di San Camillo
La reliquia del cuore di San Camillo
La reliquia del cuore di San Camillo

Quarant’anni fa, il 27 marzo 1974, san Camillo de Lellis veniva proclamato da Papa Paolo VI patrono particolare della Sanità Militare. In occasione di questo anniversario – informa un comunicato stampa – il Policlinico militare “Celio” di Roma organizza tre giorni di celebrazioni, in collaborazione con l’Ordine dei Ministri degli Infermi.

Si comincerà mercoledì 26 marzo, alle ore 9:00, con l’accoglienza della reliquia del cuore di san Camillo, a cui seguirà una conferenza su “San Camillo ieri e oggi”, tenuta dal vicario generale dell’Ordine padre Paolo Guarise. Alle ore 15.00 il direttore del Centro diocesano per la pastorale sanitaria di Roma, monsignor Andrea Manto, presiederà una celebrazione eucaristica; alle ore 20:30 è prevista una veglia di preghiera. Giovedì 27 marzo, alle ore 11:00, sarà l’arcivescovo Ordinario militare per l’Italia monsignor Santo Marcianò a celebrare una messa solenne, mentre nel pomeriggio la reliquia andrà in processione per le corsie dell’ospedale. Le celebrazioni, che si inseriscono nel quarto centenario della morte di san Camillo, si concluderanno venerdì 28 marzo, quando in mattinata la reliquia del cuore lascerà il Policlinico “Celio” per raggiungere l’ospedale “San Giovanni” di Roma.

Mons. Santo Marcianò, Ordinario militare per l'Italia
Mons. Santo Marcianò, Ordinario militare per l’Italia

Di seguito, il comunicato riporta il messaggio che nel 40° anniversario della proclamazione di san Camillo de Lellis a patrono della Sanità Militare, l’arcivescovo Ordinario militare per l’Italia, mons. Santo Marcianò, ha inviato alle Forze Armate: “Tra i Santi che la storia militare ci pone dinanzi come modelli e guide nel cammino di maturazione umana e cristiana, quest’anno ci è dato di ricordare con particolare intensità San Camillo, morto da 400 anni e 40 anni fa, il 27 marzo 1974, proclamato Patrono della Sanità Militare. Il suo è un messaggio di conversione: dal servizio militare al servizio ai malati; da una vita mondana ad un’esistenza spesa per coloro i quali, piagati nel corpo o nello spirito, diventarono per lui immagine di Cristo che dice: «Ero malato e siete venuti a visitarmi» (cfr. Mt 25,36). Nella storia di San Camillo si coglie come sia stata la sofferenza a far esplodere la conversione e, di conseguenza, la vocazione: una sofferenza che egli visse in prima persona, afflitto da una piaga inguaribile che lo portò a sperimentare la durezza dell’ospedale; una sofferenza che, proprio in quella durezza, aprì i suoi occhi e squarciò il suo cuore sul dolore degli altri. Egli comprese, così, che il dolore umano aveva bisogno non solo di “cure” ma di “cura”, di vicinanza, di dedizione… di dono della vita. E, per donare la vita secondo la strada che il Signore gli indicava, fu pronto a lasciare la sua vita per mettersi a servizio della vita dei sofferenti. Sì, «a servizio»! In questo servizio si nasconde il segreto della conversione, della maturazione, della piena umanità e della concreta e grande santità di Camillo de’ Lellis. E in questo servizio si nasconde il segreto e la strada che sono chiamati a seguire gli operatori della sanità militare. Come noi, San Camillo era abituato al «servizio» militare: è bella questa espressione che, in fondo, ci fa pensare a come questo servizio l’abbia, forse, educato, maturato, preparato ad accogliere quella conversione che il Signore, attraverso la sofferenza, ha fatto poi esplodere in lui. Cari amici, mi convinco sempre di più di quanta possibilità e capacità di reale «servizio» – dei poveri, degli ultimi, dei sofferenti – sia racchiusa nella vita dei nostri militari. E penso che, in esso, proprio il mondo della sanità possa testimoniare e indicare un ulteriore servizio, una maturazione nel servizio, una pienezza del servizio. Dunque, una conversione! Il «servizio» di voi operatori sanitari – lo sapete bene – diventa pieno, reale, addirittura santificante quando non si ferma a soccorrere le malattie o a elargire le cure, ma quando vi mette a contatto con chi soffre, squarciando i vostri cuori su una realtà tanto semplice quanto straordinaria: la consapevolezza di avere dinanzi un essere umano, nella sua fragilità e nella sua grandezza, che domanda cura, vicinanza, dedizione e dono della vita. Voi avete il privilegio e la responsabilità di percorrere questa via e, in certo senso, di insegnarla a tutti noi che, come San Camillo, prima o poi veniamo a contatto con la sofferenza, personalmente o attraverso lo stesso servizio militare. È una via di umanizzazione, è una via di evangelizzazione! Il segreto della conversione di S. Camillo è, semplicemente, la carità che vede in ogni creatura umana il volto di una persona, lo stesso Volto di Cristo, da difendere e promuovere, da amare e servire. È a questa «conversione» che il «servizio» militare può e deve preparare, chiamare e spingere anche noi, perché il nostro mondo, e tutto il mondo con cui veniamo a contatto, sia sempre più illuminato da quel «servizio alla vita» che spalanca vie di pace, di gioia, di santità.”

Il comunicato si conclude con la benedizione dell’Arcivescovo: “Che San Camillo ci mostri la via di questo servizio e ottenga a tutti noi di percorrerla! Vi benedico”.

+ Santo Marcianò, Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia

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