30^ Giornata del malato / Il cammino sinodale insegni la misericordia verso chi soffre

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giornata del malato

L’ 11 Febbraio, ogni anno, si celebra la Giornata mondiale del Malato, istituita, 30 anni fa, da San Giovanni Paolo II.
E’ questo un anniversario importante perché ci aiuta a capire e a prendere maggiormente coscienza del bene prezioso che sono i fratelli ammalati e sofferenti nella Chiesa.
Essi rappresentano la presenza viva di Gesù, in loro Lui si è identificato. Insieme all’Eucarestia, anche i poveri e gli ammalati, sono presenza reale di Gesù. Essi sono per tutti noi la strada della nostra santificazione, opportunità per la nostra crescita spirituale. La nostra familiarità con loro ci fa esercitare la Misericordia, imparando ad essere misericordiosi, come il Padre che è nei cieli.

Papa Francesco nel messaggio di quest’anno per questa ricorrenza ha voluto ricordarcelo. “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso”, un monito entusiasmante per essere testimoni credibili del Vangelo. Capaci di essere sale e lievito dentro questa nostra storia umana, in questo tempo di pandemia, nel mondo di oggi.assistenza camilliana

Il malato è compagno nel cammino di evangelizzazione?

Nel cuore del cammino sinodale, come Chiesa, dobbiamo chiederci se stiamo realmente camminando insieme, sinodalmente con i poveri, i malati e i sofferenti:“Questi “fratelli” sono per noi soggetti, cioè, compagni nel cammino di evangelizzazione?

Realmente noi cresciamo nell’accompagnarci nella vita di tutti i giorni reciprocamente? O loro sono soltanto i destinatari della nostra attenzione pastorale? Cioè siamo ancora noi che dispensiamo generosamente i nostri beni, con la nostra autosufficienza, convinti del loro stato di bisogno e, non piuttosto, siamo anche noi mendicanti di attenzione, di reciprocità, di compagnia, di sostegno e di gratificazione?”

Mi piace ricordare le testimonianze di tanti giovani che nella malattia ci hanno  trasmesso pezzi di vita vissuti con coerenza e gioiosa adesione al Vangelo. Solo qualche nome, a titolo di esempio: Carlo Acutis, Chiara Badano, Chiara Corbella, Daniela Zanetti, Savino Romagnuolo, Viviana Lisi e tanti altri…

Possiamo provare a leggere queste storie come “parabole” che Dio racconta ancora all’ uomo di oggi, che ascolta distratto la Parola di Dio come una buona abitudine ma senza accoglierla, pratica i sacramenti come un culto ordinario, senza lasciarsi trasformare nè il cuore  né la vita?

Il ruolo della Chiesa verso il malato

E possiamo chiederci se, oggi, in questo tempo sinodale, la Chiesa, attraverso il culto e le celebrazioni, possa meglio aiutare il popolo dei fedeli del quotidiano, della domenica e delle feste, ad accogliere con stupore la Parola di Dio. Solo lo stupore, la meraviglia, infatti, riscalda il cuore e provoca il cambiamento di vita.  Il testimone è credibile se la sua vita è gioiosa, entusiasta, innamorata del Vangelo di Gesù. Come queste storie umane di Vangelo vissuto, oggi, rendono presente il Signore e li fanno testimoni, nella genuinità ed essenzialità evangelica?

O forse riteniamo costoro persone privilegiate, distanti da noi, e ci riteniamo inadeguati al compito di una vita santa? Dimentichiamo forse che la santità non è opera nostra ma è opera gratuita di Dio offerta a tutti?

Quanti consacrati, ministri straordinari dell’ Eucarestia, operatori sanitari e volontari siamo consapevoli della grandezza del nostro servizio e della nostra missione a fianco dei malati? Il malato ci mostra l’ essenzialità della vita, la sua caducità e soprattutto ci insegna a “investirla” bene, verso il bene comune, sociale ed ecclesiale.

Il sinodo ci insegni a vivere in compagnia degli altri

Può anche darsi che ogni giorno facciamo già  “Sinodo” e non lo sappiamo. Vogliamo augurarci che il sinodo ecclesiale, quello intrapreso in modo ufficiale nella Chiesa, ci aiuti a prendere consapevolezza e c’insegni a vivere tutta la nostra vita sempre insieme, camminando in cordata, in gioiosa e permanente compagnia con tutti gli uomini che incrociamo lungo le strade della vita.

Voglio concludere questa breve riflessione con tre citazioni:

1^ – “ La malattia è un avvertimento che ci è dato per ricordarci ciò che è essenziale”.  (Proverbio tibetano)

2^ – “Beati voi che avete così buona occasione di servire Dio nel letto del Malato” (San Camillo)

3^ –  “Ero malato e siete venuti a visitarmi” . Ce lo dice Gesù, il Maestro di vita.

 

Fratel Carlo Mangione
Camilliano

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