Teatro Massimo / “L’elisir d’amore” con lo scenario dell’Etna

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Elisir d'amore

Gli elementi sono diversi: l’opera di Donizetti, il libretto di Felice Romani alla base, il contesto storico di Catania nel secondo dopoguerra e i richiami al cinema italiano di quegli anni. Il regista Antonio Calenda ha messo insieme tutto questo nello spettacolo dal titolo L’elisir d’amore ai tempi di Ladri di Biciclette. La rappresentazione è in scena al teatro Massimo Bellini di Catania e lo sarà fino al prossimo martedì, 17 maggio.

Tante sono le componenti nella performance lirica che sta recuperando un evento riguardante la stagione 2020, bloccata per via della pandemia. La storia d’amore tra Nemorino e Adina è protagonista nello scenario con l’Etna sul fondo. È una storia che nasce dal personaggio maschile, Nemorino. Lui prova per primo il sentimento e soffrirà fino alla sua affermazione. L’amore matura nel suo percorso e culmina nella corrispondenza di Adina, donna bella ed intelligente. Le altre figure maschili, quali il militare Belcore e il dottore Dulcamara, permettono alla storia di potersi articolare con interferenze e arricchimenti.Elisir d'amore

L’elisir d’amore riprende il teatro musicale dell’Ottocento

L’elisir avrà il suo ruolo ma spiegherà anche la vera spontaneità del sentimento. L’inserimento scenico delle biciclette richiama lo spettatore al cinema d’altri tempi. Saranno numerose quelle sul palco. Accompagneranno i contadini al loro lavoro, nelle campagne siciliane. Ricorderanno la loro utilità per spostarsi di luogo in luogo nel periodo successivo alla guerra. “Le biciclette invadono la scena con l’arrivo dei contadini per la giornata di lavoro, disegnano tragitti che rievocano quadri familiari e lirici, struggenti e nostalgici, mentre su tutti una grande rappresentazione del Mongibello sovrasta la scena come un’immensa divinità tellurica e benevola che domina la storia”, ha dichiarato il regista, come riportato nel comunicato stampa dell’evento.

Si tratta di uno spettacolo che riprende il teatro musicale dell’Ottocento. Parte dal lavoro francese di Eugène Scribe, il libretto Le philtre, con l’opera di Daniel Auber, rappresentato a Parigi nel 1831. Nel connubio Donizetti- Romani l’impronta lirica è determinante. In primo piano Tiziano Severini, con le scenografie ed i costumi curati da Manuel Giliberti. A dirigere il coro è il maestro Luigi Petrozziello. Si esibiranno nei panni di Adina i soprani Irina Dubrovskaya e Manuela Cucuccio, in quelli di Nemorino i tenori Mario Rojas e Valentino Buzza, mentre interpreteranno il dottor Dulcamara i bassi Francesco Vultaggio e Luca Galli. Il militare Belcore avrà voce con i baritoni Clemente Antonio Daliotti e Giovanni Guagliardo. Ancora i mezzosoprani Paola Francesca Natale e Albane Carrere saranno Giannetta mentre il mimo Giancarlo Latina rivestirà il ruolo dell’assistente del dottore.

                                                                                                   Rita Messina

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