Dopo oltre 500 anni di assenza, giorno 28 ottobre è stata inaugurata a Catania presso il Castello di Leucatia la nuova sinagoga, per la precisione al secondo piano del Castello, in locali concessi dal Comune. Si tratta dell’unica sinagoga da Napoli in giù. Oltre all’inaugurazione, è stato festeggiato l’arrivo del Sefer Torah, il testo sacro degli ebrei che furono cacciati dalla Sicilia nel 1492 dai sovrani cattolici di Spagna durante la Santa Inquisizione. La nuova sinagoga sarà luogo di culto per la comunità ebraica di Catania e provincia, ma la sua inaugurazione ha scatenato varie polemiche.
Catania / Inaugurazione della nuova sinagoga, un ritorno storico
L’inaugurazione della sinagoga a Catania è un vero e proprio evento storico che riporta nell’Isola il Sefer Torah dopo oltre 500 anni, ovvero quando gli ebrei furono cacciati dall’Isola a seguito dell’Editto di Granada firmato dai sovrani cattolici Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona che prevedeva l’espulsione delle comunità ebraiche considerate eretiche. Per questa speciale occasione il Sefer Torah appena arrivato a Catania è un dono del rabbino capo della Comunità di Washington. Alla lieta notizia ha risposto il neo-presidente del Senato, Ignazio La Russa, che, in un messaggio rivolto ai catanesi, afferma:
“I drammatici accadimenti del 1492, privarono la città di una presenza preziosa e dall’alto valore religioso, sociale, cultura e simbolico [… ] Costruire, insieme, una memoria sempre più condivisa e diffusa, soprattutto tra le nuove generazioni, è certamente il migliore antidoto per evitare il ripetersi dei tragici accadimenti del passato e per costruire un futuro di pace, serenità e benessere”.
Sinagoga / Le polemiche contro la nuova Comunità ebraica di Catania
Nonostante si tratti di un evento da festeggiare, la costituzione della nuova Comunità ebraica di Catania ha scatenato svariate polemiche. Le più pesanti giungono dall’Unione delle Comunità ebraiche italiane (UCEI) che non la riconoscono tra le 24 che compongono l’Ucei. Per questo motivo, i rabbini che hanno guidato le preghiere sono venuti da Israele, autorizzati però dal Comitato rabbinico centrale. L’UCEI spiega che “non può consentire in alcun modo che chiunque si appropri della dicitura ‘Comunità ebraica’ o costituisca una comunità prima inesistente, in aperta violazione della normativa prevista nell’intesa e nello statuto”. Alle accuse ha risposto il segretario della comunità ebraica di Catania, Baruch Triolo:
“Non siamo e, al momento, non vogliamo essere iscritti all’UCEI” dice Triolo. “L’UCEI dice che la legge, con accordo dello Stato, consente solo a essa stessa di nominare le comunità. Ma quella legge, di fatto, non è altro che una forzatura, perché il diritto di esercitare la propria fede è sancito dalla Costituzione […] Fino a quando ci sarà democrazia, non potrà esistere che qualcuno possa decidere chi o cosa possa chiamarsi comunità. La legge che loro citano è un aborto giuridico. Qualora dovessero farci causa, noi impugneremmo il tutto davanti la Corte costituzionale”.
Sinagoga / La tragica storia del Castello di Leucatia sede della Comunità ebraica
Il luogo scelto come sede per la sinagoga è anch’esso al centro di polemiche. La famosa storia dietro al Castello ha portato la gente a richiedere di renderlo un museo invece che occuparlo come sinagoga. Il Castello di Leucatia è protagonista di una leggenda popolare che racconta la tragica storia di Angelina Mioccio, figlia di un ricco commerciante ebreo che la voleva dare in sposa ad un uomo che lei non amava. Il padre fece costruire il famoso castello nel 1911 come dote per le nozze. Angelina era destinata a un ricco avvocato dieci anni più grande di lei, ma la giovane era innamorata di Alfio, un lontano cugino di bassa estrazione sociale che non aveva il coraggio di dichiararsi. Così Angelina decise di porre fine al destino scelto dagli altri e si suicidò lanciandosi dalla torre più alta del Castello.
Per preservare la sua bellezza, il padre decise d’imbalsamarla. Nel 2017 le vicende della giovane e sfortunata Angelina furono raccontate in un libro intitolato “La Bella Angelina” scritto da Rossella Jannello. Dopo la sua morte cominciarono a diffondersi dicerie su maledizioni e infestazioni di spiriti all’interno del castello. Un privato tentò di acquistarlo per ripristinarlo, ma le “insistenti urla” provenienti dai corridoi lo costrinsero ad abbandonarlo. Un’altra vicenda collegabile al castello si verificò durante la Seconda Guerra Mondiale. Il Castello, insieme ad altre ville della zona, divenne rifugio antiaereo delle forze tedesche. La struttura fu l’unica della zona a non subire alcun danneggiamento, a differenza degli altri edifici che furono rasi al suolo. Oggi il Castello è proprietà del comune di Catania e ospita nel primo piano la Biblioteca e Centro Culturale Rosario Livatino e dal giorno 28 ottobre la sinagoga della Comunità ebraica.
Milena Landriscina