“Il Figlio di Dio si è incarnato e tornerà nel giorno del giudizio per unire a sé in un abbraccio d’amore il creato in maniera definitiva. Gesù con la sua venuta annuncia la pace, ricrea l’armonia della creazione donando all’umanità la salvezza, quindi la dignità e la possibilità di abitare la terra senza paure e violenze, eredità di Adamo ed Eva. Dio in Cristo ha unito l’umanità all’eternità con un legame indissolubile di amore”.
Queste – si legge in una nota della Curia – le parole del vescovo Antonino Raspanti nell’omelia del solenne pontificale del giorno di Natale celebrato nella Cattedrale di Acireale.
“Dio ha creato il mondo, ancora continua a creare e dona all’uomo il cosmo del quale è parte integrante. Invita ciascuno di noi a mantenerlo e contemplarlo, viverlo e studiarlo. Meravigliamoci del meccanismo dell’universo, dell’uomo e delle relazioni nella vita e nella società.
Nel libro della Genesi Dio ci invita a governare e abitare la terra. Abbiamo dato noi il nome alle creature e continuiamo anche quando progettiamo la nostra esistenza: siamo concreatori del mondo quando in maniera bella e ordinata realizziamo tutto questo. Il mondo però ci mette paura quando lo governiamo e lo abitiamo con fatica se regna il disordine. Ci difendiamo e attacchiamo quando guardiamo le creature non come amiche ma nemiche, così come in Caino e Abele”.
Nell’omelia di monsignor Raspanti l’amore di Dio per l’umanità
Continua: “Gesù che vive l ‘amicizia piena con Dio pacifica in Lui l’umanità. Viviamo la nostra vita ordinaria a partire dalla straordinarietà della festa del Natale. Ripensiamola alla luce del presepe e andiamo oltre, entrando nel mistero, come ci insegna l’evangelista Giovanni nel suo prologo.
La nostra quotidianità sia in Lui e nella sua pace. Ogni giorno Cristo condivide tutto e noi dovremmo avere la consapevolezza che non siamo soli anche se non ci vengono tolte le difficoltà e il travaglio della condizione umana.
Affrontiamo quindi la quotidianità nella fiducia in Dio anche alla presenza della tempesta (violenza, bombe…). Abbandoniamoci nelle braccia di Dio che ci ha dato il potere di diventare suoi figli. Noi siamo come bambini in braccio al padre e alla madre che offrono la serenità del cuore”.
Conclude nell’augurare un santo Natale a tutti ed in particolare alla sua diocesi, prezioso “fazzoletto” della bella e amata Sicilia.