Inaugurata nella mattinata del 7 aprile, all’ospedale San Marco di Catania, la prima area interreligiosa in una struttura sanitaria pubblica. Prende le mosse dall’esperienza che la “Comunità Dialogo” , promotrice dell’iniziativa, vive sin dal 1994, anno della sua costituzione di fatto. Un cerchio composto da piccole aree religiose e spirituali uniche ma una accanto all’altra, di 20 metri di diametro, si aprirà così a tutti gli utenti dell’ospedale poco dopo l’ingresso nell’area parcheggi antistante. Con uno scopo ben preciso: individuare una via incarnata all’impegno di dialogo interreligioso nel nostro ambiente vitale. Presenti tutte le principali comunità religiose di Catania, insieme a molteplici cariche istituzionali.
Catania / Al San Marco la prima area interreligiosa di un ospedale in Italia
L’opera rappresenta un legame con l’impegno di dialogo interreligioso incarnato negli ultimi decenni da padre Sebastiano D’Ambra, missionario del Centro culturale dei missionari del PIME e nostro conterraneo di Acitrezza, che opera nelle Filippine dal 1978, dove ha fondato il “Movement Dialogue Silsilah”. Ad oggi è segretario della Commissione Episcopale delle Filippine per il dialogo interreligioso. Il cammino della Comunità Dialogo è sfociato nel 2016 nella costituzione del Coordinamento delle “Religioni in Dialogo”: trova il suo fondamento nella Dichiarazione conciliare “Nostra Aetate” del 28 ottobre 1965.
Il Coordinamento è segnato da forte esperienza umana e spirituale condivisa con le fedi e le comunità che ne fanno parte. La nuova Area interreligiosa vuole rappresentare, nel convincimento di tutti i partecipanti che hanno dato luogo ad una preghiera per ogni credo invitato, un contributo all’incontro, all’integrazione e al dialogo fecondo, tra culture e religioni diverse che vivono nello stesso tessuto umano, urbano, amministrativo, economico. D’altra parte, “il contesto sistemico del nostro tempo richiede e giustifichi tutte le iniziative che aiutino a ‘fare rete’ e a facilitare l’incontro tra persone, tra istituzioni, tra persone e istituzioni”, afferma Riccardo Rodano, storico “motore” della Comunità Dialogo.
Catania / L’ambizioso progetto di un’ area interreligiosa all’interno di un ospedale
Si tratta di un’area aperta incolta, subito dopo la barra di ingresso dell’ospedale San Marco di Librino, periferia sud della città di Catania. Area nella quale sono già in fase di ultimazione i lavori di realizzazione di una circonferenza. Al centro di questa circonferenza è stato posto un albero di ulivo, simbolo di pace, verso cui convergono dieci raggi. Nove raggi sono dedicati alle nove fedi religiose (le tre religioni monoteiste occidentali, quattro religioni orientali, due religioni cinesi). L’ultimo raggio, senza denominazione, è dedicato ai credenti di altre fedi e laici di buona volontà.
Naturalmente l’area ha avuto tutti i permessi amministrativi del caso ed è stata totalmente finanziata dalla Cooperativa Ecotourist, impegnata a gestire l’area del parcheggio dell’ospedale, la cui presidente, Lucia Di Mauro, appartiene alla Comunità Dialogo. Lo stesso iter amministrativo è stato, a sua volta, occasione di sensibilizzazione delle persone che se ne sono occupate. D’altra parte un ospedale rende i suoi servizi ad un’umanità varia in quanto a dimensione umana, culturale, religiosa. Per tutte le sensibilità collegate a questa varietà, sarà possibile testimoniare come “convivere” sia l’unica via per una reale felicità condivisa. Una normalità che deve avvenire all’interno di una società adulta e matura, capace di assorbire le differenze come opportunità e arricchimento. Esattamente come il cerchio.
L’augurio della Comunità Dialogo
Il cammino della Comunità Dialogo e del Coordinamento è un cammino di crescita umana e spirituale. Ma anche esperienza di incontro tra itinerari umani e spirituali. Soprattutto, è un contributo in senso lato alla pacificazione dei cuori. Al tempo stesso è l’affermazione di uno stile: del dialogo e del dialogo interreligioso. Un vero e proprio processo di maturazione umana e spirituale, il cui sbocco risiede nella consapevolezza della comune appartenenza al genere umano. Proprio come indicato dalla Dichiarazione Conciliare “Nostra Aetate”, ma affermato anche dall’Alto Comitato per la Fratellanza Umana nell’agosto del 2019. Peraltro argomentato dall’Enciclica di Papa Francesco “Fratelli Tutti” nell’ottobre 2020 e perseguito dallo Statuto della “Fondazione Fratelli tutti” del dicembre dello scorso anno. Senza dimenticare la stessa ONU, in sede di deliberazione della “World Interfaith Harmony Week” nel 2010, abbiamo sottolineato questa visione.
Dalla semina al raccolto
L’esperienza della Comunità Dialogo, all’interno di questo processo, incarna il principio del “Pluralismo Unitivo”. Ciò significa che credenti di fedi diverse camminano insieme a partire dalla loro identità, si sforzano di crescere sempre di più nel loro itinerario spirituale e di rendere migliore testimonianza della loro fede. L’obiettivo è quello di far progredire i valori spirituali, morali e socio-culturali che trovano in tutti i percorsi religiosi. La Comunità Dialogo vive la propria esperienza con lo spirito del pellegrino che si incammina verso l’Assoluto, forte del proprio bagaglio di vita e di fede, aperto all’incontro con altri pellegrini, altrettanto forti del loro bagaglio di vita e di fede, con cui condividere il cammino verso lo stesso orizzonte.
“Siamo qui perché la Costituzione Italiana prevede, permette e incoraggia iniziative di respiro simili”. Sono queste le parole dell’arcivescovo di Catania, Luigi Renna. “La nostra Carta, ci assicura possibilità di autentica libertà religiosa, con una fede costruita con fatica da uomini e donne“. Continua Renna: “E’ importantissimo comprendere la nascita di questo giardino nei pressi di un ospedale, per farci comprendere ancora una volta la condizione di creatura dell’uomo”.
Mario Agostino