Chiunque conosce il monumento dei caduti in piazzetta Garibaldi ad Acireale. Ma forse, quello che non tutti sanno è che nella “città dei cento campanili” vi sono molteplici lapidi commemorative dei militi acesi caduti durante la prima guerra mondiale. Spesso nascoste e talvolta anche dimenticate, sono collocate in diverse parti della città. Spesso anche in edifici storici, riportando alla memoria storie di giovani soldati morti per la libertà.
La grande guerra a piazza Duomo
La città, alla fine della Grande guerra, si ritrovò a piangere molti uomini e più di 550 giovani caduti, oltre alle decine di altri soldati che tornarono invalidi e mutilati, molti dei quali moriranno negli anni a seguire. La prima Commemorazione ai Caduti si svolse nel 1921 in Piazza Duomo. Da una testimonianza dell’epoca pubblicata dal professor Domenico Torrisi, alle ore 10 erano presenti Carabinieri in alta uniforme e la Fanteria. Ed al centro della piazza vi era un catafalco ricoperto con il tricolore, corone di fiori e palmizi. Da qui partirono delle delegazioni per deporre fiori sulle lapidi sparse per la città.
I ragazzi del ‘99
Ma chi erano i cosiddetti ragazzi del ’99?
Con decreto Luogotenenziale n 112 pubblicato sulla Gazzetta del Regno di Italia n.26, il primo febbraio del 1917 si chiamarono alle armi anche la classe dei nati 1899: la maggior parte ancora studenti ed appena diciottenni.
L’intenzione dei vertici militari era quello di addestrarli e di mandarli al fronte non prima della primavera del 1918.
Con la disfatta del 24 ottobre del 1917 a Caporetto si rese necessario mandare al fronte tutti i soldati sino ad allora addestrati. Così i ragazzi del ’99 mandati al fronte nel novembre del 1917, erano totalmente inesperti. Molti furono gli studenti acesi che, anche se esonerati, vennero in seguito richiamati: molti di questi persero la vita.
Acireale / Le lapidi dei caduti dimenticate
Acireale e gli istituti scolastici non dimenticarono alunni, ex alunni e insegnanti che per anni avevano attraversato i corridoi dei diversi istituti. Alla fine della Grande guerra si decise di commemorarli con lapidi come quella al palazzo di Città risalente al 1922. Altre ancora riportano i nomi di studenti del ’99 e non, morti durante la grande guerra che in qualche modo legati al mondo dell’istruzione scolastica acese.
Acireale / Le lapidi ai caduti per la città
In giro per la città è possibile scorgere la lapide deposta presso il liceo classico Gulli e Pennisi il 24 maggio 1919 in via Marchese di San Giuliano e traslata nella nuova sede dell’Istituto in via Arcidiacono in Acireale. Un’altra lapide si trova nella vecchia sede dell’Istituto Fuccio la Spina in via dei Filippini il 24 Giugno del 1920. La lapide deposta sul muro perimetrale della chiesa del Santissimo Salvatore, in corso Savoia, fu deposta il 4 novembre del 1919 e riporta l’elenco di 12 operai tra cui due diciassettenni morti in guerra.
Vi sono altre lapidi presso l’istituto San Michele deposte nel corridoio dell’Istituto dai Padri Filippini in via Dafnica. A questi giovani sconosciuti, personaggi storici acesi, da Aurelio Grasso a Sebastiano Pittera per citarne alcuni, hanno dato un volto ricostruendone la storia. La Grassi Pasini istituto comprensivo, sempre in via San Giuliano, prima scuola pubblica dell’acese, custodisce infine un’altra lapide dedicata ai caduti durante la Grande guerra e conserva inoltre anche alcune foto degli allievi scattate prima di partire per il fronte e mai più tornati.
Acireale / Le gloriose lapidi dei caduti al Collegio Pennisi
Anche al collegio Pennisi, seppur dopo molti anni, venne inaugurata una lapide commemorativa. Con incisi i nomi di alunni e insegnanti morti durate la prima e la seconda guerra mondiale. Nel Libretto custodito presso la biblioteca Zalantea (B. 105 n. 27) “Ai suoi Gloriosi Caduti il Collegio Pennisi” si racconta che il 12 Aprile del 1961 fu un giorno di festa, dopo la Santa messa celebrata da Mons. Evasio Colli, con la presenza delle famiglie dei convittori ed ex alunni fu scoperta la lapide commemorativa. In questi giorni in cui la parola guerra risuona nella testa e nel cuore e impaurisce più di prima, è importante non dimenticare il sacrificio di questi ragazzi e dei loro insegnanti, i cui nomi per decenni si sono persi nell’ombra di questi istituti.
Ogni giorno, centinaia di ragazzi guardano i nomi senza volto né storia affissi sulle lapidi. Come se quel sacrificio non sia valso a niente. Invece, affinché le loro morti abbiano un senso, sarebbe onorevole effettuare una rivalutazione in una sorta di percorso di guerra lungo le vie di Acireale, che coinvolga anche piazze e palazzi. Come un “Museo diffuso”: perché la memoria è un monito per le generazioni future, al giorno d’oggi più che mai attuale.
Matteo Arcidiacono