Incontro sulla cultura della legalità a Santa Venerina: “La legalità è un lusso o una necessità?”
E’ stato introdotto da due momenti artistici che hanno richiamato la tragica presenza della mafia nella società siciliana il primo incontro pubblico del progetto “Cultura della Legalità” sul tema “La legalità è un lusso o una necessità?”, promosso dall’associazione “Storia, Cultura e Sviluppo Territoriale di Santa Venerina e accolto e condiviso dall’Assessorato alla Cultura dell’Amministrazione dello stesso Comune. Infatti, dopo i saluti di rito del Sindaco dr. Enrico Pappalardo, del presidente del consiglio comunale arch. Giuseppe Marano e del presidente dell’associazione promotrice Domenico Strano, è stata recitata la parte conclusiva dell’opera teatrale “L’Ultima Violenza” di Giuseppe Fava da Pietro Adornetto, Salvatore Oriti, Rosario Tomarchio e Franco Cannata, che ha curato anche la regia, con l’ottimizzazione video di Salvatore Sciacca. L’interpretazione, intensa e fortemente coinvolgente, ha presentato il quadro drammatico della presenza della mafia degli anni Settanta-Ottanta del secolo scorso.
Ha fatto seguito la performance, anch’essa molto apprezzata, dell’”aedo dell’Etna” Alfio Patti, il quale con recitazione, canto e chitarra ha rievocato l’uccisione del sindacalista Turiddu Carnevale avvenuta nel 1955, nel periodo della lotta per la divisione delle terre e il riscatto dei contadini. La seconda parte è stata, invece, introdotta dall’assessore alla cultura avv. Orazio G. Vecchio, il quale ha tra l’altro detto che l’evento non è da considerarsi isolato perché si inserisce in un progetto denominato “Cultura della Legalità”, che avrà un secondo momento di approfondimento il prossimo 20 aprile con il tema “Legalità e sviluppo del territorio”, al quale prenderanno parte rappresentanti delle forze dell’ordine e docenti universitari. Nel suo articolato discorso l’assessore ha tra l’altro affermato:”L’antimafia diretta alla repressione della criminalità mafiosa deve essere accompagnata dall’antimafia della correttezza della politica, dell’efficienza della pubblica amministrazione, della scuola funzionante, delle regole del libero mercato” ed ha auspicato che l’ essere giovani possa significare “un modo positivo e produttivo per confrontarsi con i fenomeni della vita”.
Gli interventi dei relatori ufficiali sono stati introdotti e coordinati dal dr. Michelangelo Patané, procuratore della Repubblica Aggiunto del Tribunale di Catania, il quale ha delineato un quadro sintetico ed incisivo della complessa situazione della legalità nella società odierna e si è soffermato sul ruolo della Magistratura. La dott.ssa Marisa Acagnino, presidente di sezione dello stesso Tribunale, con ampia esperienza nel settore penale e civile, ha descritto in modo chiaro e persuasivo la difficoltà dell’esercizio della funzione del magistrato in presenza di una pervasività del modello mafioso nei comportamenti della maggior parte dei cittadini e di una forte tendenza a “farsi gli affari propri”. Il dr. Dario Montana, fratello del commissario Beppe Montana ucciso in un agguato mafioso nel 1985, del coordinamento provinciale di “Libera”, ha messo in evidenza il grandissimo patrimonio in denaro della mafia, che riesce ad alterare le attività produttive e commerciali inserendovi con la sua forza economica e con strumenti sempre più raffinati, elementi di turbativa che mettono in ginocchio l’economia sana e ha citato, in contrapposizione, l’esempio dell’associazione “Libera”, che, gestendo molti patrimoni sequestrati dalla magistratura ai mafiosi, ha dato speranza ai giovani e agli emarginati creando condizioni di lavoro legali e sviluppando capacità produttive nella legalità. I due interventi programmati dell’avv. Fabrizio Seminara, componente dell’Ordine degli Avvocati di Catania,, e del prof. Giuseppe Strazzulla, presidente provinciale di “Libera”, hanno rispettivamente messo in rilievo la necessità della riforma della giustizia ma con il mantenimento dell’ordine professionale a garanzia dei cittadini e l’opera educativa con gli studenti per costruire una coscienza antimafia e far individuare alle nuove generazioni cosa si può fare per contribuire a rendere più giusta e vivibile la società di oggi.
Il pubblico qualificato che ha partecipato all’incontro (si sono notati molti avvocati, ma anche tanti comuni cittadini) ha seguito con grande interesse l’intera manifestazione, che è stato un buon tentativo per avviare una riflessione aperta e partecipata su un tema cruciale per il futuro della nostra isola.
Giovanni Vecchio