Sicurezza e trasformazione digitale / Intervento dell’acese Aldo Monaca alla blasonata Hydro22

0
172
Aldo Monaca Hydro22

Si è tenuta a Monaco dal 5 all’8 Dicembre 2022 la conferenza “Hydro22”, un evento di grande blasone per l’Italia, che ha visto anche l’atteso intervento dell’esperto specializzato in scienze nautiche e idrografiche Aldo Monaca, residente ad Acireale. Lo slogan della conferenza, “Verso maggiori responsabilità”, faceva riferimento al ruolo dell’idrografia per quanto riguarda la “climate resilience”, cioè la capacità di poter fronteggiare tutti quelli eventi, dovuti principalmente al cambiamento climatico, che minacciano il normale svolgimento delle attività quotidiane. L’idrografia assume, quindi, un ruolo di rilevanza strategicamente cruciale nella previsione di eventi che potrebbero risultare disastrosi per noi e per l’ambiente. Ma vediamo di capire meglio la caratura gli interventi, uno di apertura ed uno di chiusura, del nostro quotato professore conterraneo in occasione dell’evento.

Hydro22 / Aldo Monaca: L’Hydro23 arriva in Italia

Oggi vicepresidente dell’IHS, all’inizio del suo intervento Monaca ha ringraziato la International Federation of Hydrographic Societies che si è occupata dell’organizzazione dell’Hydro 22. Si è dichiarato fiero di portare in Italia un evento di tale portata nel campo dell’idrografia industriale, accademica e militare. L’Hydro23, infatti, si terrà a novembre dell’anno prossimo presso la città di Genova in Liguria e verrà organizzato dall’IHS stessa. Un importante traguardo non solo per la città di Acireale, rappresentata da Aldo Monaca stesso, ma per il Belpaese tutto che ottiene un riconoscimento di rilievo nel settore dell’idrografia a livello mondiale. Per questo motivo, durante l’evento, Monaca ha ricevuto ufficialmente anche il passaggio di testimone (lo scudetto in foto sotto, ndr) alla presenza del Direttore Contrammiraglio Nannini, direttore dell’Istituto Idrografico della Marina di Genova.

Hydro22 Aldo Monaca

Hydro22 / Aldo Monaca riguardo l’importanza dei cavi sottomarini

“Tantissimi dati sensibili relativi agli utenti, segreti industriali o militari percorrono ogni secondo le innumerevoli connessioni presenti in tutto il mondo”. Con queste parole Aldo Monaca sottolinea l’importanza dei cavi sottomarini a livello geopolitico. È proprio per questo motivo che “sia le grandi aziende del settore privato che le superpotenze a livello geopolitico, combattono una “guerra ibrida” semiaperta e semisegreta per il controllo di questi cavi”. A suo parere, oltre all’aria, la terra, il mare e gli abissi, uno dei domini più importanti da proteggere, poiché in possesso dei nostri dati, è il cyberspazio digitale. I cavi sottomarini assumono quindi un ruolo di primaria importanza nel mondo contemporaneo in quanto rendono la comunicazione a livello globale istantanea.

Aldo Monaca ad Hydro22: i vantaggi della connettività globale per Aldo Monaca

A livello individuale, aziendale e dei governi, la connettività globale diventa una grossissima opportunità. Nel primo caso, si evince dall’intervento di Monaca, diventa più semplice l’acquisizione di nuove conoscenze e competenze utili per accedere a nuove opportunità di lavoro. Nel secondo caso, grazie alla connettività, si riesce a generare una maggiore produttività, viene incoraggiata l’innovazione e si rendono meno dispendiose le comunicazioni internazionali. La trasformazione digitale inoltre può aiutare i governi nella fornitura di servizi più efficiente che riguardano la sanità, l’istruzione e la pubblica amministrazione.

Aldo Monaca ad Hidro22: ecco quali sono le minacce ai cavi sottomarini 

“Quando parliamo di cavi sottomarini – ricorda Monaca – oltre alle minacce informatiche come phishing, inganni sui social media e così via dobbiamo prendere in considerazione le minacce fisiche. Queste comprendono danni non intenzionali come pescherecci e ancoraggio, pericoli naturali come terremoti, eruzioni vulcaniche, tsunami e frane sottomarine, e danni intenzionali dovuti a terrorismo, spionaggio e attacchi informatici ai sistemi di gestione remota della rete. L’obiettivo che bisogna prefissarsi è quindi ridurre al minimo la vulnerabilità dei cavi sottomarini”.

I danni non intenzionali

“I danni non intenzionali e naturali – prosegue – rendono necessaria la manutenzione dei cavi. Sarebbe opportuno, quindi, creare una banca dati che possa fornire informazioni dettagliate, aggiornate e facilmente utilizzabili sull’esatta posizione dei cavi. L’obiettivo è evitare danneggiamenti accidentali da parte di navi, pescherecci o imbarcazioni da diporto o attività off-shore. Grazie a questa si avrebbero, inoltre, informazioni sullo stato di integrità dei cavi sottomarini. Il che tali consentirebbe una tempestiva risposta in caso di incidenti tramite attività di ispezione e riparazione”.

Inoltre, tali informazioni dal monitoraggio dei cavi potrebbero essere di supporto al Comitato internazionale per la protezione dei cavi (ICPC). Questo si impegna e si coordina con l’Autorità internazionale dei fondali marini per assicurarsi che gli appaltatori di attività minerarie in acque profonde non danneggino i cavi durante le loro operazioni, e con l’International Hydrographic Organizzazione (IHO) per migliorare le specifiche della carta nautica, assicurando che i cavi sottomarini siano chiaramente rappresentati.

La creazione di un sistema informativo idrospaziale

Le informazioni provenienti dal controllo e monitoraggio dei cavi sottomarini integrate a dati batimetrici, idrografici, oceanografici e meteorologici potrebbero permettere la creazione di un sistema informativo idrospaziale. In questo caso diverrebbe possibile l’accesso e l’utilizzo di un’enorme mole di dati idrospaziali. Dati utili per aprire nuove strade per gli investimenti connessi al settore marittimo, in favore dello sviluppo della blue economy. Oltre a migliorare la sicurezza si contribuirebbe anche allo sviluppo sostenibile di paesi e regioni.

I danni intenzionali

Durante il discorso è stato fatto notare come negli ultimi anni sia aumentati gli attacchi informatici, sempre più numerosi, ai danni dei cavi per l’ottenimento dei dati. Inoltre, il sempre più elevato costo dei cavi favorisce la multiproprietà in modo da ridurre i costi. Si vengono, quindi, a creare diversi consorzi che coinvolgono decine di proprietari separati sia da chi fabbrica i componenti dei cavi, sia da chi posiziona i cavi in fondo al mare. Il rischio è la distruzione dei dati in caso di conflitto tra questi consorzi. Per Monaca diventa quindi necessario dare più importanza alla sicurezza informatica.

Come garantire sicurezza marittima e informatica allo stesso tempo?

Hydro22 Hydro23 Monaca

Quello che bisogna fare è mantenere la sicurezza marittima e informatica. Per rendere la navigazione più sicura diventa necessario riportare la posizione dei cavi nelle carte nautiche. I rischi di questa operazione però riguardano la sicurezza nazionale in termini di cybersecurity poiché anche i sabotatori avrebbero la possibilità di conoscere la posizione dei cavi. È quindi importante stabilire come, cosa, quando e in quale caso è possibile indicare la posizione dei cavi.

Hydro 22 / L’Africa, nuova frontiera del digitale 

Il continente africano è attualmente circondato da cavi già installati dai grandi consorzi di cavi sottomarini, che collegano i paesi africani con altri continenti. L’Africa è oggi considerata dalle grandi aziende tecnologiche la soluzione ai mercati saturi d’Occidente e Oriente. Il continente, la cui popolazione di giovani è in continua crescita, rappresenta un’ottima opportunità per poter ampliare la propria presenza globale.

Gli attori che vogliono approfittare di questa opportunità e che quindi sentono di dover investire nella connettività di oggi per soddisfare le esigenze di domani sono le grandi potenze e le aziende del settore privato come Google, Meta e Huawei. L’idrografia nella sua trasformazione in economia idrospaziale può rappresentare per il continente africano una fonte di sviluppo economico. I legami commerciali ed economici tra il continente africano e il resto del mondo ne uscirebbero rafforzati. Il divario digitale tra Africa e resto del mondo, inoltre, verrebbe finalmente in buona parte colmato.

Print Friendly, PDF & Email