Riduzione del numero di appelli, salta-appello e altre possibilità si fanno strada nell’immediato futuro degli studenti universitari che hanno scelto UniCt per portare avanti il loro percorso accademico. Piazza Università era gremita di studenti di tutte le facoltà, di tutti i dipartimenti: centinaia di voci pronte a gridare il loro dissenso nei confronti delle nuove proposte di innovazione dell’Università degli studi di Catania.
Università / UniCt e le nuove proposte: riduzione appelli e salta-appello
Da pochissimo sono state diffuse le nuovi possibili novità per gli studenti di UniCt. Queste riguardano la distribuzione e possibile fruizione di appelli per gli studenti dei vari corsi e dipartimenti dell’ateneo nell’Università di Catania. Una delle proposte prevede la riduzione degli appelli per la sessione autunnale. Passerebbero dall’essere due ad un appello soltanto. In questo modo risulterebbe difficile per gli studenti, indietro anche di una sola materia degli anni precedenti, recuperare. Restringendo la finestra ad una sola data nel periodo di dicembre, si verificherebbe una situazione di conflitto con l’appello straordinario. Così gli studenti sarebbero privati della possibilità di scelta dell’altra data. Questa slitterebbe inevitabilmente al secondo semestre.
Un’altra novità è quella del “salta-appello”. L’idea di base è molto semplice: uno studente che non supera l’esame al primo appello della sessione non può accedere al secondo appello. Non può ritentare l’esame nella stessa sessione. Lo studente sarebbe costretto ad attendere la sessione successiva. Oltre queste proposte ve ne sono altre che hanno fatto storcere un po’ il naso, soprattutto se pensiamo alla triste realtà talvolta poco meritocratica e basata sulle raccomandazioni, del mondo accademico.
La proposta riguarda la possibile formazione di commissioni d’esame monocratiche, composte esclusivamente dal docente titolare, senza che sia accompagnato da altri membri. Si paventa la possibilità di eliminare la figura dello studente con lo status di “laureando”, iscritto con riserva secondo quanto riportato dal regolamento didattico d’ateneo. Le novità non finiscono qui. Si estendono anche agli studenti regolari che sono in debito con le materie degli anni precedenti. A questi verrebbe esclusa la possibilità di accedere agli appelli straordinari del periodo di marzo-maggio.
Università / UniCt e le nuove proposte: riduzione appelli e salta-appello, i timori degli studenti
Sono tantissimi gli studenti indignati dalle nuove proposte per l’anno accademico 2023/2024. Alessandro riassume tutto il suo dissenso: “spero che queste proposte non passino, sarei il primo a fare rinuncia agli studi. Così un percorso triennale si allunga inevitabilmente”. Mentre Cristina, senza usare mezzi termini, dichiara: “è solo un modo per portar molti studenti ad iscriversi alle università private”.
Anna ha voluto prontamente esprimere la sua opinione. “Penso che dietro questa forte limitazione agli studenti ci sia un’intenzione subdola per arricchire le tasche dell’università. Non trovo altri motivi validi per ostacolare così tanto gli studenti. Personalmente sto sfruttando e sfrutterò questi appelli per recuperare alcune materie indietro e, come me, tantissimi altri studenti. Da qui si può notare come siano effettivamente fondamentali per il recupero e ridurre a un solo appello sarebbe assurdo.
Altro discorso indicibile è il salta-appello, […] perché la prestazione ad un esame è influenzata da tantissimi fattori a cui lo studente è sottoposto. Perché questa penalità? Perché non potersi presentare dopo due settimane o un mese? Chi afferma che non potrei studiare meglio, integrare o semplicemente non farmi travolgere dall’ansia come capita a 2 studenti su 5? È un’altra limitazione palese, anche perché in UniCT si hanno 2 appelli per materia divisi in 2 mesi diversi, significherebbe trasportare materie durante le altre sessioni ed entrare in una turbina infinita di “rimanda esami”.
Sentivo parlare alcuni studenti […], in accordo con Priolo (ndr: l’attuale rettore dell’Università di Catania). Affermavano che questo avrebbe incentivato gli studenti a non adagiarsi sugli allori. Bene, non tutti si adagiano sugli allori, semplicemente durante il percorso di vita si possono presentare degli ostacoli e non per questo UniCT è legittimata ad aggiungerne altri. Le tasse aggiunte chiaramente parlano da sé: non c’è molto da commentare, palesemente servono per arricchire le casse. UniCt torna sempre indietro, lamentandosi poi della fuga di cervelli”.
UniCt e le nuove proposte: riduzione appelli e salta-appello, gli studenti alzano la voce
Martina ha approfondisce le critiche dei ragazzi. “Sono indignata da quanto è avvenuto in questi giorni. Le proposte di Unict sono senza buon senso e secondo me sono proiettate più che a tutelare lo studente, a danneggiarlo. Ridurre il numero di appelli e inserire il salto d’appello farebbe aumentare a dismisura il numero degli studenti fuoricorso.
Se il loro intento invece è quello di diminuire il loro numero queste non sono proposte adatte. Per quanto riguarda il mio percorso di studi, nonostante io sia una studentessa ordinaria, mi sento presa in causa, soprattutto per quanto riguarda il salto d’appello. È impensabile non avere la possibilità di poter riprovare un esame all’appello immediatamente successivo perché ritarderebbe il percorso di ogni studente, me compresa. Spero che rimarremo uniti e compatti come comunità studentesca”.
UniCt e le nuove proposte: riduzione appelli e salta-appello, gli studenti alzano la voce
Vittorio non va per il sottile. “Il regolamento didattico (ndr. link del regolamento attualmente in vigore) che il rettore ha posto davanti agli studenti è qualcosa di inaccettabile per la comunità studentesca. Un regolamento che non solo non prende in considerazione gli interessi degli studenti, ma che anzi lede i nostri diritti e mette in difficoltà ciò che rappresenta il nostro futuro. La riduzione degli appelli diminuisce le possibilità che abbiamo di uscire dal mondo universitario e avviare la nostra carriera, che invece ci vede coinvolti esclusivamente come carte di credito da cui l’università pubblica preleva sempre più, per concederci servizi che in realtà non vediamo e anzi vengono meno, dopo l’aumento delle tasse dell’anno scorso.
Il salto dell’appello mette in difficoltà sia noi che i professori stessi, che per varie problematiche si ritroverebbero ancora più studenti prenotati agli appelli. Problema che si aggiunge anche alla proposta della commissione monocratica, dove un singolo docente dovrebbe esaminare decine di studenti senza aiuto da parte degli assistenti, proponendo in questo modo una sorta di “appello a porte chiuse”. L’impossibilità di riprovare la materia nell’appello successivo comporterebbe un aumento delle prenotazioni per la sessione successiva.
La figura dello studente laureando rischia di essere abolita solo per l’evoluzione che l’università sta assumendo, da istituzione ad impresa, e come se non bastasse gli studenti in difficoltà e lavoratori vedrebbero ridursi ancora i loro diritti. Questo regolamento non deve passare e non passerà, che sia nei palazzi o in piazza! Continueremo a raccogliere la voce del nostro dissenso con le firme e con la prossima protesta del 25 ottobre in piazza Università. Non possono abbassare la guardia!”.
UniCt e le nuove proposte: riduzione appelli e salta-appello, gli studenti alzano la voce
Luigi ha subito voluto mettere in chiaro che la discussione non deve essere oggetto di rivendicazioni politiche. “Ciò di cui stiamo parlando non conosce colore politico, bensì si riconosce in un unico significato, quello dell’unità e della comunità studentesca, unita nei confronti di una bozza di regolamento assurda. Non è necessario ribadire i concetti che gli altri hanno già espresso. Noi come comunità accademica e rappresentanza unita non intendiamo accettare alcun tipo di cambio di regolamento che sia peggiorativo anche di un millesimo rispetto alla situazione attuale. Pregherei il nostro ateneo di fare una riflessione su ciò che potrebbe andare a definire questo cambio”.
Spiega infatti come tale modifica danneggerebbe lo studente su più fronti. “Questo potrebbe peggiorare la situazione di tutti coloro che richiedono la borsa di studio, i quali per mantenerla e averla annualmente devono raggiungere degli obiettivi in termini di CFU. Con la riduzione degli appelli si intacca completamente il sistema, ledendo il diritto allo studio, sia di chi richiede la borsa di studio sia della comunità accademica tutta”.
UniCt / La classifica Censis
Le ultime notizie sembrano orientate circa un passo indietro del rettore Priolo. Tra gli studenti gira voce che abbia comunicato la sua disapprovazione sul salto d’appello, dichiarando disponibilità al dialogo. Ma se questo ultimo “scandalo” che ha portato gli studenti in piazza a manifestare è quello che ha fatto più rumore, non dimentichiamoci degli altri problemi che investono l’Università di Catania.
Già da tempo il problema dell’età e delle tempistiche in cui si consegue la laurea ad UniCT è noto ed estremamente importante. In un’epoca in cui anche per cercare l’università in cui studiare si utilizza internet, non è certo stimolante vedere l’Università degli studi di Catania fra gli ultimi posti in classifica fra le università europee e nazionali. Ciò che determina la posizione nella classifica non è la qualità dell’insegnamento, bensì i dati oggettivi relativi a una scarsa organizzazione.
Il rapporto completo è quello del Censis. I criteri di attribuzione dei punti sono relativi alle strutture disponibili, ai servizi erogati agli studenti, al livello di internazionalizzazione e alla capacità di comunicazione digitale. Il numero di studenti che rinunciano agli studi cresce sempre di più, ma ciò non viene preso in considerazione quando si portano avanti proposte del genere. Invece che agevolare gli studenti, si continua a promuovere l’approccio più “tossico” al mondo universitario. Si impongono tempistiche ai limiti dell’impossibile e l’università italiana passa dall’essere un’eccellenza a ciò da cui gli studenti fuggono.
Vittoria Grasso