Politica / In carica il Governo Meloni

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Giorgia Meloni e Sergio Mattarella

Con il giuramento nelle mani del Capo dello Stato, sabato 22 ottobre scorso è nato a tutti gli effetti il governo Meloni. A norma di Costituzione, entro dieci giorni dovrà presentarsi alle Camere per ottenere la fiducia (lo farà tra martedì e mercoledì) illustrando il suo programma. Ma intanto è già ufficialmente in carica.

I ministri sono 24: 9 di Fratelli d’Italia, 5 della Lega, 5 di Forza Italia, i restanti sono considerati “tecnici d’area”. La composizione dell’esecutivo è coerente con il risultato delle elezioni e quindi ha un oggettivo baricentro a destra.
La premier – prima donna alla guida di un governo nella storia repubblicana – ha già annunciato insieme alla lista dei ministri anche il nome del sottosegretario alla presidenza del Consiglio (Alfredo Mantovano). Per le deleghe dei ministri senza portafoglio e altri adempimenti bisognerà attendere il primo Consiglio dei ministri.

Giorgia Meloni e Sergio Mattarella
(Foto Ansa/U.S.Quirinale)

Governo Meloni, novità nella denominazione dei ministeri

Molte novità nella denominazione dei ministeri, con cui Giorgia Meloni ha inteso tracciare la connotazione identitaria dell’esecutivo. All’Agricoltura si è aggiunta la Sovranità alimentare, alla Famiglia la Natalità, all’Istruzione il Merito. Sono comparsi il Made in Italy (curiosamente un’espressione in inglese anche se ormai ampiamente nazionalizzata). E la Sicurezza energetica e il Mare, associato al Sud.

La gestazione della nuova compagine ministeriale è stata velocissima, una volta esauriti i passaggi istituzionali relativi al nuovo Parlamento (elezione dei presidenti delle Camere, dei capigruppo ecc.) nella giornata di mercoledì. Giovedì e venerdì mattina le consultazioni al Quirinale, venerdì pomeriggio l’incarico. Non c’è stata la tradizionale accettazione “con riserva”. La premier si è presentata da Sergio Mattarella già con la lista dei ministri – su cui evidentemente c’era stato un confronto informale con il Quirinale almeno per i posti-chiave. E si è trattato di una situazione che ha pochi precedenti, tra cui quello relativamente recente di Berlusconi nel 2008.

Nell’ansia di fare presto, quasi di bruciare le tappe – forse anche per mettere la parola fine alle convulsioni nella maggioranza dei giorni precedenti – si è avuto anche uno scambio di attribuzioni tra due neo-ministri. E a stretto giro si è reso necessario rettificare l’elenco letto dalla Meloni all’uscita dal colloquio con il Capo dello Stato.

Rispetto agli ultimi governi “questa volta il tempo è stato breve. E’ passato meno di un mese dalla data delle elezioni”, ha dichiarato Mattarella ai giornalisti dopo il conferimentol’incarico. E ha spiegato che ciò “è stato stato possibile per la chiarezza dell’esito elettorale”. I costituzionalisti parlano di fisarmonica dei poteri presidenziali, la cui applicazione si contiene o si estende in rapporto alle concrete esigenze istituzionali.

Ma “è stato necessario procedere velocemente – ha tenuto a sottolineare il Capo dello Stato – anche in considerazione delle condizioni interne e internazionali che esigono un governo nella pienezza dei suoi compiti”. Mattarella ha ringraziato ancora una volta Mario Draghi anche per quanto si è fatto dopo lo scioglimento delle Camere e “con lo stesso spirito di collaborazione” ha rivolto al nuovo esecutivo gli auguri di “buon lavoro”.

Stefano De Martis

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