Abbiamo chiesto a Rosa Maria Garozzo di illustrare lo spirito e le finalità dello spettacolo “Non c’è età”, del quale è stata regista e conduttrice. Spettacolo dedicato alla formazione di una cultura che ripudia ogni forma di violenza sulle donne.
Il titolo “Non c’è età” e il quadro di Matisse “la danza” modificato ad hoc, pubblicizzano l’evento che si è svolto giovedì 21 novembre pomeriggio, nella sala Pinella Musmeci della Villa comunale di Acireale.
Titolo e immagine possono avere una doppia lettura: la violenza e il femminicidio, colpiscono donne di tutte le età: giovanissime, giovani, mature, ultra settantenni. In questa accezione, l’immagine ci mostra una danza macabra, di morte.
L’altra lettura esprime incoraggiamento e speranza, messaggio che, come Università popolare Giuseppe Cristaldi (UPGC), ci impegniamo a trasmettere in queste occasioni. L’educazione dei sentimenti, il miglioramento delle capacità, l’autoconsapevolezza, la dignità non hanno età. Una crescita comune fatta insieme, le giovani accanto alle meno giovani: bambine, ragazze, donne mature, anziane si tengono per mano e insieme ballano una danza di speranza e di vita, di gioia, come direbbe Matisse.
UPGC, spettacolo contro la violenza sulle donne
L’evento apre la settimana dal titolo “Rosso come amore” promossa anche quest’anno dalla Città di Acireale, per sensibilizzare la collettività sulla necessità di eliminare atti di violenza rivolti alle donne. Al programma hanno aderito scuole di ogni ordine e grado, associazioni, club service.
Il pomeriggio si apre con la domanda “c’è ancora oggi?” uno spunto di riflessione stimolato dalla sequenza di alcune immagini tratte dal film di Paola Cortellesi “C’è ancora domani”.
Sarebbe bello rispondere NO, dire che questi comportamenti dell’uomo nei confronti della donna, sono retaggi del passato, che lo Stato nel 1946, estendendo anche alle donne il diritto di voto, ha decretato la parità di genere.
Certo, tante cose in questi decenni sono cambiate, tante conquiste sono state ottenute dalle donne, ma gli antichi privilegi maschili sono duri a morire, come testimonia Michela Murgia nel suo libro “Stai zitta”. Dopo il riferimento alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne del prossimo 25 novembre, e la lettura dell’art. 2 della Carta dei diritti della bambina, a cura della giovanissima Aurora Cutuli, il pomeriggio prosegue con i saluti delle Autorità presenti.
Spettacolo dell’UPGC contro la violenza sulle donne: i saluti delle autorità
Inizia Valentina Pulvirenti vicesindaca, assessore alle Politiche sociali e all’Istruzione che, con forza e determinazione, ricorda ai presenti che il raggiungimento di una reale parità di genere, richiede ancora un ulteriore impegno e lotte da parte delle donne.
Prosegue Enzo Di Mauro, assessore alla Cultura, e penalista di professione. Cita episodi di violenza fisica e psicologica subite dalle donne, della difficoltà, a volte, espressa dalle vittime a sporgere denuncia, dell’esigenza di alimentare la cultura del rispetto.
Mons. Agostino Russo, vicario generale della Diocesi porta i saluti del Vescovo, e ricorda come la Chiesa non smetta di predicare e invitare alla non violenza. Ricorda poi la scena evangelica dell’adultera che sta per essere lapidata, come prescriveva la legge ebraica. E salvata dell’autorevole intervento di Gesù Cristo, con la celebre frase: “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Gesù, sottolinea mons. Russo, salva la donna perché è un innovatore, un progressista dalla parte delle donne.
Conclude Lella Costa, facente funzione di presidente dell’UPGC, ricordando la figura del presidente Angelo Pagano, recentemente scomparso, e dell’impegno del Direttivo e dei Soci nel proseguire nel percorso da lui tracciato.
Spettacolo dell’UPGC contro la violenza sulle donne: l’associazione Rete d’oro
Il programma della serata è suddiviso in due parti: la prima affidata e gestita dall’associazione la Rete d’Oro, ed in particolare dalla presidente Lella Cutuli e dalla socia Roberta Alosi, psicoterapeuta. Da diversi anni, ricorda Lella Cutuli, l’Associazione opera nel territorio delle Aci e nei Comuni limitrofi. Grazie a un numero di cellulare, offre un servizio di primo soccorso H 24.
Successivamente, nella sede di Capomulini accoglie le donne vittime di violenza, fornendo loro in base alle esigenze, assistenza medica, legale, sociale, psicologica. La Rete D’Oro, prosegue Roberta Alosi, promuove e realizza anche programmi di educazione al rispetto e di prevenzione da ogni forma di bullismo. Questi programmi sono destinati agli alunni delle scuole primaria e secondaria, mentre alcuni incontri a tema sono riservati agli insegnanti.
I brani musicali scelti ed eseguiti da Gesuele Sciacca e Daniela Greco scandiscono i diversi momenti, affidando alla musica e alle parole l’espressione della sofferenza e, in conclusione della serata, alla speranza e all’amore.
Prima di passare alla seconda parte, per iniziativa dell’UPGC, viene consegnato un attestato di riconoscimento, a Suor Alfonsina e a Suor Rosalba della Comunità Madonna della Tenda. Da 31 anni, loro sono “il manto” che accoglie, e “la casa” che aiuta a crescere e a reinserire nella società, bambini e donne abbandonati e vittime di abusi e violenze.
Spettacolo dell’UPGC contro la violenza sulle donne: Desdemona protagonista della seconda parte
“Se tu avessi parlato Desdemona” da William Shakespeare a Christine Bruckner, è il titolo proposto per la seconda parte. Fra le tragedie della gelosia, sicuramente l’Otello del drammaturgo e poeta inglese, è la più famosa ed imitata. Musicata nell’800 sia da Rossini che da Verdi, e ancora oggi oggetto di studio e interpretazioni. Come nel film “Non sono quello che sono” del regista Edoardo Leo, appena uscito nelle sale cinematografiche.
Nella seconda metà del ‘900, alcune scrittrici internazionali hanno riscritto, al “femminile”, alcune donne famose. Quali ad esempio: Medea, Clitennestra, Penelope, Cassandra, tradizionalmente uscite dalla penna degli uomini, spesso geniali, ma pur sempre uomini, portatori di vissuti, tradizione e di quella cultura, che affidava all’uomo il potere incondizionato, di guida della società e della famiglia.
In Italia, il patriarcato è stato “ufficialmente” abolito solo nel 1975, con la riforma del diritto di famiglia. Christine Bruckner riscrive il dramma di Desdemona, partendo proprio dalla famosa intimidazione dell’Otello shakespeariano, alla moglie: “Taci e non muoverti”.
“No Otello! Non starò zitta. Qui nella nostra camera da letto, ho anch’io voce in capitolo…” risponde la Desdemona della Bruckner.
Questo testo, per l’evento di giovedì, è stato ulteriormente rivisto da Carola Colonna e Rosa Maria Garozzo. E’ stato introdotto il coro con il duplice compito di rafforzare e dare coraggio a Desdemona. E, contemporaneamente, fare da specchio ad Otello, farlo ragionare, presentandogli la realtà da un’angolatura esterna e super partes. La cronaca dei femminicidi ci riferisce, infatti, l’esito fatale del tristemente noto “ultimo incontro”. Incontro nel quale la donna, dopo essersi allontanata, per sfuggire alla violenza di una relazione affettiva malata, accetta l’incontro. Per pietà, affetto, tentativo di fare pace, o altri sentimenti che agitano l’anima. Si illude, da sola, di poter porre fine al delirio dell’uomo, mentre invece soccombe sotto la sua forza maschia.
Chiedere aiuto, circondarsi di persone in grado di tutelare le fragilità umane, seguire i consigli degli esperti, è il messaggio, che con forza hanno espresso tutti i protagonisti del pomeriggio. Dalle autorità civili e religiose, alla conduttrice Rosa Maria Garozzo, alle rappresentanti dell’associazione “La Rete d’Oro” e infine dagli interpreti del testo teatrale.
In apertura un inquietante Jago letto da Orazio Finocchiaro presenta il diabolico piano che dà inizio alla tragedia di Shakespeare. A seguire una forte, coraggiosa e appassionata Desdemona interpretata da Carola Colonna. E infine il coro interpretato da Lella Costa, Carmen D’Anna, Giovanna Di Bella, Silvia Principato. Desdemona è salva, così pure Otello.
Il silenzio, specie quello femminile, è sempre d’oro? No, e giovedì sera Desdemona ce l’ha dimostrato.
Rosa Maria Garozzo