I riflettori sono ancora puntati sui successi nazionali e internazionali inanellati in questo periodo dal Teatro Massimo Bellini. E l’Orchestra dell’ente lirico etneo accoglie una nuova sfida stilistica e interpretativa proponendo un programma monotematico dedicato a Ludwig van Beethoven.
Il programma punta su tre capolavori celeberrimi: l’ouverture del “Coriolano”, il Quinto concerto per pianoforte e l’Ottava Sinfonia. L’appuntamento è per il doppio turno del cartellone sinfonico, in calendario per venerdì 27 maggio alle ore 20 30 (Turno A) e sabato 28 maggio alle 17 30 (Turno B).
Artisti ospiti di altissimo livello – informa una nota stampa dell’Ente – saranno il direttore d’orchestra Eckehard Stier e il pianista Andrey Gugnin. Si tratta, ricordiamo, del recupero della stagione 2020, ripresa dopo la sospensione dovuta all’emergenza Covid. Per gli abbonati sarà dunque sufficiente esibire il tesserino; coloro non hanno sottoscritto l’abbonamento potranno invece acquistare il biglietto al botteghino.
Beethoven, prova impegnativa per l’Orchestra del Teatro Massimo
I brani in locandina rappresentano una prova impegnativa che la pluripremiata Orchestra dell’ente lirico etneo affronta sull’onda delle trionfali affermazioni riportate nelle scorse settimane. A cominciare dal tutto esaurito registrato per le rappresentazioni del donizettiano “Elisir d’amore”, un successo di pubblico ma anche di critica. E preceduto qualche settimana fa dal prestigioso riconoscimento ottenuto agli International Classical Music Awards per l’incisione del “Pirata” di Vincenzo Bellini, realizzata in pieno lockdown.
È dunque un momento di viva soddisfazione per la storica istituzione teatrale catanese che nelle ultime stagioni ha puntato al rilancio e a traguardi sempre più ambiti. Con la realizzazione di nuove produzioni musicali senza mai fermarsi, nemmeno durante la fase più cupa della pandemia.
Ad aprire la kermesse beethoveniana sarà la musica di scena composta per “Coriolano”. La tragedia di Collin per la quale il Titano di Bonn concepì l’ouverture in do minore, op. 62, eseguita la prima volta nel 1807 in privato. Se il tema principale esprime l’impeto bellicoso del condottiero romano pronto ad invadere la sua città, quello più delicato in Mi bemolle maggiore incarna le suppliche della madre che lo prega di risparmiare la patria.
Anche l'”Imperatore” nel concerto dedicato a Beethoven
Seguirà il celeberrimo Concerto n. 5 per pianoforte e orchestra in mi bemolle maggiore, op. 73, meglio noto come “Imperatore”. Titolo tuttavia posticcio né inerente a Napoleone Bonaparte, al quale fa corretto riferimento solo la terza Sinfonia “Eroica”. Dedicato all’arciduca Rodolfo Giovanni d’Asburgo-Lorena, il concerto ebbe il suo debutto a Lipsia, l’anno successivo a quello della stesura definitiva, nel novembre 1811.
La seconda parte del programma è riservata alla Sinfonia n. 8 in fa maggiore, op. 93, composta tra il 1811-12. Ed eseguita privatamente nel 1813 nella residenza dell’arciduca e per la prima volta in pubblico a Vienna il 27 febbraio 1814.
L’inaspettato ritorno al passato dopo tante scelte innovative porta il compositore al recupero di modi haydniani e mozartiani, a più ridotte proporzioni architettoniche fino alla durata contenuta.
Ma ciò non deve trarre in inganno circa il fatto che siamo di fronte ad una creazione della piena maturità artistica di Beethoven, vuoi per la fattura strumentale, vuoi per il trattamento armonico. Il brillante Allegro iniziale esprime serenità e gaiezza, confermate nell’Allegretto dai toni umoristici e scherzosi. E se il Minuetto anticipa sviluppi brahmsiani, lontani dalla fatuità settecentesca, l’Allegro finale è nel segno della gioia di vivere.
Al Teatro Massimo l’omaggio a Beethoven di Stier,
poliedrico direttore d’orchestra
Maestro concertatore e direttore, Eckehard Stier è regolarmente direttore ospite di prestigiose formazioni, quali London Symphony, London Philharmonic Orchestra, Tokyo Philharmonic, Melbourne Symphony Orchestra, Dresdner Philharmonie, Staatskapelle Halle, Münchner Symphoniker, MDR Sinfonieorchester, Robert Schumann Philharmonie Chemnitz e WDR Radio Orchestra Cologne.
Ha inciso con London Symphony, Auckland Philharmonia, Orchestra of the Swan, e ha sviluppato importanti collaborazioni con solisti di chiara fama. Le sue concertazioni delle partiture sinfoniche di Mahler e Šostakóvič sono acclamate a livello internazionale, al pari delle sue direzioni operistiche, con una predilezione per il teatro musicale di Richard Strauss e in particolare di Wagner.
Accanto all’attività di direttore d’orchestra, coltiva quella di pianista che accompagna film muti e ama anche il jazz. Il suo approccio innovativo alla musica si riflette in progetti che coinvolgono stili etnici e cross-over.
Nel concerto del Teatro Massimo il virtuosismo di Gugnin esalta Beethoven
Il pianista Andrey Gugnin, artista di appassionato virtuosismo, possiede una “tecnica straordinariamente versatile e agile, al servizio di un’immaginazione musicale ispirata”, si legge su Gramophone. Nel 2020 ha conquistato i BBC Music Magazine Awards, vittoria preceduta dalle affermazioni al Sydney International Piano Competition nel 2016 e al Concorso pianistico internazionale Gina Bachauer nel 2014.
Sempre più richiesto in qualità di solista, ha suonato con importanti orchestre in tutto il mondo: London Philharmonic Orchestra, Mariinsky Symphony Orchestra, State Academic Symphony Orchestra of Russia, Netherlands Symphony Orchestra, Orchestra Sinfonica dell’Australia Occidentale e Sydney Symphony.
Si è esibito sotto la guida di direttori del calibro di Gergiev, Zweden, Leeuw, Raiskin, Kochanovsky e Fisch. Ha inoltre affrontato il repertorio cameristico con l’ensemble Asko Schönberg, l’Orchestre de Chambre de Genève, Jerusalem Camerata e Camerata Salzburg e in in duo con il violinista Tasmin Little. Sul versante discografico, le sue registrazioni dei Concerti di Šostakóvič sono state selezionate per la colonna sonora del film premio Oscar “Bridge of Spies” di Steven Spielberg.