Il 6 ottobre 2002 è stato canonizzato mons. Josemarìa Escrivà, esattamente venti anni fa. A proclamarlo santo, davanti ad una piazza San Pietro stracolma fino all’inverosimile di devoti giunti da ogni parte d’Italia (tra cui anche numerosi acesi), d’Europa ed anche di altre parti del mondo, è stato lo stesso papa Giovanni Paolo II che dieci anni prima, il 17 maggio 1992, lo aveva beatificato.
La formazione e la sua fervente attività tra Spagna e Italia
Josemarìa Escrivà de Balaguer nacque a Barbastro, in Spagna, il 9 gennaio 1902, secondo di sei figli, tre dei quali morti in giovane età. Josemarìa fin da ragazzo maturò la sua vocazione al sacerdozio. Ordinato il 28 marzo 1925, iniziò subito il suo ministero sacerdotale in una piccola parrocchia di campagna e poi a Saragozza. Nel 1927 si trasferì a Madrid per conseguire il dottorato in diritto, ma nel 1936, allo scoppio della guerra civile spagnola, fu costretto a nascondersi e ad esercitare clandestinamente il sacerdozio, finché, lasciata Madrid, si trasferì in Francia. Solo nel 1939 riuscì a tornare a Madrid, alla fine della guerra civile.
Nel 1946 si stabilì a Roma, dove conseguì il dottorato in teologia all’Università Lateranense. Il periodo romano fu molto intenso, e negli anni ’60 egli seguì i preparativi e le sessioni del Concilio ecumenico Vaticano II. Morì a Roma il 26 giugno 1975.
2 ottobre 1928: la “divina ispirazione” per la fondazione dell’Opus Dei
L’evento più importante della sua vita avvenne nel 1928, mentre si trovava a Madrid. Fu lì che, il 2 ottobre, ebbe la visione di ciò che Dio da tempo gli ispirava: fu come una “illuminazione” che lo portò alla fondazione dell’Opus Dei, cioè un percorso di apostolato e di santificazione da portare avanti nella propria vita quotidiana in mezzo al mondo, in famiglia, nella vita matrimoniale, nel proprio ambiente di lavoro. Un rilievo particolare assume la “santificazione del lavoro”, mediante la quale si fa in modo che il lavoro ordinario diventi luogo dell’incontro con Cristo.
L’Opus Dei oggi, mentre si prepara alla ricorrenza del centenario
Che cosa resta dunque del pensiero e dell’opera di Josemarìa Escrivà a 47 anni dalla sua morte e a 20 dalla sua canonizzazione? Allo stato attuale l’“Opera” da lui fondata è diffusa in circa 80 paesi sparsi in tutto il mondo, e conta più di 95.000 membri, suddivisi tra “numerari”, “soprannumerari” e “cooperatori”, senza contare i collaboratori ed i simpatizzanti. Nei suoi centri, detti “residenze”, si occupa di formazione religiosa e assistenza spirituale, di assistenza studentesca e universitaria, di formazione professionale e di assistenza medica ad alto livello (come nel Campus Biomedico di Roma).
L’“Opera” è una aggregazione di laici, ma anche i sacerdoti possono farne parte, inserendosi nella “Società Sacerdotale della Santa Croce” (che fa parte integrante dell’Opus Dei), e pur restando incardinati nella propria diocesi. Nel 1982 papa Giovanni Paolo II ha eretto l’Opus Dei a “prelatura personale”, cioè come una grande diocesi internazionale e transnazionale con a capo un proprio Prelato.
I membri dell’Opus Dei, seguendo le indicazioni del fondatore San Josemarìa Escrivà, puntano ad essere perfetti cristiani, cioè, senza mezzi termini, puntano alla santità e alla perfezione di Dio, che è perfezione d’amore e misericordia. Per capire meglio questo concetto, si potrebbe leggere una riflessione di don Luigi Vassallo pubblicata nel sito dell’Opus Dei il 5 ottobre scorso, proprio nella ricorrenza della canonizzazione di Josemarìa Escrivà (https://opusdei.org/it-it/article/che-cose-la-perfezione-per-i-cristiani/).
Non ci risulta che l’Opus Dei abbia organizzato qualcosa di particolare per questa ricorrenza della canonizzazione, ma di sicuro sta già preparando qualcosa di speciale per un’altra ricorrenza che ci sarà fra qualche anno, e cioè il centenario della fondazione dell’“Opera” stessa, nel 2028.
Il culto di S. Josemarìa ad Acireale
Pochi forse sanno che anche ad Acireale c’è un luogo particolare dedicato a San Josemarìa, il cui culto è molto diffuso nel territorio acese. All’interno del cortile dell’ex collegio Santonoceto si trova, infatti, un busto del Santo, ivi collocato lì il 4 luglio 2015 per volontà dell’avv. Santo Primavera, all’epoca presidente dell’Ipab (Istituto di pubblica assistenza e beneficenza) che fa capo alla storica istituzione acese, nonché simpatizzante dell’Opus. Questo busto costituisce sicuramente un punto di riferimento per i membri e i simpatizzanti del nostro territorio.
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