“La lingua dei segni – scrive il prof. Santo Di Nuovo, docente emerito di psicologia dell’Università di Catania, nella prefazione al libro di Antonella Alì La lingua dei segni nell’educazione del sordo prelinguistico, Edizioni AIMC, Roma – è ormai molto diffusa, anche al di fuori del contesto educativo: esistono telegiornali interamente in questa lingua, interpreti LIS nei congressi, nelle aule universitarie, persino nei comizi. Il “Movimento LIS subito” ha pressato da anni, seppur fra tante critiche, per il riconoscimento legislativo della lingua dei segni italiana. E perché venisse affermato il diritto di piena cittadinanza alle persone con disabilità uditiva”.
La Lingua dei Segni, un vero e completo linguaggio
“In altri paesi la lingua dei segni è riconosciuta ufficialmente da tempo (negli Stati Uniti come American Sign Language, ASL), così come gli interpreti e le figure di assistenza alla comunicazione. Pur essendo basata esclusivamente su segnali da recepire mediante il canale visivo, la ASL (in italiano LIS) è un vero completo linguaggio, con strutture fonologiche, morfologiche e sintattiche che riprende anche quelle di altre lingue: dal greco antico al basco attuale, fino alle lingua oceaniche. Si aggiungono componenti paralinguistiche (gesti, mimica facciale) che permettono di recepire anche gli aspetti emotivi della comunicazione”.
La Lingua dei Segni mezzo di contatto della comunità dei sordi
“Ad esempio – sono sempre parole del prof. Di Nuovo- l’espressione del volto sostituisce il tono della voce. Ed oltre le componenti manuali del segno la comunicazione avviene anche con lo sguardo, il labiale e il movimento del busto. Un solo segno che include più elementi può rappresentare intere frasi. Una caratteristica importante di questo linguaggio è che esso – come tutte le lingue – è espressione e mezzo di contatto di una intera comunità, quella delle persone sorde”.
Il Congresso occasione di approfondimento sulla Lingua dei Segni
Sul tema “della lingua dei segni e sulla sua importanza nello sviluppo psicologico e nell’educazione del sordo prelinguistico”, vivo interesse e partecipazione ha riscosso, nei giorni scorsi, il Congresso organizzato dal Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Catania. La prof.ssa Rosa Loredana Cardullo, direttrice del Dipartimento, ha aperto i lavori che sono stati poi moderati dalla prof.ssa Elena Commodari, associato di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione della stessa Università.
Santo Di Nuovo: “Lingua dei Segni, segno di integrazione”
In apertura i saluti del prof. Giuseppe Desideri, presidente nazionale AIMC, e del prof. Salvatore Di Stefano, dirigente scolastico dell’IIS “De Nicola” di San Giovanni La Punta. Questa la scuola nella quale ha prestato servizio la prof.ssa Antonella Alì, autrice del libro sulla lingua dei segni che ha dato lo spunto all’iniziativa.
Ha aperto i lavori la relazione del prof. Santo Di Nuovo sul tema “Lingua dei segni, segno di integrazione”. Subito dopo il prof. Salvatore Massimo Oliveri, ordinario di disegno e metodi dell’ingegneria industriale, presidente del CinAP, Università di Catania ha trattato il tema “Unict e CinAP per l’inclusione”.
Il Congresso LIS – Crescere bilingui, esperienze di bambini sordi e udenti e il ruolo della scuola
A seguire, le relazioni della prof.ssa Sabina Fontana, associato di Glottologia e linguistica, Università di Catania, sul tema “Crescere bilingui – LIS italiana: esperienze di bambini sordi e udenti”; della prof.ssa Zina Bianca, presidente provinciale AIMC, componente della Commissione etica dell’Università di Catania, su “Il ruolo della scuola” ; della prof.ssa Gabriella D’Aprile, associato di Pedagogia Generale e Sociale, Università di Catania, su “Elogio di un’educazione linguistica in prospettiva inclusiva”.
Il Congresso LIS – Le esperienze di una mamma sorda, di un genitore e di una docente di sostegno
Non meno significativi gli interventi della dott.ssa Maria Agatina Panebianco, referente USF, Università, Scuola, Famiglia, Ente Nazionale Sordi, su “L’esperienza di una mamma sorda”; della dott.ssa Nunziata Pedalino, vice-presidente AFAE, Associazione Famiglie degli Audiolesi Etnei, su “L’esperienza di un genitore” e della prof.ssa Rosaria Spinella, Docente TFA, Università di Catania, docente di sostegno IC “Verga” di Catania, su “L’esperienza sul campo”. In chiusura, il prof. Giovanni Lo Faro ha presentato il libro di Antonella Alì.
Il Congresso LIS – Un’iniziativa di grande spessore culturale, con l’Università in primo piano
D’obbligo i ringraziamenti: alla preside prof.ssa Zina Bianca, collega stimatissima, vera anima dell’iniziativa in tutte le sue fasi; al prof. Santo Di Nuovo, autore della pregevole prefazione al testo; alla prof.ssa Elena Commodari, organizzatrice e moderatrice impeccabile; ai relatori tutti; ai rappresentanti istituzionali dell’Università, della Scuola, dell’Associazionismo che hanno contribuito ad arricchirla con la loro partecipazione e con i loro interventi; agli interpreti LIS; alla dottoressa Valentina La Rosa, che ha realizzato la splendida locandina del Congresso, e a quanti, studenti e non, hanno avuto modo di seguirla, in presenza e da remoto.
L.V.