Riportiamo le riflessioni del Professor Francesco Pira riguardo i temi di fede, famiglia e società. Come sono cambiati i rapporti genitori figli? Quale ruolo ha la famiglia all’interno dell’era delle comunicazioni di massa? Quali sono gli effetti della tecnologia sulle relazioni? In che modo la tecnologia influenza il rapporto con la fede?
Recentemente ho ricevuto l’invito da parte dell’Ufficio Regionale per la Dottrina della Fede e la Catechesi della Conferenza Episcopale Siciliana a relazionare, lo scorso 23 aprile a Enna, sul tema: “Famiglia, società e fede. Generazioni a confronto” nell’ambito del convegno catechistico regionale siciliano sul tema: “Annuncio, Catechesi e Sinodalità – In ascolto del cuore dell’uomo“. Un’esperienza davvero unica e ricca di spunti di riflessione e con intensi momenti di confronto.
Pira / Fede, famiglia e società
La pandemia che ci ha colti di sorpresa ha, senza dubbio, sconvolto le nostre vite. Ci siamo ritrovati all’interno di una realtà senza più certezze e siamo stati costretti a cambiare le nostre abitudini quotidiane. Scoprire e accettare le nostre fragilità non è stato facile, soprattutto perché non conoscevamo i limiti delle nostre paure. Quello che è emerso è quanto l’emotività sia diventata importante nella vita degli adolescenti. La partecipazione ai social media è sempre più costante e l’isolamento forzato ha favorito questa interazione continua sulle piattaforme online.
Una dipendenza dai social e dal gruppo dei pari che genera un’ulteriore conseguenza. Sì, perché sui social tendiamo ad assumere modelli di identità predeterminati pur ritenendo di esprimere la nostra individualità, attuando una sorta di mimetizzazione, con la quale cerchiamo di assomigliare a questi ambienti online e, così facendo, rinunciamo a noi stessi. Ecco che diamo vita ad un io performativo con il preciso scopo di ottenere il gradimento del proprio pubblico. L’utilizzo dei diversi social media avviene in funzione degli obiettivi di comunicazione e del pubblico a cui si rivolgono. Più profili. Più pubblici.
Pira / La famiglia nell’era della comunicazione digitale
Il ruolo della famiglia è cambiato nell’era della comunicazione digitale. Infatti, si assiste a due fenomeni importanti. Il primo è la Democratizzazione delle relazioni all’interno della famiglia, dove riscontriamo: la libertà decisionale riconosciuta ai figli (spesso senza condizioni e in età precoce); la pariteticità di diritti e doveri tra genitori e figli (ad esempio i piccoli servizi, su cui viene rivendicato il diritto alla turnazione con il risultato che lavorano sempre i genitori); la perdita di autorità da parte dei genitori e il tentativo frequente di sostituirla con un innalzamento del tono affettivo.
Il secondo fenomeno è l’Esplosione della comunicazione, nella famiglia in cui emergono: la pervasività (i media mobili e connessi sono sempre con noi); la socialità mediata (prolunga oltre i limiti della presenza le relazioni e le interazioni); la naturalità (la tecnologia “scompare” sempre più dentro gli oggetti d’uso comune facilitando la nostra appropriazione di essi).
Pira / Fede, famiglia e società
Le relazioni famigliari nell’era della generazione multitasking mostrano come non si sia più tempo per guardarsi negli occhi. La connettività perenne prolunga il tempo lavorativo ben oltre i suoi limiti con il duplice risultato di produrre una ferializzazione indiscriminata anche del tempo festivo e una colonizzazione anche di quei non-tempi che si sottraevano all’agire. La comunicazione mediata pare più facile, rapida, efficace. Il risultato è un’estroflessione generalizzata di aspetti personali. Questo comporta che la comunicazione si fa sempre più rapida e superficiale.
Purtroppo, la conseguenza è che diventa sempre più alto il livello di incomunicabilità tra figli e genitori. Tantissimi i racconti di genitorialità fragile senza supporti che tentano la comunicazione con i figli divisi tra soggiorno e camera da letto collegati attraverso le chat dei social network. L’isolamento di genitori che non riescono a dialogare e che poco conoscono dei propri figli. Ma i genitori non sono i soli, l’indebolimento è generale. Ecco, perché serve una responsabilità educativa. Non è più sufficiente affermare che i ragazzi sono vittime dei media. Lasciarli da soli ci pone di fronte ad alcune fondamentali criticità. Noi adulti dobbiamo abbandonare la dimensione dell’inconsapevolezza e diventare attori coscienti e consapevoli della società e dobbiamo farlo per i nostri giovani.
Pira / Fede, famiglia e società
Gli ultimi report dimostrano come violenza e cyberbullismo non siano più marginali, ma prassi comportamentale. I dati appena pubblicati da Terre des Hommes e Scuolazoo ci mostrano che il 61% dei giovani afferma di essere vittima di bullismo o cyberbullimo e il 68% dichiara di non sentirsi sicuro online. I comportamenti sbagliati e timori sono legati anche ad altro. Un adolescente su tre, nel 2020, affermava di aver visto circolare sul web foto intime proprie o di amici sui Social. Il sexting risulta molto diffuso cosi come il reveng porn.
Una generazione che mostra le sue grandi fragilità e durante la pandemia sono aumentati del 30% i ricoveri per autolesionismo o suicidi. L’elemento principale da non sottovalutare è quel sentiero della solitudine che i giovani hanno iniziato a percorrere. Secondo una ricerca realizzata per “Generazioni Connesse” tra studenti e studentesse italiani da Skuola.net, le Università di Firenze e La Sapienza di Roma, sei adolescenti su 10 dichiarano di passare più di cinque ore al giorno connessi. Sempre connessi col mondo, ma sempre più isolati e chiusi in sé stessi.
I pericoli del web
Molto spesso i genitori sono poco consapevoli dei pericoli e dell’uso che i loro figli fanno delle nuove tecnologie. I report diffusi in occasione delle “Giornata sulla sicurezza informatica” ci presentano un quadro allarmante, con bambini e ragazzi sempre connessi e genitori spesso all’oscuro dell’uso o dell’abuso dei figli sulla rete e con la rete. Noi adulti abbiamo il dovere di presidiare e soprattutto di educare i nostri figli ad un uso consapevole del web. Non vietare, ma guidare ad un corretto uso delle tecnologie. Ci vuole un impegno forte per comprendere come si sta evolvendo la nostra società e quali sono le nuove esigenze educative, oltre a combattere le emergenze.
I genitori devono sapere che esiste il parental control, per vedere a quali siti accedono e quanto navigano i loro figli e avrebbero dovuto vigilare ancora di più durante il lockdown. Durante a pandemia il mondo scolastico e accademico sono stati costretti ad allontanarsi dalle aule e a sperimentare la DAD (didattica a distanza) o la DDI (didattica digitale integrata), cercando di supportare i ragazzi con i mezzi a disposizione per non abbandonarli.
Pira / Fede, famiglia e società
La parrocchia contribuisce alla formazione dei giovani e la spinta della fede, di tutti gli operatori parrocchiali, ha sostenuto in questi ultimi due anni i preadolescenti e adolescenti. Molte parrocchie hanno organizzato incontri online e non hanno lasciato sole le categorie più fragili. Il messaggio che è stato dato è quello che Gesù non ci abbandona mai, ma ci tiene per mano anche nella prova. La parola di Dio ha dato conforto a quanti sentivano quel profondo senso di abbandono.
Proprio il lunedì dell’Angelo il Papa ha incontrato gli adolescenti italiani. Oltre cinquantamila ragazzi, compresi tra i 12 ed i 17 anni, provenienti da tutta Italia, guidati da 60 vescovi ed accompagnati da decine di sacerdoti, religiosi, religiose, educatori e responsabili di associazioni, movimenti e comunità. Si chiama #Seguimi, il pellegrinaggio a Roma degli adolescenti, organizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana. Il primo incontro del Papa in Vaticano con i ragazzi italiani dopo la lunga sosta dovuta alla pandemia ed è significativo che si svolga il giorno dopo la Pasqua, Festa che dà origine alla fede, infonde speranza ed è simbolo di rinascita.
Le parole di Papa Francesco alla GMG
Mi piace ricordare le parole del Papa durante la XXXVI Giornata Mondiale della Gioventù:
“Grazie perché in un mondo che, appiattito sui guadagni del presente, tende a soffocare i grandi ideali, non perdete in questo mondo la capacità di sognare! Non vivete addormentati né anestetizzati. No, sognate vivi. Questo aiuta noi adulti e la Chiesa. Sì, abbiamo bisogno anche come Chiesa di sognare, abbiamo bisogno dell’entusiasmo e dell’ardore dei giovani per essere testimoni di Dio che è sempre giovane!. E vorrei dirvi un’altra cosa: tanti vostri sogni corrispondono a quelli del Vangelo. La fraternità, la solidarietà, la giustizia, la pace:sono gli stessi sogni di Gesù per l’umanità. Non abbiate paura di aprirvi all’incontro con Lui. Egli ama i vostri sogni e vi aiuta a realizzarli. Il cardinale Martini diceva che alla Chiesa e alla società servono ‘sognatori che ci mantengano aperti alle sorprese dello Spirito Santo’ (Conversazioni notturne a Gerusalemme. Sul rischio della fede,p. 61). E’ bello. Vi auguro di essere tra questi sognatori!”
Pira / Fede, famiglia e società
Allora, ci vuole un patto di responsabilità che coinvolga le famiglie, la scuola e le parrocchie. Un cammino che proceda mano nella mano, dove la fede possa colmare quello che è venuto a mancare in questi ultimi mesi. Ci vuole quella speranza che Bergoglio cerca di trasmetterci in ogni occasione e in ogni suo intervento, ma soprattutto è necessario riscoprire il valore della fede per trasformare ogni ostacolo in opportunità.
Francesco Pira
Delegato del Rettore alla Comunicazione all’Università di Messina, dove insegna comunicazione e giornalismo ed è coordinatore didattico del master in social media manager del Dipartimento di Civiltà antiche e moderne.