Canto al Vangelo domenica 31 luglio (Mt 5,3 )
Alleluia, alleluia. Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Alleluia
Vangelo domenica 31 luglio ( Lc 12,13 – 21 )
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio». Parola del Signore.
Riflessione sul vangelo di domenica 31 luglio
La Liturgia di questa Domenica, presenta il brano del Vangelo di Luca nel racconto di Gesù che mette in guardia dall’avere ogni forma di cupidigia.
Prendendo spunto dalla richiesta di un uomo che gli chiedeva di fargli avere la parte dell’eredità che gli spettava, Gesù esorta a non attaccarsi ai beni, raccontando una parabola.
La parabola racconta di un uomo che avendo fatto un grande raccolto in campagna, decise di allargare i suoi magazzini e di iniziare a fare una vita oziosa, mangiando, bevendo e divertendosi.
Ma Dio gli disse che quella stessa notte gli sarebbe stata richiesta la sua vita e tutto quello che aveva accumulato lo avrebbe perso. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce davanti a Dio.
Con questa parabola Gesù insegna che la vita dell’uomo non dipende dai suoi averi, ma è nelle mani di Dio. Insegna inoltre che i beni non danno la felicità e non devono portare l’uomo a confidare in essi e a perdersi in una vita oziosa.
Il cristiano infatti, ripone la sua fiducia solo in Dio, usando dei beni per vivere in modo dignitoso, vedendoli come mezzi e non come fine del suo fare.
Il cristiano è il povero in spirito che tutto attende da Dio, usando i beni per portare avanti il mondo ed aiutare gli altri, come ci ricorda il Canto Alleluiatico di questa domenica: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli”.
Letizia Franzone