Un ritorno agli anni in cui la musica dei Pink Floyd era protagonista. E protagonista lo è stata ancora lo scorso lunedì a Zafferana Etnea. In una serata di agosto particolarmente fresca, l’anfiteatro Falcone e Borsellino ha ospitato l’appuntamento con la band italiana Pink Floyd Legend.
Il tour Atom heart mother è approdato per la prima volta in Sicilia. La loro musica è stata tappa nella rassegna “Ai piedi dell’Etna”, con il concerto organizzato da Olimpo Eventi.
In realtà non soltanto la musica è stata protagonista ma anche le coreografie, le luci e le proiezioni dei filmati. Una serata strutturata in due parti. Durante la prima, si è esibita la band romana. Il gruppo è formato da Fabio Castaldi (basso, voce), Alessandro Errichetti (chitarra, voce), Emanuele Esposito (batteria), Simone Temporali (tastiere, voce), Paolo Angioi (chitarra acustica, elettrica, basso, voce), Maurizio Leoni (sassofono).
Ad aprire le danze il violino sul fondo e la chitarra elettrica. Si aggiunge presto la batteria. Le note si diffondono nell’aria. I video di fondo preannunciano i brani, come nel caso dei numerosi orologi. Non possono che lanciare Time. Subito le voci delle coriste, Nicoletta Nardi, Sonia Russino e Giorgia Zaccagni, si presentano. Rapiscono il pubblico con la loro performance. Gli applausi le investono.
Pink Floyd legend, un flashback riuscito
Si continua con Brain Damage. La musica dei Pink Floyd è tornata e, comunque, mai sparita. Intanto le immagini contestualizzano i pezzi. Immagini d’epoca dei video originali si adattano alle canzoni, ne sono preludio. Le luci completano l’opera. Il contesto è riprodotto. Il cielo è arricchito di filamenti luminosi, luci psichedeliche, verdi su uno sfondo rosso.
La seconda parte dello spettacolo si apre dopo un breve intervallo. È necessario per dar modo a tutti i componenti della Legend Orchestra, animata dagli Ottonidautore e da Federica Vecchio al violoncello solista, di prendere posto. Adesso accompagneranno la band. Non si esibirà più da sola.
L’orchestra affianca il brano In the Flesh?. Le coreografie si arricchiscono. Toccano l’apice con Another Brick in the Wall. L’enorme marionetta sembra partecipare al tripudio alla musica con i suoi continui movimenti. Il pubblico, numeroso e proveniente anche da diverse parti d’Italia, canta il celebre brano. Le sorprese non sono finite.
Dopo Southampton Dock, Money, Mother, Wish You Were Here, con Pigs lo scenario è completato. Il grosso maialino rosa, gonfiabile, si libra di poco nell’aria. Pare mostrarsi timido. I fili di luce continuano a colorare il blu del cielo. A volte la musica è dettata soltanto dagli strumenti. La “leggenda” degli anni sessanta del Novecento ha preso vita a Zafferana, con la voce di chi ne ha riprodotto i testi, le immagini del tempo e gli arricchimenti coreografici attinenti. Un flashback riuscito.
Rita Messina