“Vita Sport Amicizie”. Il titolo del libro è la sintesi perfetta della bella serata in cui Pietro Nicolosi, acese, ingegnere, arbitro e guardalinee di calcio, ma anche dirigente per anni della locale sezione dell’AIA e della Pozzillo di pallanuoto, ha presentato il suo primo libro.
Poco meno di quattrocento pagine di testi, foto, tabelle, il compendio di una vita spesa al servizio dello sport.
Ha introdotto Gaetano Rizzo, giornalista, presidente regionale USSI (Unione Stampa Sportiva Italiana) e addetto stampa del Comune di Acireale.
Hanno presentato il libro i giornalisti Gaetano Sconzo, palermitano, ex arbitro ed ex allenatore di calcio, e Franco Zuccalà, catanese trapiantato a Milano, una vita nelle redazioni dei più importanti giornali sportivi, e in giro per il mondo, reporter di grandi eventi, Olimpiadi e Mondiali di calcio. Da remoto, invece, l’intervento di Paolo Casarin, ex arbitro di calcio e, per anni, uomo di punta dell’AIA.
Pietro Grasso, diciassette anni, pallanotista e arbitro sulle orme del nonno
Gustosi gli aneddoti raccontati da Gaetano Sconzo che, ad un certo punto, ha sorpreso tutti, chiamando sulla scena il diciassettenne Pietro Messina, nipote di Pietro Nicolosi, pallanotista e, da poco più di due mesi, arbitro di calcio. Franco Zuccalà, un passato anche da giornalista televisivo (fu protagonista del lancio dell’emittente catanese Antenna Sicilia) ha affidato invece il suo pensiero ad un bellissimo video nel quale è riuscito a racchiudere i passaggi più significativi della carriera di Nicolosi.
Il calcio di un tempo ormai lontano: i due Lo Bello e le terne arbitrali fisse
Il Nostro ha faticato parecchio a trattenere la commozione, davanti alle immagini che scorrevano sul monitor. Ma anche davanti ai volti degli amici di una vita che si è ritrovato davanti: da Franco Di Matteo, siracusano, guardalinee, con Pietro, del più famoso dei Lo Bello, Concetto, uno dei più grandi arbitri italiani, a Elio Gervasi, elemento insostituibile della terna del figlio di Lo Bello, Rosario (trattenuto a Siracusa da problemi di salute).
Di questo, e di altro, ho parlato con l’ingegnere Nicolosi prima che l’incontro avesse inizio.
E prima che lo stesso, dopo gli interventi dei tre relatori, ci regalasse i suoi pensieri, ci partecipasse i suoi sentimenti, di marito, di padre, di nonno, di uomo di sport e di dirigente sportivo. La famiglia, il calcio, la pallanuoto.
Quella pallanuoto che gli ha regalato grandissime soddisfazioni ma che gli ha fatto provare un dolore atroce per la perdita, in un tragico incidente stradale, il 24 giugno del 2000, di quattro giovanissimi atleti della Pozzillo. “Quei ragazzi erano figli miei” ha mormorato l’ingegnere mentre le lacrime rigavano il suo volto. Serata bella e coinvolgente. Fatta di storie di vita, di sport e di amicizie. Come questo bel libro dell’ingegnere Pietro.
Giovanni Lo Faro