Sulle orme di S. Francesco / “Siate misericordiosi come il padre”: due educatori diocesani Acr raccontano il campo specializzato di Assisi

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Nella storia dell’uomo, da sempre, il viaggio rappresenta un momento importante. Ogni antica civiltà fondava il proprio potere  e la propria forza sulla capacità di avviare e mantenere rapporti con culture diverse: economia, nuovi  materiali, idee, conoscenze e cultura erano il bagaglio di ritorno. Dal viaggio si attingeva la forza giusta per scoprire la propria identità rielaborando e meditando tutto ciò che si era appreso.

Dal 1 al 6 agosto 2015 si è svolto il campo specializzato per educatori Acr (Azione Cattolica dei Ragazzi) ad Assisi  dalcampo assisi (1) tema “Siate Misericordiosi come il Padre” in preparazione all’anno giubilare straordinario della Misericordia.  Anche per 150 educatori Acr provenienti da tutta l’Italia questo viaggio è stato una riscoperta della propria identità, essere cioè in missione nella Chiesa. Un tuffo nella misericordia della Bibbia, e in particolare nel Vangelo, è stato introdotto dal mons. Mansueto Bianchi , assistente generale dell’Azione Cattolica Italiana.  Il vescovo, prendendo in particolare riferimento il brano dell’evangelista Luca, ha parlato della conversione di Zaccheo che accoglie con gioia Gesù, non solo in casa ma “nel cuore che si allarga sempre di più, che lascia indietro il suo essere e il giudizio della gente, ad una vita nuova”.  “La misericordia non è una giustizia con lo sconto, comprende tutta la giustizia e la supera: ti permette di incontrare la verità come una verità amica. Perciò essere misericordiosi non vuol dire navigare nella nebbia ma aprire con pazienza e tenacia percorsi nella nostra vita è in quella degli altri che ci consegnino alla verità del Vangelo”. Fra Helmut Rakoswki (cappuccino, officiale del Pontificio consiglio per la promozione della nuova  evangelizzazione) ha esposto  come questo anno straordinario della Misericordia indetto da Papa Francesco si colloca in un tempo ben preciso nella storia della Chiesa: a cinquant’anni dal Concilio Vaticano II. L’evoluzione e la trasformazione della società in corso ha portato il Papa ad indire un anno della Misericordia, non come sua invenzione, ma come un bisogno, perché la Chiesa sia manifestazione dell’Amore di Dio ricco di Misericordia: “Se abbraccio una persona non sempre vuol dire che sono d’accordo con tutto quello che ha fatto ma non importa: lo abbraccio come persona, lo amo e spero che questo abbraccio sia un eco di amore per lui”. La bolla del Papa “Misericordiae Vultus” sollecita  come vivere e far vivere ai più piccoli e ragazzi quest’anno di Grazia nella Chiesa e spiega come tradurre nel concreto le opere di misericordia corporali e Spirituali “per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina”. Il sacramento della riconciliazione è stato al centro degli interventi della psicologa – psicoterapeuta e catecheta Franca Feliziani Kannheiser e il professore di teologia sacramentaria Andrea Grillo. Un percorso che ci ha condotti a capire che siamo perdonati per perdonarsi  e perdonare, per vivere il sacramento con le coordinate giuste, senza abusi o essere il grande  dimenticato ricordandoci che la gioia della riconciliazione non è individuale ma è la gioia di tutta la comunità in comunione con Cristo.

Apice del campo è stata la lectio divina sul brano biblico della visita di Maria alla cugina Elisabetta (Lc 1, 39-56) incamp ass riferimento al nuovo anno associativo 2016. La lectio, che si è svolta nella chiesa di San Damiano, è stata presieduta da don Marco Ghiazza nuovo assistente nazionale Acr. Elisabetta rivela alla cugina Maria chi è: Madre del Signore. Il confronto con l’altro ci svela chi siamo. “Maria ed Elisabetta, due donne fecondate dalla presenza di Dio: se il Signore non è con me, io sono gonfio di me stesso ma quando il Signore abita dentro di me la mia vita si allarga, si dilata: rendiamoci disponibili ad uscire da noi stessi per metterLo al centro della nostra vita…ci sono terre impastate di santità ma la santità è impastata di tutte le terre…non stanchiamoci di credere che anche la terra da cui veniamo ci predispone a questa promessa di una ‘fede retta, una speranza certa, una carità perfetta e una umiltà profonda’…che l’uscire a cui ci prepariamo sia contemporaneo al rimanere con Lui!”.

Da questo viaggio si è tornati arricchiti: è stata un’esperienza forte in un luogo speciale, sulle tracce della vita di San Francesco. Svuotarsi di se stessi per riempirsi di Lui ricco di Misericordia, per essere per ogni uomo un oasi di Misericordia che rinfranca il cuore dei più piccoli e bisognosi: questo l’insegnamento che ci portiamo dietro.  E perché tutto ciò non resti per gli educatori Acr un viaggio fine a se stesso la responsabile nazionale Teresa Borelli ha detto: “Il nostro impegno sia allora di Amare e Far Amare Colui che ha dato la vita per noi con la certezza che solo Viaggiando verso Lui potremo avere una vita felice!

 

I responsabili diocesani Acr

Gabriele e Liliana