Recensione / “Cos’è la mistica”, ovvero percezione del mistero di Dio

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“Cos’è la mistica” è un testo scritto da padre Max Huot de Longchamp insieme a monsignor Antonino Raspanti, pubblicato nel 2021, da Città Nuova editrice.
Max Huot de Longchamp è sacerdote diocesano della Società San Giovanni della Croce a Mers- sur – Indre, nella diocesi di Bourges. Ha conseguito il dottorato in Teologia presso l’Università Gregoriana, collabora con Radio Esperance ed è autore di numerose opere.
Monsignor Antonino Raspanti è Vescovo della diocesi di Acireale, vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana e presidente della Conferenza Episcopale Siciliana. Ha insegnato Teologia dogmatica e Spiritualità presso la Pontificia Università di Palermo, ed è autore e curatore di numerose pubblicazioni.

Il libro “Cos’è la mistica”, si divide in cinque capitoli nei quali si propongono numerosi testi antichi, moderni e contemporanei che aiutano il lettore ad approfondire la conoscenza del fenomeno mistico, attraverso la lettura di alcuni testi della letteratura cristiana che qui vengono analizzati e commentati.
Un’attenta e puntuale Prefazione introduce alla lettura del testo. In esso monsignor Raspanti delinea il percorso formativo e spirituale di padre Longchamp, rilevando il sapiente metodo usato per la stesura di questo testo. Conclude il cammino tracciato dalla lettura del testo, la Postfazione di monsignor Raspanti, dedicata all’importanza della realtà dei mistici nella vita ordinaria della Chiesa.

Un’immediata curiosità viene suscitata dal titolo di quest’opera: “Cos’è la mistica”, suscitando in chi ha familiarità con tali concetti  e in chi non l’ha, l’esigenza immediata di conoscere e di approfondire questa realtà, di cui si parla molto poco nell’ordinaria vita cristiana.

nozze mistiche santa Caterina
Domenico Beccafumi- Nozze mistiche di Santa Caterina con san Giovannino e Santi

Mistica come percezione del mistero di Dio

Per molti infatti, la parola “Mistica” è sconosciuta, o riguarda una realtà di altri tempi; per altri la mistica riguarda solo i santi riconosciuti, o al massimo riguarda il religioso, il sacerdote o chi ha donato la propria vita a Dio, attraverso una speciale consacrazione. Di consueto, la parola: Mistica, viene svuotata dal suo significato autentico e profondo di: “Percezione particolarmente lucida del mistero di Dio”, percezione che serve per designare lo svelamento almeno parziale della “nostra vita nascosta con Cristo in Dio”, relegandola così, ad una limitata dimensione dello straordinario.

Nei capitoli che compongono questo libro, si affrontano alcune possibili domande che l’universo mistico può far sorgere, donando al lettore una maggiore conoscenza sul tema trattato.
Per esplorare questo universo, nel primo capitolo si interrogano coloro che abitano l’universo mistico, per renderci conto della loro esperienza.
A partire dalla loro esperienza, nel secondo capitolo si cerca di rispondere alla domande: “Come e perché i mistici decidono di condividere la loro esperienza?”. E nel terzo capitolo emerge la domanda: “Qual è il posto dei mistici nella Rivelazione?”.
“Come verificare l’autenticità della loro esperienza?” . E’ la domanda affrontata nel quarto capitolo. “Come comprendere i fenomeni quali: visioni, stigmate, levitazione, ecc., che a volte accompagnano l’esperienza mistica?”. Domanda posta nel quinto ed ultimo capitolo.

Cos’è la mistica? Chi è il mistico? Si può provare a rispondere soltanto ascoltando direttamente dalla stessa voce dei mistici, questa esperienza. Se pur non totalmente dicibile e spiegabile con parole umane, come insegna San Giovanni della Croce, in questa citazione:
“Chi potrà scrivere ciò che Dio fa intendere alle anime innamorate nelle quali vive? E chi potrà dichiarare con le parole quello che fa loro sentire? E infine, chi è in grado di intendere ciò che fa loro desiderare? Certamente nessuno può dirlo, e nemmeno quelle stesse nelle quali ciò accade lo possono spiegare”.

Difficile descrivere l’esperienza mistica

Coloro che vivono dentro questo spazio che chiamiamo “Esperienza mistica”, in cui il mistero indicibile dell’amore di Dio svela qualcosa del suo mistero, l’anima accarezzata dai tocchi divini, non può esprimere e descrivere questa ferita d’amore. Ricorrerà all’aiuto di simboli, di immagini, di similitudini, per poter in qualche modo, dipingere il Mistero.

Oltre la difficoltà del dire l’esperienza mistica, a motivo della inadeguatezza delle parole umane, nei mistici è comune una certa reticenza nel raccontare la loro esperienza con Dio. I motivi sono diversi: il pudore tipico degli innamorati che preferiscono vivere intimamente il loro amore; la consapevolezza che il mondo non capirebbe il loro dire, come afferma san Giovanni della Croce: “Vai a dirlo al mondo! Ma no! Non dirlo al mondo, perché non sa nulla del vento leggero, e non ti intenderà, perché non può né riceverti, né vederti”.

Vi sono momenti tuttavia, in cui i mistici decidono di prendere la parola o la penna, per raccontare la loro esperienza mistica. Il morivo che spinge a farlo può essere l’obbedienza a Dio che gli chiede di farlo; o l’obbedienza al loro superiore o padre spirituale; o semplicemente per quella carità verso il prossimo, come si rivela in questa frase di san Giovanni della Croce. “Per scrivere questo sono stato spinto non dalla possibilità che avrei visto in me per una cosa così ardua, ma dalla fiducia che ho nel Signore, che mi aiuterà a dire qualcosa, a causa del grande bisogno che molte anime hanno”.

La mistica non è per pochi eletti….

Sfogliando le pagine di questo prezioso testo, lentamente, leggendole con attenzione e a piccoli passi, si ha la sensazione di essere accompagnati dentro un universo che appartiene non solo ad alcuni eletti, bensì appartiene al cristiano in quanto tale. Si comprende infatti, e per certi versi con meraviglia, che la mistica appartiene alla vita cristiana ordinaria, e che i mistici non sono persone straordinariamente dotate, ma sono uomini e donne straordinariamente innamorati dell’Amore. Uomini e donne con le personali fragilità e debolezze, ma che si son lasciati raggiungere pienamente dal mistero di Dio, fidandosi totalmente. Uomini e donne, se pur con modalità diverse, con vite diverse, inserite in ambiti sociali, culturali, professionali di diverso tipo, hanno saputo camminare, e sanno camminare ancora sulla terra, riflettendo la luce del Cielo, divenendo segno profetico nella Chiesa. Come sottolinea monsignor Raspanti nella postfazione di quest’opera.

In un tempo in cui si vive frettolosamente, la lettura di questo testo, diventa in tal senso, un prezioso aiuto ed un invito ad entrare dentro quello spazio silenzioso del cuore, per mettersi in ascolto di quel mormorio di un venticello leggero, attraverso il quale Dio desidera parlare al nostro cuore e farci sentire la dolce brezza del suo infinito amore.

Letizia Franzone

 

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