Classe 1983, insieme ad altri collaboratori, giovani donne e uomini, Giuseppe Aleo sogna, come da motto della propria campagna elettorale, un’Aci Catena in grado di generare sviluppo ed economia. Impegnato nella politica catenota dal 2004, corre da sindaco per la prima volta. Già compagno di partito in Alleanza Nazionale e storico alleato dell’attuale sindaco uscente, Nello Oliveri, sfida ora quest’ultimo ed altri tre candidati per il ruolo di di primo cittadino, con il detto “Se puoi sognarlo, #PUOIfarlo”. Il Comune di Aci Catena è ormai prossimo alle elezioni, previste per il 12 giugno.
Giuseppe Aleo, in base alla gravissima situazione debitoria di Aci Catena, vi è alternativa alla dichiarazione di dissesto? Cosa ne pensa?
Un’alternativa, seppur difficile da percorrere, potrebbe esserci. E’ stato presentato un piano di rientro che purtroppo la Corte dei conti difficilmente approverà. Non basta fare sacrifici. Se il Comune dovesse riuscire a creare un piano aziendale, cercando di incassare al mese un ammontare tra i 8/10 mila euro, per poter provvedere alle spese minime, si potrebbe parlare di un piano di rientro. Diversamente, purtroppo dovremmo pensare all’idea del dissesto. Per il Comune di Aci Catena non cambierebbe nulla, dato che presente ai massimi storici tutte le tasse. Si avrebbe la possibilità, in due o tre anni, di rimettersi in sesto e lavorare bene.
Giuseppe Aleo, con quali punti programmatici intende proporsi alla cittadinanza di Aci Catena? Quali a suo dire le priorità?
Il verde, la pulizia e la bonifica del territorio per me sono alla base, per cui non li classificherò come punti programmatici. Li classificherei come l’ABC di un buon Comune. Servirebbero delle aree dove poter sviluppare lavoro. Bisogna arginare un fenomeno di cui Aci Catena purtroppo soffre da tempo: l’abbandono della città. L’artigianato è fondamentale per il Comune, un piccolo mercato al chiuso sarebbe l’ideale. Andare ad ampliare i servizi minimi come i parcheggi o la viabilità è fondamentale per le piccole-medie imprese sparse sul territorio. A livello di turismo auspico, adesso, dopo la ripresa dalla pandemia da COVID19 a qualche manifestazione che possa promuovere la città di Aci Catena e comuni limitrofi. Ci sono sei dei punti programmatici sullo sviluppo economico. Stop alla cementificazione, inutile cementificare, si sminuirebbe il valore degli immobili sul mercato creando meno verde e meno possibilità di spazi aggregativi.
Come ristabilire la fiducia dell’elettorato nella politica e, nello specifico, con la figura del sindaco? Pensa di utilizzare i social?
Il sindaco non è lo Stato, è bene ricordarlo. La figura del sindaco, ad oggi è il front office. E’ l’unico punto di riferimento che hanno i cittadini. Dobbiamo impegnarci per una maggiore vivibilità del territorio che consenta al cittadino una città a misura d’uomo, che possa amare. Questo potrebbe far tornare il cittadino ad andare votare in quanto amante della sua città, affinché il votato possa dimostrare il suo intento.
I social, negli ultimi decenni sono stati molto utilizzati. Nonostante serpeggino moltissime fake news, se utilizzati nel giusto modo possono essere una buona risorsa per poter informare i cittadini. Vanno date comunicazioni non fredde: il Comune può e deve parlare giorno dopo giorno al cittadino. Ormai il 2.0 non basta più, si parlerebbe di un Comune 3.0. E’ chiaro che attenzionando i social si capisce verso dove tende la società ed è giusto ascoltarla. Infatti, oltre al contatto umano che è uno dei nostri cavalli di battaglia, è fondamentale ripartire da qui, comprendendo gli errori.
Spesso una candidatura genera supposizioni legate ad appartenenze politiche o “gravitazioni” intorno a figure di onorevoli. Vi sono per lei al momento partiti o figure di riferimento in questo senso o rivendica una nuova proposta personale?
La mia è una proposta personale, non abbiamo partiti politici. L’unico politico con cui abbiamo scelto di intraprendere un percorso d’amicizia e stima reciproca è Cateno De Luca, l’ex sindaco di Messina. Ci siamo incontrati in questo percorso molto simile, mi ha dato la sua disponibilità, rispecchiandoci a vicenda perché non rappresentiamo un colore politico. Non è importante il colore o l’appartenenza politica, non importa questo all’interno delle nostre liste. L’importante è avere il buon senso del buon padre di famiglia.
La grande sfida del prossimo mandato sarà quella dei fondi legati al PNRR: un fallimento nella progettazione o negli adempimenti sarebbe un clamoroso danno alle generazioni future. Come imposterebbe le competenze della sua giunta, in questo senso?
Abbiamo mandato un forte messaggio alla città prendendo un tecnico e ne prenderemo altri due. Uno per i fondi PNRR ed uno per i rifiuti. Non saranno frutto di risultati delle liste: non saranno contentini da dare a gruppi di elettori collegati alla nostra candidatura, ma saranno figure atte a rilanciare Aci Catena. Abbiamo partecipato, per un milione di euro, al bando per la rete idrica sulla frazione di S. Nicolò perché la nostra idea è quella di ridurre al minimo i malfunzionamenti della rete idrica. Questo ci permetterebbe un risparmio di acqua e di costo delle bollette.
Un altro progetto che proponiamo riguarda quella che, prima del fallimento aziendale, era l’area della DACCA. Vorremmo acquistare quello stabile come Comune e renderlo, con i fondi del PNRR, un’area artigianale per tutti gli ambulanti: ci darebbe un mercato al chiuso. La creazione di un bosco urbano a Vampolieri poi permetterebbe di abbattere i parametri di idrogeno sul nostro territorio, ottenendo i fondi europei e quelli del PNRR che, su questo, hanno riservato una bella fetta.
Giorgia Fichera