Calcio / Turchia, telecronista licenziato per aver nominato Hakan Sukur

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Hakan Sukur ieri e oggi

In Turchia un telecronista è stato licenziato dopo aver nominato l’ex calciatore Hakan Sukur. C’è dell’assurdo in quanto successo nella giornata di giovedì 1 dicembre durante la partita dei mondiali di Qatar 2022 Canada-Marocco. Durante l’intervallo del match, infatti, il telecronista Alper Bakircigil della tv di stato turca TRT, è stato cacciato dalla telecronaca e licenziato subito dopo.

Calcio / Erdogan colpisce ancora

Ma cerchiamo di capire la vicenda accaduta in Turchia: il telecronista, al gol del vantaggio della nazionale marocchina per mano (o meglio per piede) di Ziyech ha citato l’ex calciatore turco Hakan Sukur. Il riferimento è giustificato dal fatto che il calciatore marocchino ha superato il record di rapidità nel segnare un gol ai mondiali, primato precedentemente posseduto proprio dall’ex Inter Sukur. Nell’intervallo della partita il presidente turco Erdogan, conosciuto per la sua politica tutt’altro che democratica, ha infatti ordinato l’immediato licenziamento del cronista televisivo. L’emittente ha sostituito il cronista subito dopo il primo tempo con un collega che si è occupato di terminare il commentario della partita. Le motivazioni del gesto sono da ricercare nella vecchia diatriba tra il presidente Erdogan e l’ex calciatore turco.

Sukur è infatti considerato uno dei principali nemici del presidente a causa delle sue battaglie politiche in protesta agli abusi commessi in Turchia. Il licenziamento del telecronista è l’ennesima dimostrazione della difficile situazione politica in Turchia, una vera e propria forma di dittatura moderna. Lo stesso ex presidente del consiglio italiano, Mario Draghi, ha parlato di Erdogan come un “dittatore di cui però si ha bisogno”. L’ex premier afferma che “con questi dittatori bisogna essere franchi nell’esprimere la propria diversità di veduta; bisogna anche essere pronti a cooperare per assicurare gli interessi del proprio paese”.

Poesia Draghi Erdogan

Calcio / Hakan Sukur: la difficile vita in Turchia e la fuga

La storia di Sukur in Turchia è molto complicata. Dopo essersi ritirato dal calcio giocato nel 2011 decide di iniziare la carriera politica, divenendo deputato del Parlamento per il “partito per lo sviluppo e la giustizia” di Erdogan. Si dimette nel 2013 a causa di un’inchiesta per corruzione che riguardava proprio l’attuale presidente turco e alcuni suoi stretti collaboratori. Da quel momento il rapporto con l’attuale presidente si incrina drasticamente. Nel 2016 l’ex calciatore è obbligato a fuggire dalla Turchia ed a rifugiarsi negli Stati Uniti con la famiglia.

Dopo essere fuggito dal proprio paese risulta adesso essere ricercato, impossibilitato a tornare ed addirittura cancellato dalla memoria collettiva. La condanna a 4 anni di reclusione si deve alle accuse di appartenenza ad un gruppo terroristico armato e per i presunti insulti a danno di Erdogan su Twitter. Nel 2016 La polizia turca ha inoltre perquisito e sequestrato la vecchia abitazione ed i beni del calciatore ed ha condannato a 3 anni di carcere il padre di Hakan. Il bomber più importante della storia della nazionale turca, dopo una serie di fallimenti imprenditoriali, è attualmente occupato come tassista nella città di Palo Alto in California.

Calcio / Carriera e record di Sukur

Il nome di Sukur comincia a farsi strada a partire dal 1995, proprio in Italia, con il Torino. Dopo questa breve esperienza si trasferisce alla turca Galatasaray per poi ritornare in Italia. È proprio nel 2000 che il giocatore torna nel nostro paese con la maglia dell’Inter e Hakan Sukur Intersuccessivamente con quella del Parma. Ma il migliore riconoscimento lo ottiene proprio con la nazionale turca. Perché oltre al gol più veloce in una coppa mondiale diventa anche il miglior realizzatore di tutti i tempi con la maglia della nazionale segnando 51 gol in 112 partite.

L’attaccante è ricordato con il soprannome “il Toro del Bosforo”, soprannome che si deve al gol segnato dopo meno di 11 secondi dall’ingresso in campo durante i mondiali di Corea 2002. La carriera calcistica termina nel 2008 al Galatasaray dove ottiene per ben 3 volte il titolo di capocannoniere. I 189 gol con la maglia della squadra turca sono però come stati messi in un cassetto chiuso a chiave e dimenticati da tutti. Ennesima dimostrazione di come una dittatura possa, allo stesso tempo, fare e cancellare la storia.

Ismaele Sarro