Teatro / Valeria Contadino interpreta a Mineo la storia di Franca Viola

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Valeria Contadino

Sabato 3 settembre, alle ore 21, a piazza Buglio, a Mineo, andrà in scena lo spettacolo ‘L’Altro ieri, Sangu me’, storytelling teatralizzato interpretato da Valeria Contadino per la regia di Salvatore Greco.

Storia – informa una nota stampa – liberamente tratta dalla vicenda di Franca Viola, donna che si è ribellata a uno schema sociale stereotipato. Franca Viola rappresenta l’evoluzione della donna a tutto tondo nella società. Franca ha detto no al matrimonio riparatore, con coraggio e fierezza, diventando protagonista di un cambiamento nella società.

Il periodo storico in cui si sviluppa la nota vicenda è a metà negli anni ‘60, epoca in cui la donna “svergognata” aveva la possibilità di lavare la propria onta di disonore sposando il suo amante. Ma c’è di più. La legge italiana dell’ epoca, legittimava di fatto lo stupro, che riteneva un oltraggio contro la morale e non reato contro la persona. Franca violentata dal fidanzato Filippo, non solo rifiuta il matrimonio riparatore, ma denuncia il fidanzato e i 12 aggressori.  Il processo si concluderà sedici anni dopo con la condanna di Filippo.

Valeria Contadino

La storia di Franca Viola nella personale interpretazione di Valeria Contadino

Valeria Contadino, attrice protagonista, sottolinea come “L’azione di Franca ha generato un’evoluzione nella società grazie alla sua autenticità e al suo coraggio.  Ora, questa storia, letta in un determinato periodo della mia vita, fatta di introspezione, rottura e verità, si è incrociata al mio flusso di coscienza quasi come in un meccanismo a matriosca fino a sovvertire anche l’approccio con il mio mestiere di attrice. Le regole stesse del teatro finora sperimentate, le ho ribaltate.

Fino ad ora, nell’interpretare un personaggio, sono sempre partita da un testo per tradurre il messaggio dell’autore e consegnarlo, attraverso l’interpretazione, al giudizio ultimo dello spettatore. In questo spettacolo invece catapulto questo meccanismo. Partendo dal mio punto di vista, dal mio pensiero, lascio allo spettatore la possibilità di “leggere” e “intrepretare” una storia. La mia, attraverso quella di Franca, quella di Filippo (il suo violentatore), di ogni essere umano che rivendica la propria identità. Come a dire: mettere in campo la verità del vissuto personale nella verità dell’atto teatrale. Questo è quello che sento adesso, come donna, come artista”.

La regia come un’intima lezione di etica

Il regista, Salvatore Greco, chiosa su come “Lo spettacolo è comunicazione. Lo spettacolo è racconto. La linea di regia che da subito ho immaginato è un’intima lezione etica. La protagonista è una giovane attrice che si immedesima attraverso semplici dettagli in Franca e Filippo leggendo i loro diari postumi ai fatti accaduti.

Si produce così una fruizione drammaturgica su tre punti di vista: la donna e l’uomo parti in causa e il sentire di Valeria, l’attrice in scena. Come punteggiatura dei fatti salienti ed espressione di una difesa dei diritti inalienabili della donna. Il tutto assume un tono autentico e forte dato dal fatto che si tratta di cronaca realmente accaduta.

È il racconto della risolutezza di Franca Viola che con il coraggio e la determinazione sua e della sua famiglia ha portato un cambio di legislazione epocale nei confronti di ataviche ingiustizie e discriminazioni. Il tutto mantenendo uno stretto contatto col pubblico ed incorniciato da tre brani musicali dedicati ad ogni singolo diario”.

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