Il 13 settembre scorso il Segretario Generale dell’ONU, António Guterres, ha lanciato l’allarme: il cambiamento climatico “si sta dirigendo verso territori inesplorati di distruzione”. L’avvertimento è stato pronunciato in occasione della pubblicazione del rapporto scientifico “United in Science”, coordinato dall’Organizzazione Metereologica Mondiale (OMM). Questa importante organizzazione intergovernativa sta attualmente prendendo parte alla COP27 allo scopo di fornire i più recenti consigli scientifici e informazioni ai governi in merito allo stato del clima e delle concentrazioni dei gas serra.
Cambiamento climatico / L’allarme dell’ONU: “verso territori inesplorati di distruzione”
“Il nostro pianeta sta inviando un segnale di emergenza”. Si esprime così Guterres in un video messaggio riguardo al rapporto provvisorio sullo Stato del Clima Globale dell’OMM. “Il cambiamento sta avvenendo con velocità catastrofica. Il livello del mare sta aumentando al doppio della velocità degli anni ’90. I ghiacciai si stanno a loro volta sciogliendo, mettendo a rischio la sicurezza idrica di interi continenti.”. Sono le conseguenze di un mondo la cui temperatura è di 1,2 gradi superiore ai livelli preindustriali.
Ad essere colpiti sono soprattutto i Paesi più vulnerabili. Si tratta di quei territori meno pronti ad adattarsi, dove si registra un aumento di eventi catastrofici. “Siccità. Inondazioni. Invasioni di insetti. Eventi meteorologici estremi che distruggono anche le infrastrutture sanitarie di base. Cambiamenti nell’andamento di malattie mortali come malaria, dengue e colera.” Questo è quanto riporta l’ONG Medici Senza Frontiere, che dal 1971 offre soccorso sanitario e assistenza umanitaria in caso di conflitti, epidemie, disastri naturali nelle zone del mondo in cui il diritto alla cura non è garantito.
In effetti, sono numerose le fonti che attribuiscono una buona parte della colpa ai Paesi più industrializzati. Questi sembrano infatti lavorare a danno di quelli più deboli. Oltre a Medici Senza Frontiere, anche l’ONG Greenpeace evidenzia che il cambiamento climatico è un prezzo da pagare per attività svolte da aziende che “fanno profitti a scapito del Pianeta”. Tra queste, i colossi delle fonti fossili e dell’agricoltura industriale. Sulla base di questi presupposti, dal 6 al 18 novembre 2022 il mondo è riunito a Sharm El Sheikh per la Conferenza ONU sul clima COP27.
Cambiamento climatico / Cosa è la COP
La “Conferenza delle Parti” (COP) è l’organo decisionale globale della “Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici” (UNFCCC). I 198 paesi si incontrano ogni anno per esaminare i progressi e decidere il percorso da seguire. Quest’anno, la 27a sessione ospitata dall’Egitto ha l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali. Così come stabilito dall’Accordo di Parigi del 2015.
Cambiamento climatico / COP27: il calendario
La Conferenza segue un calendario programmatico. Si articola in giornate dedicate a temi ogni volta diversi. Nello specifico, si sono tenuti fino ad ora:
- Il Finance Day (9 Novembre). Dedicato agli impegni finanziari affinché si attuino le azioni per il clima.
- Lo Science Day (10 Novembre). Per definire il ruolo del mondo accademico nel sostegno dell’azione globale contro la crisi e fornire così una solida base scientifica. Lo Youth and Future Generations Day (10 Novembre). Per dare voce ai giovani e alle generazioni future, in modo da prendere in considerazione le loro prospettive.
- Il Decarbonization Day (11 Novembre). Per discutere sulle politiche, approcci e tecnologie in grado di facilitare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.
- L’ Adaptation and Agriculture Day (12 Novembre). Allo scopo di trattare l’adattamento e la resilienza del settore agricolo.
- Il Gender Day (14 Novembre). Per condividere esperienze e promuovere politiche, strategie e azioni sensibili al genere. Il Water Day (14 Novembre). Relativo a tutte le questioni sulla gestione sostenibile delle risorse idriche.
- Lo Ace and Civil Society Day (15 Novembre). Con l’intento di promuovere il coinvolgimento della società civile e garantire che le loro opinioni e prospettive siano integrate in modo significativo. L’Energy Day (15 Novembre). Riguardante tutti gli aspetti dell’energia e del cambiamento climatico, con un focus specifico sull’idrogeno verde come potenziale fonte di energia per il futuro.
- Il Biodiversity Day (16 Novembre). Per occuparsi della natura e delle soluzioni basate sull’ecosistema.
- Il Solutions Day (17 Novembre).
Cambiamento climatico / L’allarme dell’ONU: tra adattamento e mitigazione
Guterres ha invitato i leader mondiali a investire in misure tanto di adattamento quanto di mitigazione. Perché senza economie di adattamento, la sicurezza alimentare e la stabilità globale sono minacciate. Su questa linea, l’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente) – partecipante alla COP27 – propone 5 modi attraverso cui i Paesi possono adattarsi alla crisi climatica. 1.Sistemi di allarme rapido. 2.Ripristino dell’ecosistema. 3.Infrastrutture resilienti ai cambiamenti climatici. 4.Approvvigionamento idrico e sicurezza. 5.Pianificazione a lungo termine.
Cambiamento climatico / L’allarme dell’ONU: “verso territori inesplorati di distruzione”
È evidente l’imminente necessità di adottare efficaci e definitive politiche di contenimento del riscaldamento globale. Solo così sarà possibile proteggere le persone, le comunità e tutte le forme di vita dai crescenti rischi dell’emergenza climatica. E, come dice lo stesso Guterres: “COP27 must be the place – and now must be the time.”
Roberta Lazzaro