Alla 77°a Assemblea generale dell’ONU al Palazzo di Vetro di New York, il presidente del consiglio Mario Draghi si è espresso ad ampio raggio sulla controffensiva ucraina. Nel suo ultimo discorso pubblico sul palcoscenico internazionale da premier ha affermato che le sanzioni verso Mosca hanno avuto un effetto dirompente contro la macchina bellica russa, difendendo l’invio di armi a Kiev condannando al tempo stesso il referendum in Donbass.
“Non possiamo dividerci tra nord e sud del mondo, dobbiamo agire insieme e riscoprire il valore del multilateralismo che si celebra in quest’aula”, ha affermato. Rilancia dunque il Multilateralismo, unico strumento per difendersi dalle sfide globali. Invita tutti gli attori globali ad una cooperazione pragmatica con un’azione coordinata e condivisa, necessaria sul fronte ucraino per scongiurare la catastrofe umanitaria e nucleare.
ONU / Appello di Mario Draghi a multilateralismo, transizione ecologica e gas
A seguito delle ultime dichiarazioni di Putin, Il premier auspica cooperazione per la centrale nucleare di Zaporizhzhia e, come Joe Biden, spinge per una riforma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Proprio in queste ore, infatti, il leader russo aveva indetto una serie di referendum per annettere in maniera forzata i territori ucraini conquistati e ancora sotto il controllo russo: Kherson, Lugansk, Donetsk e perfino nella regione della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Draghi rilancia inoltre una rassicurazione per il futuro del nostro paese: “Anche nei prossimi anni l’Italia continuerà ad essere protagonista della vita europea vicina agli alleati della NATO aperta al discorso e al dialogo determinata a contribuire alla pace e alla sicurezza internazionale”. Un messaggio, questo, contro sovranismo e populismo che afferma coesione sociale.
Guerra in Ucraina, crisi alimentare e impennata dei costi energetici
L’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia e le crisi che ne derivano come quella climatica, alimentare, energetica, economica, mettono a rischio i nostri ideali collettivi. Come raramente era accaduto dalla fine della Guerra Fredda. L’attuale guerra in Ucraina ha infatti ridisegnato la geografia energetica e il quadro geopolitico. “Sul mondo incombe la minaccia di una tempesta perfetta”, l’allarme del segretario generale dell’ONU Antonio Guterres risuona inquietante di fronte ai leader mondiali riuniti. “L’aumento del costo della vita non si arresta, la fiducia si sgretola, le disuguaglianze aumentano e il pianeta brucia. Siamo bloccati da una disfunzione colossale e globale”. Draghi rimarca: “l’aumento del costo dell’energia mette a rischio la ripresa economica. Limita il potere d’acquisto delle famiglie, danneggia la capacità produttiva delle imprese e può fiaccare l’impegno dei nostri Paesi per l’Ucraina”.
L’Italia non immaginava di certo che avrebbe dovuto assistere a una nuova guerra di aggressione in Europa. Aiutare l’Ucraina a difendersi non è stata solo una scelta. “E’ stata la scelta giusta” e l’Italia “ha agito senza indugi con i partner che credono in un sistema di diritto internazionale basato sulle regole”, così il premier Mario Draghi, parlando davanti all’Assemblea Generale. L’obiettivo dunque resta la pace in Ucraina ma la Russia, quella pace, non sembra volerla. Lo dimostrano il governo stesso di Mosca, unico responsabile del conflitto. Mario Draghi su questo non ha dubbi e attacca duramente le ultime mosse del leader russo, Vladimir Putin. “I referendum per l’indipendenza del Donbass sono un’ulteriore violazione del diritto internazionale che condanniamo con fermezza”, afferma.
Mario Draghi: da statista dell’anno all’ONU
Il G20, presieduto dall’Italia lo scorso anno, ha confermato che solo la cooperazione globale può aiutare a risolvere i problemi globali dalla pandemia ai cambiamenti climatici. Da decisore politico, Mario Draghi ha sempre messo al centro il dialogo. Quest’anno ha ricevuto il premio come miglior statista dell’anno, il World Statesman Award 2022. Consegnato da Henry Kissinger, figura politica centrale del secolo scorso, in occasione della 57°a Annual Awards Dinner. Si tratta di un prestigiosissimo evento cui hanno preso parte in passato diversi capi di Stato e di governo, da Gorbaciov ad Angela Merkel, organizzato dalla Fondazione Appeal of Conscience di New York. Un’onorificenza per cui anche il presidente degli Stati Uniti, Biden, si è congratulato con il premier per il suo lavoro nel far progredire i diritti umani nel pianeta.
Alla guerra di aggressione, spiega il premier, “dobbiamo mantenere le nostre identità, ma condurre le relazioni internazionali in modo responsabile, legale, pacifico”. Al palazzo di vetro l’Occidente si è dunque dimostrato compatto nel sostenere l’Ucraina e non ha alcuna intenzione di recedere intorno alle minacce di Putin. In gioco c’è il futuro di uno stato sovrano, ma anche il futuro stesso delle democrazie, oggi sotto attacco da parte delle autocrazie. Un messaggio di debolezza sarebbe un motivo in più per disseminare guerre e la violenza gratuita non ha spazio nel 21° secolo. Un appello è arrivato ieri anche dal leader ucraino Zelensky. Al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il presidente ucraino ha chiesto di istituire un tribunale simile a quello di Norimberga, così da condannare il leader russo come criminale di guerra.
Tecnologie verdi: l’Africa al centro della transizione ecologica
L’Africa è una parte vitale del commercio globale nonché una destinazione importante per gli investimenti. Potrebbe diventare leader nelle energie rinnovabili poiché dispone di importanti fonti di energia solare, eolica, idroelettrica e geotermica. Dunque con la transizione verso l’energia pulita potrebbe creare più di 6 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2050 nel continente. A sottolinearlo proprio il premier nel suo discorso, premettendo che l’Italia vuole essere un ponte verso la sponda meridionale del mediterraneo. E così verso tutto il continente africano. L’importanza data al Mediterraneo e alle partnership che il nostro Paese dovrebbe approfondire con i Paesi della sponda meridionale, è forse la ragione più importante della nostra politica estera. Cruciale per consentirci di mettere in atto le nostre potenzialità di media potenza internazionale.
Giuliana Aglio