L’incredibile storia della Sant’Ambroes FC: quando il calcio è in grado di superare le barriere invece di dividere. La squadra meneghina, nata quattro anni fa, è la prima, composta di richiedenti asilo e rifugiati, a essere iscritta alla Federazione Italiana Giuoco Calcio al Nord.
Che il pallone sia in grado di unire rotolando senza indugio tra barriere e stereotipi, incurante, romantico ed efficace, è un fatto ormai acclarato. Non di rado, il calcio supera ostacoli apparenti, linguistici e culturali, lasciando spazio a processi di inclusione sociale. Con questo scopo, quattro anni fa prendeva vita nel milanese la storia del Sant’Ambroeus F.C. Prima squadra al nord di richiedenti asilo e rifugiati iscritta alla Federazione italiana Giuoco Calcio. Ma per dare materia ai sogni, spesso, serve una spinta sostanziale. Partner ufficiale fu Rob de Matt, bar-bistrot che è anche un’associazione di promozione sociale che promuove progetti di inclusione lavorativa rivolto a persone con storie di marginalità e svantaggio. Sostenne economicamente la squadra finanziando i costi per le visite mediche dei giocatori e ospitando gli eventi di autofinanziamento.
Sant’Ambroes FC / Il calcio nel nome dell’inclusione sociale
Il progetto prese vita il 4 ottobre 2018 proprio presso Rob de Matt, in via Enrico Annibale Butti 18, nel quartiere Dergano. Una cena sociale presentò i giovani calciatori della squadra provenienti da diversi paesi africani come Gambia, Senegal, Mali, Costa d’Avorio e Guinea. Fu un’occasione speciale anche per ringraziare tutte le 140 persone che avevano sostenuto la squadra attraverso la campagna di crowdfunding. In principio, l’unione nacque da due squadre già esistenti, Black Panthers e e Corelli Boys, accomunate dall’idea di dare l’opportunità di giocare a calcio e stare assieme a persone che alloggiavano in centri di accoglienza. Negli anni, il progetto si è…
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