Ad Acireale, nella chiesa di San Sebastiano, è stato presentato il volume Di seta et oro – antichi tessuti nella chiese di Acireale, scritto dal professore Maurizio Vitella e dal dottore Fabio Francesco Grippaldi.
A dialogare con gli autori la professoressa e giornalista Rita Messina. Il volume pubblicato dalla Palermo University Press, racchiude un excursus sulla storia delle collezioni dei paramenti sacri nelle basiliche acesi ed illustra la fama avuta dalla città nel campo della produzione della seta.
Il progetto editoriale, come raccontano gli autori, nasce quattro anni fa, guidato dall’Università di Valencia, che fa da capofila ad un progetto che coinvolge diverse realtà europee, tra cui anche Palermo, dal nome Silknow, il quale si è aggiudicato un importante riconoscimento a livello europeo: l’European Heritage Awards, Europa Nostra Awards del 2022. L’obiettivo è dunque quello di rendere fruibile la conoscenza della produzione dei tessuti per i paramenti sacri nelle basiliche del territorio acese.
“Di seta et oro” su supporto digitale
Grazie al supporto di informatici, raccontano inoltre gli autori, si sono potute trasferire queste ricerche su supporto digitale. E renderle fruibili anche ai non “addetti ai lavori”.
La prefazione del libro è della professoressa Ester Alba Pagan, dell’università di Valencia, che ha coordinato il progetto insieme ai due autori siciliani. E anche insieme alle équipe di università europee che hanno partecipato alla redazione del libro ed alle varie attività di ricerca.
Dunque, nel volume si dona ai lettori un ritratto della produzione della seta, inscrivendola in quello che è a tutti gli effetti un trattato di antropologia nel quale vengono delineate le dinamiche di un’economia familiare che faceva della produzione di questo tessuto un vero e proprio mezzo di sostentamento, presentando questi artigiani dei paramenti liturgici come degli artisti.
Il libro può essere letto anche come un’opera di divulgazione che racconta ai lettori lo spaccato storico culturale nel quale, a partire dal XVI secolo, avvengono sul territorio siciliano i primi scambi commerciali di seta che avevano luogo, infatti, presso la Fiera Franca di Santa Venera, un importante polo di scambio e di commercio.
Gli autori creano così una restituzione antropologica. E donano una testimonianza storica dell’organizzazione delle famiglie nell’adoperarsi per la produzione della seta nelle zone limitrofe ad Acireale. Raccontano di un’economia di stampo familiare, che vede la necessità di ingegnarsi nella produzione di questo materiale dedicandosi all’allevamento del baco da seta.
Di seta et oro, spaccato dell’arte religiosa del territorio
Sempre all’interno del volume, nella seconda parte, vi è una parte dedicata a 76 schede che catalogano i tessuti, con dettagli e spiegazioni degli autori. Con esse si ha modo di osservare come molte scelte estetiche si leghino ad esigenze di tipo liturgico.
Col passare dei secoli, raccontano gli autori, l’arte dei paramenti degli artigiani acesi deve adeguarsi al gusto del tempo. E si evolvono e cambiano al mutare dei costumi delle varie epoche storiche. Così, questa parte di storia ci viene preziosamente restituita dagli autori dandoci uno spaccato di quella che è stata l’arte religiosa sul nostro territorio. Sulla meticolosità degli artigiani locali e su come, un tempo, l’arte entrasse strettamente in dialogo con la religione. Gli autori restituiscono al lettore un prodotto editoriale foriero di un patrimonio artistico – culturale e testimone di conoscenze e tradizioni del nostro territorio.
Giulia Bella