750 anni dalla nascita / Perché Dante è “padre della lingua italiana”

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foto (4)Non sappiamo il giorno esatto della sua nascita – forse tra il 14 maggio e il 13 giugno del 1265 – e non abbiamo alcun suo manoscritto. Ma è il più grande scrittore italiano di sempre, uno dei più celebri nel mondo, tradotto in più di mille lingue. Durante, (questo nome non appare in nessun documento in vita del poeta), meglio conosciuto come Dante, figlio del cambiavalute Alighiero e di Bella degli Abati, che morì quando Dante aveva cinque o sei anni (il padre si risposò con Lapa Cialuffi) ha traghettato la nostra letteratura verso la riva del volgare, cosa su cui pochi erano allora d’accordo, ma quello che più conta è riuscito nell’impresa di creare un’opera immensa, fondata su 14.233 endecasillabi per cento canti, in cui fede, scienza, politica, filosofia, letteratura si fondono in un magmatico fuoco poetico che non ha eguali. L’aggettivo “divina” è un omaggio postumo di un suo grande ammiratore, Giovanni Boccaccio: bisognerà aspettare la metà del Cinquecento perché il titolo Divina Commedia appaia in una edizione veneziana.
Che cosa rende, ancora oggi, a 750 anni dalla sua nascita, “padre” Dante? Semplicemente la sua capacità di comprendere l’esistente nel suo sistema di pensiero senza che il sistema diventi un pesante trattato. La capacità di creare una nuova lingua con espressioni che rimarranno per sempre. E soprattutto la dimostrazione che essere un genio non significa diventare un freddo pedante, ma provare profondamente – e umilmente – un sentimento come l’amore e, nello stesso tempo, farlo diventare eterno. Dante non è stato l’uomo medioevale a tutto tondo e senza sfumature: basterebbe rileggersi il canto di Paolo e Francesca per capire come complessa e talvolta contraddittoria fosse la sua concezione dell’amore, che veniva probabilmente da zone d’ombra della sua biografia mai completamente chiarite. La sua speranza di una Chiesa senza potere politico ha preceduto di mezzo millennio le posizioni di alcuni cattolici, come Manzoni, che hanno dato un grande contributo al Risorgimento e alla riunificazione politica del nostro Paese.

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