Acireale / Primo convegno di tutela del Limone dell’Etna IGP

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Ha avuto luogo lo scorso 22 ottobre ad Acireale, nella Sala Giacomo Lanza del Centro CREA-OFA, il primo convegno del Consorzio di Tutela del Limone dell’Etna IGP. Riuscire a rendere il marchio Limone dell’Etna IGP una grande possibilità economica. Inserendolo così a pieno titolo nel mercato siciliano e nella grande distribuzione. Questo l’obiettivo dibattuto in un evento intitolato non a caso “Un’opportunità per il nostro territorio“. Un evento prezioso per illustrare tanto ai produttori quanto ai consumatori l’importanza di muoversi sinergicamente. Per una qualitativa distribuzione dei prodotti siciliani con indicazione protetta.

Acireale / Primo convegno di tutela del Limone dell’Etna IGP

A porgere i loro saluti all’inizio dell’incontro, in una sala gremita da numerosi agronomi e produttori agricoli dell’area jonico-etnea, la responsabile della sede CREA di Acireale, Silvia Di Silvestro. Seguita dal sindaco di Acireale, Stefano Alì, che ha citato l’importanza di creare una strategia per la lotta al mal secco e al furto di agrumi. Subito dopo di loro, il deputato regionale Nicola D’Agostino, che ha auspicato una promozione del Limone dell’Etna IGP quale “valore aggiunto” rispetto ai prodotti importati. I lavori  introdotti da Renato Maugeri, presidente del Consorzio di Tutela del Limone dell’Etna IGP, ci ricordano l’importanza cruciale dell’iscrizione al Consorzio per una crescita qualitativa ed economica di tutto l’indotto.

“Rivolgo il mio appello a tutti i produttori locali ad iscriversi al Consorzio”, afferma. “Solo insieme è possibile assicurare questo prodotto di altissima qualità nelle giuste quantità alla grande distribuzione, avendone molteplici vantaggi per tutto il comparto. Il Limone dell’Etna IGP ricorda subito l’identità della nostra terra e l’unicità del nostro prodotto. Ma tutti i produttori devono concorrere alla sua promozione e diffusione, entrando a fare parte del Consorzio. E’ una grande occasione che non dobbiamo perdere e la sensibilizzazione in questo senso passa da tutti i 14 comuni dell’area jonico-etnea”.

Il territorio, il clima e la ricerca, alcuni dei fattori di successo del Limone dell’Etna IGP

A prendere per prima la parola tra i relatori, Paolo Rapisarda, dirigente del CREA-OFA di Acireale. Ha ricordato le tappe principali che hanno portato al conseguimento del marchio IGP. Iniziate nel 2013 e culminate nel 2020 con la realizzazione del marchio. Il CREA, spiega ed effettua per l’occasione ricerche su 22 varietà di limoni presentate al Congresso di Chimica degli Alimenti del 2014. È stato dimostrato come la varietà verdello, nonché il Limone dell’Etna, presenti più vitamina C e più antiossidanti delle altre varietà. Nonostante i costi elevati per la coltura di questa pianta e la diffusione del mal secco, è bene, farne conoscere le qualità che rendono questo prodotto più salutare e migliore.

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Valorizzazione della biodiversità ed interventi di miglioramento genetico per il Limone dell’Etna

Ad esporre un’efficace buona pratica contro il malsecco, Alessandra Gentile, docente ordinaria di Agricoltura Generale e Coltivazioni Arboree presso l’Università degli Studi di Catania. Nel suo intervento, illustra le ricerche in chiave di miglioramento genetico. Il gruppo di lavoro da lei coordinato è riuscito ad introdurre degli enzimi contro il fungo che provoca il mal secco ed altri funghi post raccolta in limoni geneticamente modificati.

In questo modo, il team ha potuto analizzare più possibilità di tolleranza alla malattia attraverso il sequenziamento del genoma e l’incrocio con sequenze che avessero caratteri di resistenza. Incrociando in particolare l’interdonato e il femminello siracusano. È stato appurato come il 25% ne risultasse resistente. Il gruppo è riuscito a selezionare dei marcatori molecolari unici per il mal secco e l’acaro ragnetto rosso, affinché sia possibile capire in anticipo la resistenza del frutto alla specifica malattia.

Il GAL come opportunità per lo sviluppo della filiera del Limone dell’Etna IGP

Sono stati destinati 500 mila euro per un progetto di qualità integrato regionale, in quanto intervengono sei GAL siciliani”. Afferma così durante l’occasione Anna Privitera, direttrice del GAL Terre di Aci. Che ha esposto il piano di lavoro con il quale il GAL acese si muoverà per il Limone dell’Etna IGP. Il Gal valuterà le soluzioni più all’avanguardia individuate dalla ricerca nazionale ed internazionale per il contrasto al malsecco e per il prolungamento della Shelf-Life degli agrumi. Quindi individuerà le soluzioni più avanzate da sperimentare e collaudare in un campione di aziende limonicole del territorio in condizione microclimatiche differenti.

Dopo, acquisirà e sperimenterà le tecnologie per la trasformazione e valorizzazione dei sottoprodotti e derivati. Fino a favorire l’avvio di start-up nell’ambito della promozione e commercializzazione del limone dell’Etna e nel settore della trasformazione. In collaborazione con il Living Lab delle Aci, che curerà tutta la fase di pre-testing del nuovo prodotto e del packaging. In linea generale, le risorse destinate saranno impiegate non solo per il Limone dell’Etna. Ma anche per il Trunzo di Aci e la filiera turistica. In particolare, il GAL Eloro si occuperà della ricerca di nuovi mercati e della diffusione dei risultati.

Il Limone dell’Etna IGP tra i protagonisti della strategia condivisa del Distretto Produttori Agrumi di Sicilia

Un ulteriore focus sulle caratteristiche legate all’agrume viene offerto da Giovanni Continella, già docente ordinario per lo stesso corso accademico dell’Università di Catania. Nell’occasione ha ricordato come il Limone dell’Etna si ottenga, in particolare, tramite la pratica della “forzatura”. Nota come “secca”, questa tecnica colturale induce la pianta a rifiorire e produrre frutti fuori stagione.

Federica Argentati, presidente del Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia ricorda, infine, come sono stati investiti dal Distretto un milione di euro nella ricerca per la lotta contro il mal secco e nella comunicazione delle produzioni. Ricorda anche che l’agrume è stato presente in un padiglione all’Expo 2015 tra i prodotti DOP e IGP siciliani. Così come sia meta di uno dei sette itinerari di Turismo Relazionale Integrato di “Le Vie della Zagara”. D’altro canto Gianni D’Alù, vice direttore del Gruppo Arena e dei marchi Decò e SuperConveniente, ha sottolineato la volontà di essere interessato a far entrare il Limone dell’Etna nella catena di distribuzione. Senza alterare i valori del prodotto poiché, ha ricordato, “il fornitore è la nostra grande ricchezza”.

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Acireale / Conclusioni del primo convegno di tutela del Limone dell’Etna IGP

A concludere l’incontro, le parole di Dario Caltabellotta, dirigente generale del Dipartimento di Agricoltura dell’Assessorato dell’Agricoltura e Sviluppo Rurale, che ha particolarmente apprezzato l’organizzazione dell’incontro per la ricchezza dei contenuti offerti. “Nonostante già 30 anni fossimo consapevoli di quanto le diverse aree della Sicilia avessero una loro identità territoriale, mai come in questi ultimi anni la Sicilia degli agrumi ha assunto una voglia di identità territoriale” – ha affermato.

Ribadendo come oggi la Politica Agricola Comune si ponga gli obiettivi di promuovere un settore agricolo smart e resiliente. Sostenere la salvaguardia di ambiente e clima e stimolare lo sviluppo e l’occupazione nelle aree rurali, attraverso un’efficiente funzione del modello AKIS (Agricultural Knowledge and Innovation Systems). Un modello che vede Unione Europea, Stato e Regioni responsabili concatenati. Al fine di un’attuazione efficace di politiche in grado di garantire un futuro di qualità al Limone dell’Etna.

Sabrina Levatino

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