Acireale / “Violate”, fumetti sulle violenze sulle donne, in mostra all’Itis Galileo Ferraris fino al 4 marzo. La prof. Consoli: “Importante far riflettere i ragazzi”

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“VIOLATE” è la mostra proposta in occasione dell’evento “Un giorno in più”, contro la violenza di genere, posto occupatodall’assessorato alle Pari Oppurtunità, retto da Adele D’Anna e l’editrice messinese Maria Andaloro, fondatrice di “Posto occupato”, in collaborazione con l’Itis Galileo Ferraris. La mostra è composta dalle tavole in cui il fumettista messinese, Lelio Bonaccorso, rappresenta varie forme di violenza sulle donne ed è visitabile fino al 4 marzo, dalle 15 alle 19, nell’istituto Itis Galileo Ferraris di via Trapani, ad Acireale.
Abbiamo incontrato la referente alle Pari Opportunità, Patrizia Consoli, per conoscere meglio questo progetto.

Perché questa iniziativa? Quale l’obiettivo?

tavole
Alcune tavole in mostra

«L’iniziativa è stata patrocinata dall’assessorato alla Pubblica amministrazione del comune di Acireale in relazione alle varie opportunità. Noi come scuola siamo molto attenti a questa tematica, sia la legge 107 che il nostro Pof aderiscono a questa necessità di prestare attenzione a uno dei problemi più scottanti dell’ attualità, ricordiamo ad esempio Giordana Di Stefano che ha subito violenza da parte dell’ex compagno. Abbiamo voluto organizzare questo tipo di iniziativa per far riflettere i ragazzi. Gli studenti sono invitati a scrivere le loro riflessioni, ad esempio sui cartelloni da loro realizzati, e ad interpretare queste immagini. Si tratta di una mostra aperta al pubblico nel pomeriggio. La popolazione è invitata a vedere queste immagini, ad esprimerne il pensiero e le emozioni provate. Abbiamo creato una scatola, un contenitore, in cui è possibile imbucare una riflessione più articolata. Mediante dei post-it, i ragazzi possono esprimere le loro emozioni o proporre un titolo all’immagine rappresentata. Abbiamo una sedia “Posto occupato”, iniziativa dell’editrice messinese Maria Andaloro. Tutto questo materiale verrà raccolto e riutilizzato nella Giornata sulla violenza delle donne a novembre. Si tratta di un percorso a varie tappe che vede una sua prosecuzione imminente, quella dell’8 marzo».

tavolaLe tavole verranno mostrate anche in altre scuole?

«Questo non lo so, questa mostra viene da Trento e questa è la prima scuola che l’accoglie proprio per la sensibilità particolare della preside e dell’istituto. La mostra ha lasciato emozionati anche alcuni che non pensavano che vi fossero delle immagini così dirette, immediate e a volte anche forti».

Come rispondono i ragazzi a questa iniziativa?

«Vedo i ragazzi particolarmente interessati, anche spontaneamente, durante la ricreazione, si avvicinano per lasciare un post-it, sono incuriositi anche da questo gioco della lettura dell’immagine che permette loro di riflettere».

Crede che la scuola, in genere, presti un’attenzione soddisfacente a questa tematica o potrebbe fare di più?

«Secondo me non si fa mai abbastanza anche perché si tratta di tematiche che devono superare degli  ostacoli enormi, delle barriere culturali non facilmente sgretolabili. È comunque un punto di partenza forte, le immagini sono un pò crude e dirette, devono lasciare il segno, questa è una delle proposte da parte della scuola, lasciare il segno nell’itinerario di vita vissuta dal ragazzo».

Secondo lei, come la scuola può sensibilizzare i ragazzi a tal proposito?

«Questa è una scuola in cui la maggior parte degli alunni sono di sesso maschile, devo dire che sono stati proprio loro ad avvicinare le ragazze che avevano qualche titubanza, certamente è partendo dal sesso maschile che riusciamo a trovare la chiave di lettura di questa problematica e portando questa conoscenza all’interno delle singole famiglie, come proposta culturale».

Le famiglie sono in qualche modo coinvolte in questa iniziativa? tavola 2

«Le famiglie sono state investite di questa iniziativa perché abbiamo pubblicato nel sito l’iniziativa stessa e invitato anche i genitori a partecipare. Tutto il personale scolastico si è mobilitato perché è un’iniziativa che potrà essere una prima tappa di un percorso molto lungo».

Diversi i post-it collocati vicino le tavole, fra i titoli attribuiti dai ragazzi alle immagini: “Basta umiliazioni!”, “Orrore”, “Tristezza, voglia di libertà”, “Paura di essere rapita”, “Paura di ricordare il passato”, “Paura di raccontare”, “Il delitto più crudele: annebbiare la mente”, “Basta”.

 

Graziella De Maria

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