Festa del Mito / Balli scacciapensieri con la musica etnica dei “Casentuli”

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Casentuli

Nel folto programma della rassegna “La festa del Mito”, nel cortile del Palazzo del Turismo di Acireale, uno spettacolo ben riuscito.  Protagonisti ”I Casentuli”  gruppo etnico catanese. La musica, il canto e le ballate proposte, frutto di studi e ricerca delle tradizioni siciliane sul recupero di raccolte etno-musicologiche.

Un crogiolo di canti ispirati dalle tradizioni mediterranee ( nord Africa, Spagna, Grecia e Balcani) e le danze di ispirazione nordeuropea ( scottisc, polke, contro danze e mazurke ), melodie della vita di tutti i giorni e del lavoro sui campi e nelle botteghe.  Nella presentazione del vasto repertorio si è tenuto fede all’originalità dei testi e della provenienza geografica.

Eseguite “Canzuneddi di minzogni“, ossia canzoni senza significato, molte volte cantate per scacciare il peso della fatica e della dura realtà quotidiana dei lavori estenuanti della campagna.  Queste canzoni composte da parole senza significato ma con ricercate composizioni di sillabe che unite tra loro creano una musicalità. E danno la percezione nell’insieme del brano di ascoltare un altro strumento musicale.Casentuli

I Casentuli, terzetto etnico catanese

Il terzetto i Casentuli è composto da: Simona Di Gregorio: voce, organetto, fisarmonica, chitarra, tamburello, castagnette, danze.
Giorgio Maltese: mandolino, zampogne, organetto, tamburelli, friscaletti, violino, castagnette, voce.
Pasqualino Cacciola: chitarra, mandolino, benjolino, castagnette siciliane, marranzano,tamburello, voce.

Il gruppo è riuscito con modi  affabili a coinvolgere gli intervenuti allo spettacolo, giovani e meno giovani,  a partecipare cantando e accompagnando con ritmati battiti di mani.
Apprezzato  il momento in cui il terzetto, dalla voce di Simona, ha annunciato la dedica di una ballata alla festa più bella dell’anno, “Il Carnevale”. Questo, per tutto il pubblico presente è stato punto di orgoglio, visto il luogo che ci ospitava.

Al presentatore della serata, Salvo Fichera, va indirizzato un plauso, perché ha saputo in poche battute esprimere lo svolgimento della serata. E anche la qualità eccellente del repertorio che avremmo ascoltato di lì a poco.

Non era sicuramente in programma il finale, quando in men che non si dica la platea è diventata l’aia di un casolare di campagna. Svuotata delle sedie è diventata teatro di ballo. Qui il pubblico, accantonati pensieri e preoccupazioni quotidiani, si è potuto scatenare in una frenetica Tarantella con successiva Quadriglia siciliana.

Giuseppe Lagona