Uno dei maggiori imprenditori del settore Green in Italia, Antonio Diana, in occasione della Giornata della Terra, ha condiviso una significativa riflessione sull’attuale situazione ecologica che desideriamo sottolineare. Partiamo dalla considerazione che la Giornata della Terra, nata ufficialmente dal 1970, è giunta alla sua 52esima edizione. Si celebra ogni anno il 22 aprile, un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera. Ha come obiettivo la tutela dell’ambiente e la salvaguardia del pianeta. Diana è un imprenditore dedito alla green economy, che si occupa da anni di differenziazione e riciclo sul piano nazionale, avendo come base la sua Caserta. Nella sua riflessione sottolinea come, ai numerosi problemi ambientali che ci trasciniamo già da decenni, quest’anno si aggiunga anche la guerra in Ucraina. Ma andiamo con ordine, partendo dal senso della Giornata in questione.
Le origini della Giornata della Terra
La Giornata della Terra (in inglese Earth Day) è la più grande manifestazione ambientale dedicata al nostro pianeta. L’idea è nata inizialmente come movimento universitario per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali. L’Earth Day prese forma a seguito del disastro ambientale causato dalla fuoriuscita di petrolio dal pozzo della Union Oi in California nel 1969. A causa di questo incidente, il senatore Nelson invitò i cittadini americani a scendere in piazza per manifestare in difesa della Terra. È così che si mobilitarono ben 20 milioni di persone. Le associazioni ambientaliste e migliaia di studenti universitari organizzarono proteste contro il degrado ambientale: è così che dal 22 aprile 1970 nacque ufficialmente l’Earth Day.
Giornata della Terra / Quali sono i suoi obiettivi
La Giornata della Terra è nata per sensibilizzare il mondo sull’importanza della conservazione delle risorse naturali, sul cambiamento climatico e l’inquinamento (di acqua, aria e suolo). Ed è probabilmente il più potente strumento di richiamo alla tutela del Pianeta al giorno d’oggi. Con il passare degli anni, questa giornata è diventata un avvenimento educativo ed informativo. Ma soprattutto un’occasione di confronto tra i leader mondiali affinché vengano adottate strategie comuni e misure concrete per combattere i problemi ambientali. Già nel 1970, anno in cui è stata fondata, si dovevano affrontare problemi come l’inquinamento da combustibili fossili, i rifiuti tossici, la deforestazione, l’estinzione della fauna selvatica, ecc. E dopo 52 anni, non possiamo che constatare che la situazione non sia migliorata e vi sia ancora tantissimo da fare per salvare il nostro pianeta.
Il tema della Giornata della Terra del 2022: ”Invest In Our Planet”
Ogni edizione della Giornata della Terra ha un suo tema. Quello del 2022, annunciato dagli organizzatori di Earthday.org, sito ufficiale della Giornata della Terra, è ”Invest In Our Planet’’ (Investire nel nostro Pianeta). Nel corso degli anni, la partecipazione all’Earth Day è cresciuta esponenzialmente. Oggi tante associazioni, enti, aziende ma anche singoli cittadini si sono impegnati sempre di più nel promuovere stili di vita e azioni ecosostenibili per proteggere la Terra. Oggi prendono parte a questa celebrazione ben 193 nazioni. In Italia, è attivo uno dei migliori comitati organizzativi del mondo: l’Earth Day Italia. E’ la sede europea dell’Earth Day Network di Washington, l’ONG internazionale che promuove la Giornata Mondiale della Terra delle Nazioni Unite.
Antonio Diana: la Giornata della Terra 2022 ”all’insegna della minaccia”
Antonio Diana, presidente della Fondazione Mario Diana, ha scritto un articolo in occasione del 52° anniversario della Giornata della Terra. L’imprenditore casertano è noto per la sua particolare attenzione all’eco-sostenibilità. Dal 1988 è impegnato nei settori della Logistica, delle Costruzioni, dei Servizi Ambientali e nel Recupero e Riciclo di rifiuti da raccolta differenziata. Diana definisce il 2022 un anno in cui non ci siamo ancora lasciati alle spalle la minaccia del Covid e dobbiamo fare i conti con una guerra brutale e inattesa nel cuore dell’Europa, ”all’insegna della minaccia’’. Infatti, a seguito degli avvenimenti degli ultimi mesi, si rischia di compromettere gli sforzi e le azioni messe in atto in passato, intensificando la crisi climatica ed ambientale.
Questo conflitto ci mostra, riflette, un mondo ancora fragile: assistiamo a migliaia di morti civili, ad una crisi di rifugiati senza precedenti, ad un crollo economico globale e soprattutto ad una corsa sfrenata per l’approvvigionamento di risorse energetiche. In questa situazione è necessario, dunque, articolare in maniera diversa la dipendenza dall’approvvigionamento di risorse energetiche e di materiali dall’estero. È per questo motivo che discutere di ambiente adesso è ancora più importante: ”non sono solo le armi o gli aiuti umanitari ad intervenire in un contesto globale di crisi – scrive: – politiche ambientali concrete, efficienti e tempestive sono altrettanto urgenti e necessarie per chi quella guerra la subisce da vicino e per tutti noi che vi partecipiamo a distanza’’.
La riflessione di Antonio Diana: è arrivata l’ora di scegliere da che parte stare
La crisi ucraina ha accelerato la semplificazione di misure a favore delle fonti rinnovabili, dell’efficientamento e del risparmio energetico, della riparazione e del riutilizzo, del riciclo di materiali. ”Questo conflitto – conclude Diana – ha un potere taciuto: quello di determinare il presente del nostro pianeta o di apporvi un’ipoteca ulteriore per il futuro.
Il mondo sta cambiando in fretta ed è il tempo dell’azione per fare della transizione ecologica e la giustizia ambientale politiche concrete di pace, rispetto dell’ambiente e dei diritti umani’’. L’articolo si conclude con un ultimatum che riprende il titolo: in un mondo rapido, complesso e in guerra è arrivata l’ora di scegliere, definitivamente, da che parte stare.
Pia Huang