“Ci raduni, Signore, intorno alla tua mensa. Ci doni di tornare al gusto del pane”. Le parole dell’Inno del XXVII Congresso Eucaristico Nazionale, celebrato a Matera dal 22 al 25 settembre sono le più vere e le più sincere per significare ciò che abbiamo vissuto e celebrato.
Le delegazioni di tutte le Diocesi di Italia si sono ritrovate attorno alla mensa del Corpo e del Sangue di Gesù, per imparare dall’Eucarestia lo stile e la dimensione sinodale.
E’ stato bello, durante la processione eucaristica, camminare tutti insieme: Vescovi, Sacerdoti, Diaconi e Popolo santo di Dio, guidati da quel Pane che ci fa uno.
Mettersi in ascolto degli altri, nella condivisione di idee, progetti, istanze e quant’altro interpella il nostro essere Chiesa oggi.
Bello pregare insieme, in ascolto della Parola di Dio, per capire e comprendere ciò “che lo Spirito dice alla Chiesa” (Ap).
E’ stato bello ritrovarci con Pietro, che prolunga il suo ministero oggi nella persona di Papa Francesco, per apprendere dalle sue parole un monito di incoraggiamento, una indicazione da perseguire, un modo di tornare al “gusto del pane”. “Fratelli, sorelle, da questa città di Matera, “città del pane”, vorrei dirvi: ritorniamo a Gesù, ritorniamo all’Eucaristia. Torniamo al gusto del pane, perché mentre siamo affamati di amore e di speranza, o siamo spezzati dai travagli e dalle sofferenze della vita, Gesù si fa cibo che ci sfama e ci guarisce.
Congresso eucaristico: tornare al gusto del pane
Torniamo al gusto del pane, perché mentre nel mondo continuano a consumarsi ingiustizie e discriminazioni verso i poveri, Gesù ci dona il Pane della condivisione e ci manda ogni giorno come apostoli di fraternità, apostoli di giustizia, apostoli di pace. Tornare al gusto del pane per essere Chiesa eucaristica, che mette Gesù al centro e si fa pane di tenerezza, pane di misericordia per tutti. Torniamo al gusto del pane per ricordare che, mentre questa nostra esistenza terrena va consumandosi, l’Eucaristia ci anticipa la promessa della risurrezione e ci guida verso la vita nuova che vince la morte” (Omelia, 25.9.2022).
E’ stato bello ritrovarci, conoscerci, sperimentare la gioia dello stare insieme, dell’essere Chiesa, senza classificazioni sterili di regionalismi. E’ stato bello esserci!
Come ricordava il card. Matteo Zuppi, Presidente della CEI (e Arcivescovo di Bologna), nel suo discorso di ringraziamento al Papa: “Tornare al gusto del pane ha significato nutrirci dell’amore concreto e infinito di Cristo, ritrovare la gioia dell’amore semplice e gratuito, povero e vero, personale e per tutti … Con questo gusto del pane cercheremo tanti compagni di cammino con cui condividerlo, seguendo Gesù pellegrino che si ferma a tavola con quei pellegrini tristi, che fa ardere il loro cuore e gli dona di nuovo il gusto di amarsi e che si rivela sempre spezzando il pane con i suoi. È pane della terra e del cielo” (25.09.2022).
Congresso eucaristico: una poesia significativa
MI piace concludere con una poesia, citata da Mons. Busca, all’inizio della sua catechesi il venerdi mattina, di un poeta polacco, Daniel Varujan : Il seminatore.
Si erge possente
tra i raggi dorati del tramonto.
I campi della patria ai suoi passi
estendono scarna la propria nudità.
Il suo grembiule è pieno del grano
colto dalle stelle.
Le spighe di un anno, assetate,
attendono il suo palmo gigante,
che spunta sui campi come l’aurora.
Semina, contadino – in nome del pane della tua casa,
non conosca limiti il tuo braccio;
questi grani che spargi, si verseranno
domani sulle teste dei tuoi nipoti.
Semina, contadino – in nome del misero affamato
non esca dimezzato il tuo palmo dal grembiule;
un povero oggi nella lampada del tempio
versò il suo ultimo olio per il raccolto di domani.
Semina, contadino – in nome dell’ostia del Signore
germi di luce straripino dalle tue dita;
in ciascuna delle spighe bianche di latte
maturerà domani una parte del corpo di Gesù.
Semina, semina – sia pure lontano dai confini,
come le stelle, come le onde, semina.
Che importa se i passeri devastano i tuoi chicchi –
Dio al loro posto seminerà delle perle.
Colma i solchi, fendi le fertili pianure,
luci d’oro zampillano dal grembo della terra.
Ecco, il giorno imbruna – e l’ombra del tuo braccio
si allunga sugli orizzonti di stelle.
Impariamo dal seminatore lo stile della semina, che è quello più vero e più nobile, il Signore farà germogliare il seme e sarà festa!
Don Roberto Strano