Riportiamo le riflessioni del prof. Francesco Pira in merito a “cattiveria” o “haters” che purtroppo abbondano spesso su internet, dove però l’amore può comunque vincere. Vediamo come.
Francesco Pira / anche su internet si manifesta la cattiveria con l’amore
Quello che mi spaventa di più, come diceva il grande scrittore Gesualdo Bufalino, è la mafiosità o per meglio dire quell’atteggiamento di tipo mafioso che in tanti ormai assumono senza rendersene conto. A mancare è il rispetto per gli altri e la considerazione di quanti la pensano diversamente da noi. L’idea più diffusa è quella di prevaricare il prossimo, perché noi abbiamo sempre ragione anche quando stiamo sbagliando. Vogliamo imporre la nostra forza sugli altri e tendiamo a ferire le persone. Il mio campo di ricerca, e il mio lavoro quotidiano da sociologo della comunicazione, mi portano a riflettere su quanto sia necessario educare ad un uso consapevole delle nuove tecnologie. I social network hanno creato un sistema di totale mancanza di rispetto verso il prossimo e in particolare verso le categorie più deboli.
Francesco Pira / L’odio sulla rete
Mi riferisco agli hater, ai leoni da tastiera, che non risparmiano nessuno e provano gusto a disseminare dissenso e provocazione nei confronti delle donne, degli anziani, dei migranti e anche dei personaggi pubblici. Un’avversione che genera fenomeni terribili come il cyberbullismo o il body shaming. Ma il dramma arriva anche dall’ormai famoso “Hate Speech”. Un termine inglese che identifica il “discorso d’odio”, “incitamento all’odio”, per identificare ogni tipo di comunicazione che aggredisce o si avvale di un linguaggio discriminatorio rivolto a un gruppo, o ad una singola persona, in base alla loro religione, etnia, nazionalità, sesso o altro fattore di identità.
L’dentikit perfetto dell’ hater vede come protagonisti le persone normali nella vita, che sul web si trasformano. I meno pericolosi, i trolls, coloro che provano gusto a disseminare dissenso, attaccare un’idea o una persona e si lanciano con commenti provocatori, nella speranza che la vittima risponda e così si apra un dibattito all’insegna dell’animosità. I più pericolosi sono i five stars hater, gli odiatori a cinque stelle, coloro che non vogliono solo irritare o offendere. Quest’ultimi però intendono scatenare gli istinti più bassi degli interlocutori e cosi minare le fondamenta della società, avvelenare la società, generare razzismo, misoginia e discriminazione.
Internet / Presi di mira anche ragazzi disabili
Recentemente, sono stati compiuti atti orribili nei confronti di ragazzi e ragazze disabili. Una ragazza è stata picchiata con calci, pugni e ciocche di capelli strappate. La vittima, come scrive il Corriere del Mezzogiorno, è una 13enne di Secondigliano invalida. Un gesto talmente grave che non riuscivamo nemmeno a commentare ed è arrivato un secondo episodio, avvenuto a Vigevano. Addirittura, tre individui hanno picchiato un ragazzo 25enne che ha delle fragilità, pubblicando in rete i momenti di questo pestaggio. Questi gesti tremendi devono farci riflettere, poiché è necessario piantare nuovi semi d’amore e di tolleranza.
Il Papa in occasione della Giornata Mondiale dedicata alle persone con Disabilità ha sottolineato che la fragilità appartiene a tutti e che non esiste un “noi” e un “loro”. Tutti apparteniamo al popolo di Dio, tutti siamo persone e da soli non c’è salvezza alcuna. Inoltre, il Pontefice ha sempre cercato di dare delle linee guida tese a valorizzare tutti gli esseri umani, ad accoglierli e a coinvolgerli. Ci vuole un intervento forte da parte di tutti gli attori della società che fermi la cultura dello scarto nel segno dell’assoluta accoglienza.
Il problema della non comunicazione tra adulti e giovani
Gli adulti non sempre riescono a trovare le parole giuste per comunicare con i giovani e non sempre trovano il tempo per ascoltare i più piccoli. Non comprendono i nuovi linguaggi e il modo di parlare delle nuove generazioni. La soluzione, dice il Santo Padre, è quella di guardare il mondo con occhi nuovi dove ascoltare l’altro non deve essere solo un “mero ascolto e oblio. Ascoltare, coinvolgere e impegnarsi significa lavorare per dare ai bambini e ai giovani la possibilità di vedere questo mondo che lasciamo loro in eredità con un occhio critico, capace di comprendere i problemi in campo economico, politico, di crescita e di progresso, e di proporre soluzioni realmente al servizio dell’uomo e dell’intera famiglia umana”.
Francesco Pira / Cattiveria e amore su internet
Qualche giorno fa un ragazzo 18enne di Bari ha postato un video e il testo di un messaggio che in realtà era un vero e proprio appello: “Un giorno a settimana in cui esco, decido di andare a Bari e ci sto andando da solo perché non ho amici con cui uscire. Sentire mia madre che dice: ‘posso venire io così non ci vai da solo’ è un altro tipo di dolore”. Il video ha superato le 300mila visualizzazioni, ottenendo 26mila “mi piace” e 900 commenti. In tanti si sono detti pronti ad uscire con lui e in tanti hanno dichiarato di sentirsi sempre soli.
Ecco, possiamo collegarci in rete e avere tantissime connessioni, registrare e pubblicare dei video, che possono ottenere anche tanto gradimento. Questo non sempre ci fa sentire in compagnia o considerati. Uno dei grandi problemi di questo tempo è quello di riuscire ad incontrare le persone nella realtà e non dietro ad un display. Bisogna guardarsi negli occhi per confrontarsi e per avere la possibilità di scambiarsi emozioni reciproche. Non dimentichiamoci che un legame online non potrà mai sostituire un legame nato nella vita reale.
La cattiveria attraverso la rete
La rete può offrirci molto, ma veicolare il male attraverso il web rimane un comportamento scorretto e meschino. Perdiamo ogni freno inibitore per danneggiare la credibilità degli altri, per attaccare le debolezze altrui e questo ci soddisfa davvero? No, dobbiamo essere particolarmente attenti e far maturare nei nostri cuori altruismo e solidarietà, perché le altre persone sono persone e non sono numeri. Quindi dobbiamo prendercene cura e compiere gesti di riguardo nei loro confronti.
Delegato del Rettore alla Comunicazione all’Università di Messina, dove insegna comunicazione e giornalismo. E’ coordinatore didattico del master in social media manager del Dipartimento di Civiltà antiche e moderne.