56^Giornata Comunicazioni sociali / Papa Francesco: “Ascoltare con l’orecchio del cuore”

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papa Francesco

“Ascoltare con l’orecchio del cuore” è il tema del messaggio di Papa Francesco per la 56ma Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, che si celebrerà quest’anno il 29 maggio. Il Messaggio è stato pubblicato, come ogni anno, in occasione della Memoria liturgica di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.

Papa Francesco inizia il suo messaggio ricordando i verbi utilizzati nel messaggio dello scorso anno: “andare e vedere”, andare e vedere per scoprire la realtà e poterla raccontare a partire dall’esperienza degli eventi e dell’incontro con le persone. Nel nuovo Messaggio il Papa aggiunge un altro verbo: “ascoltare”, verbo decisivo nella grammatica della comunicazione e condizione di un autentico dialogo, sottolinea il Papa.

Andare e vedere per incontrare l’altro e ascoltare il desiderio nascosto nel cuore, dunque, desiderio espresso o spesso tacito di essere ascoltati. Questo invito si mostra come un itinerario pedagogico indicato dal Papa che interpella oltre agli educatori, i formatori, gli insegnanti, tutti coloro che operano nel mondo delle comunicazioni sociali.

Ascoltare con l’orecchio del cuore

L’ascolto a cui si riferisce il Papa non è tanto quello dato dalla percezione acustica, bensì rimanda al significato biblico del verbo ascoltare. Dalle pagine della Sacra Scrittura, infatti, si apprende come l’ascolto sia essenzialmente legato al rapporto dialogico tra Dio e l’umanità.

L’inizio del primo dei Comandamenti dati da Dio al popolo d’Israele è un invito all’ascolto della sua Parola: “Shema’ Israel”, “Ascolta Israele il Signore tuo Dio”. Dio invita l’uomo a porgere l’orecchio del suo cuore all’ascolto della sua Parola. Egli, nel suo infinito amore, ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, rendendolo cioè capace di relazionarsi con Lui e con gli altri attraverso l’ascolto. Dio parla continuamente all’uomo anche se spesso questi si fa sordo, divenendo così incapace di ascoltare Dio e l’altro; la vera sede dell’ascolto, infatti, è il cuore.papa Francesco

Ascoltare non è origliare, non è parlarsi addosso o imporre le proprie idee all’altro. Papa Francesco mette in guardia dal confondere l’ascolto dal semplice origliare. O dall’aspettare che l’altro finisca di parlare per poi gettargli addosso il proprio punto di vista.
La vera comunicazione, infatti, non cerca il consenso e l’audience, ma cerca la verità e il bene; nella vera comunicazione l’io e il tu sono entrambi “in uscita”, protesi l’uno verso l’altro.

Ascoltare più voci

L’ascoltare dunque, scrive papa Francesco, è il primo e indispensabile ingrediente del dialogo e della buona comunicazione, precisando inoltre che non si può fare buon giornalismo senza la capacità di ascoltare. Importante per una seria comunicazione, inoltre, è ascoltare anche più fonti, “non fermarsi alla prima osteria”. Ascoltare più voci, ascoltarsi, anche nella Chiesa, tra fratelli e sorelle, ci permette di esercitare l’arte del discernimento, che appare sempre come la capacità di orientarsi in una sinfonia di voci.

L’ascolto, inoltre, richiede la virtù della pazienza e la capacità di lasciarsi sorprendere dalla verità. La pazienza umile di ascoltare e la capacità dello stupore conducono a quella conoscenza sempre più ampia del vero e del bello. Questa capacità di ascolto è necessaria in questo tempo di sfiducia e di disagio.
E’ necessario porgersi in ascolto delle storie delle persone, dei loro disagi, delle loro fatiche.
E’ necessario ascoltare i nostri fratelli migranti, i loro drammi, le loro speranze, per non considerarli come numeri e come invasori, ma come persone che chiedono attenzione.

Ascoltare e ascoltarsi

Anche nella Chiesa, ricorda il Papa, c’è tanto bisogno di ascoltare e di ascoltarsi.
Il servizio dell’ascolto è, infatti, il dono più prezioso datoci da Dio che è l’uditore per eccellenza e alla cui opera siamo chiamati a partecipare. Nell’azione pastorale la prima opera di carità è: “l’apostolato dell’orecchio”, come ci ricorda l’apostolo Giacomo, che afferma “Ognuno sia pronto ad ascoltare, lento a parlare” (Gc 1,19).

Il cammino Sinodale da poco avviato, diventa in tal senso una preziosa occasione per riscoprire l’importanza di porgersi in ascolto reciproco. Cercando quindi di costruire quell’unità che scaturisce dall’armoniosa sinfonia. “Nella consapevolezza di partecipare ad una comunione che ci precede, possiamo riscoprire una Chiesa sinfonica. Una Chiesa nella quale ognuno è in grado di cantare con la propria voce. E accogliere come dono quelle degli altri, per manifestare l’armonia dell’insieme che lo Spirito Santo compone”.

Dalla lettura del messaggio del Papa al mondo delle Comunicazioni sociali non si può non riflettere sull’importanza del silenzio, prima di ogni comunicazione.
Accostare il termine silenzio al termine comunicazione, apparentemente, sembra un paradosso. Ma, se si entra dentro il mistero della parola e della comunicazione, si comprenderà che solo da un silenzio orante può generarsi un autentico dialogo fatto di ascolto e di parole.

Il servizio del giornalista come missione

Solo chi ritorna a porgere l’orecchio all’ascolto della parola di Dio dentro lo spazio del silenzio può essere capace di ascoltare sé stesso e ascoltare poi gli altri; solo dentro questo dialogo con Dio si trova il coraggio poi di comunicare bellezza e verità.

Il servizio del giornalista e di chi opera nel mondo delle comunicazioni diventa, in tal senso, autentica missione. La missione di chi è chiamato ad andare, vedere per chinare l’orecchio del cuore sulle ferite e sulle storie di chi gli sta di fronte. Per comunicargli quella Speranza e quella Pace di cui egli è testimone e annunciatore. Solo dopo aver ascoltato la parola di Dio si possono pronunciare le sue parole e riconoscere, nell’altro uomo, un destinatario al quale annunciare l’Amore.

Letizia Franzone

 

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