Caro Rosario, il 13 aprile seì venuto al mondo, con un pò di ritardo. Dalla pancia della mamma sentivi le notizie della tv sulla pandemia e sulla guerra in Ucraina, ed hai pensato che non era un buon momento per nascere. Alla fine però hai deciso, per la gioia indescrivibile dei tuoi genitori e della tua famiglia.
In questi mesi di attesa anche io, giovane nonno, mi sono preparato alla tua venuta nel mondo, chiedendomi responsabilmente cosa avrei potuto fare per aiutarti a vivere un tempo da rendere fecondo, a prepararti alle difficoltà della vita. A non perdere mai la speranza, a coltivare la fede, la spiritualità, una dimensione umana che sembra ormai abbiamo smarrito.
Quando ti ho potuto avere tra le mie braccia, qualche minuto dopo il parto, sono rimasto attratto dai tuoi occhi che sembrava guardassero già i miei. Mi sono commosso a vederti così indifeso . Ho ringraziato in silenzio Dio per questo meraviglioso dono, il più grande possibile : la vita! Che ci sarà anche dopo di noi.
Lettera del nonno: sei una gioia da condividere
Sai Rosario, io sento di condividere la gioia della tua nascita con il mondo intero. Ogni bambino che nasce, in ogni parte del mondo, è una creatura che sarà al servizio della comunità. Diventerà medico, pilota, contadino, poliziotto, autista, insegnante, religioso, non importa, oltre a lavorare per se stesso, allo stesso tempo lavorerà per dare un servizio ad altri. Ogni vita che viene al mondo è una stella in più nel cielo che brilla per dare luce al mondo.
Mentre ti guardo cerco di capire a chi assomigli. Certo alcuni tratti somatici sono di tuo padre ed altri di tua madre, mia figlia, quindi sei erede allo stesso tempo del patrimonio genetico di tante generazioni . In te vive parte del dna dei miei genitori, dei miei nonni, e di chi li ha preceduti, così come dalla parte di tuo padre. Sei unico Rosario, nessuno prima di te è mai stato come te e nessuno lo sarà mai. Sei la sintesi di tante generazioni ma, allo stesso tempo, unico ed irripetibile; pensa che dono la vita!
Sei venuto in un momento complicato, direi epocale. Per la prima volta nella storia dell’uomo, per colpa dei Paesi che hanno inventato un sistema economico, detto capitalismo, che si basa sull’uso indiscrimato delle risorse del Pianeta per produrre beni senza fine che a loro volta producono scarti, inquinamento e calore energetico tali da alterare gli equilibri meravigliosi della Natura e quindi la vita stessa nelle sue mirabili forme, l’umanità si trova dunque davanti ad un bivio. O trova un modo per vivere sulla Terra in perfetta armonia con il Creato, rispettando la Natura anzichè alterarla, o distruggerla, distruggendo se stessi.
Lettera del nonno: sarò custode del Creato
Per quel che mi riguarda, Rosario, io sto cercando di fare la mia parte di custode del Creato. Cerco di consumare il meno che posso le risorse fondamentali per vivere. Quando faccio la doccia non supero i tre minuti perchè l’acqua che consumo inutilmente mancherà a te ed a tutti i bimbi che sono nati. E che hanno diritto di vivere bene, nell’abbondanza che la Natura ci ha dato. Chi spreca toglie sempre a qualcun altro le stesse possibilità.
Tuttavia vorrei incoraggiarti a vivere la speranza attiva.
Non è semplice, sai, essere coerenti, non seguire le mode del momento che ti spingono al consumo compulsivo di beni spesso inutili se non dannosi. Contribuendo al consumo delle risorse ambientali sfruttando ed inquinando il Creato come mai prima d’ora. Siamo tutti diventati egoisti, narcisisti, schiavi di uno stile di vita condizionato dalla pubblicità martellante e celebrato in ogni trasmissione televisiva, sui social, in cui è importante apparire belli. Anche se pesantemente ritoccati dal bisturi, ricchi, disinibiti. Inseguire la ricchezza materiale, il potere, il successo è diventato l’obiettivo spesso inconscio (quasi sempre frustrante) di gran parte degli italiani, teledipendenti e social dipendenti in maniera patologica.
Lettera del nonno: i cellulari ci separano dagli altri
Ti capiterà di viaggiare, di aspettare il turno alla Posta o in banca, di andare al ristorante e vedere che sono tutti rivolti a fissare il telefonino. E non ci si guarda nemmeno, non si parla più guardandosi negli occhi. Non si cercano di capire le emozioni ed i sentimenti dell’altro per creare un dialogo costruttivo, aperto, sincero quindi gratificante.
Caro Rosario non sappiamo più essere felici, creativi, solidali,generosi,appassionati, liberi, unici, come Dio ci ha creati!
Non inseguiamo più nemmeno i sogni possibili, ad esempio quello di costruire un mondo più giusto partendo dal proprio impegno. Cercando di affrontare i problemi del proprio quartiere, della propria città. Perchè dal piccolo contributo di ciascuno , dall’esempio, sì può generare un presente ed un futuro migliore. Esistono ancora tante persone che si impegnano nel loro lavoro per servire i cittadini. Penso ai sanitari, alle forze dell’ordine, ai magistrati, ai pompieri, ai forestali, ai piloti d’aerei, dei treni, degli autobus, ai postini, agli operatori ecologici, agli addetti della manutenzione dei servizi, ecc. Tanti altri che mettono parte del loro tempo per dare risposte a bisogni nuovi ed a quelli cui le istituzioni non danno risposte. Penso dunque ai religiosi, ai volontari, insomma alle persone di buona volontà.
Lettera di un nonno: costruiamo un futuro basato sui valori umani
Penso ai giovani, vittime di scelte sbagliate delle generazioni che li hanno precedute, di una mentalità diffusa che li vuole fuori dai giochi, dalle scelte che contano perchè, si dice, i giovani sono il futuro, negandogli nel frattempo il presente. Il futuro si costruisce con le scelte di oggi. Se viviamo i valori umani, se amiamo il Bene comune, la cooperazione, il rispetto delle Istituzioni, del Creato, se crediamo ai valori della Costituzione, se formiamo i giovani alla conoscenza scientifica, al rispetto dei doveri, della giustizia, della pace, della tolleranza , noi metteremo le basi per una economia sana. Quindi una società equa, inclusiva, giusta, prosperosa.
Carissimo nipote occorre ricostruire una società dove al centro ci sia l’uomo ed i suoi pochi ma essenziali bisogni. E non il consumatore stimolato da mille desideri. La società è diventato un mercato ed il cittadino un consumatore. Non esiste momento della giornata in cui qualcuno non debba venderti qualcosa.
Lettera di un nonno: bisogna arginare questa follia collettiva
Tutto ciò è folle, come è folle misurare il benessere dalla produzione industriale e quindi dal consumo, mentre si trascurano i fenomeni che indicano che le società opulente sono le più infelici basta leggere i dati Censis ed Istat , per quanto riguarda il nostro Paese, per scoprire le cifre di un disagio profondissimo: il numero delle coppie separate, il consumo diffusissimo di droga ed alcol tra i giovani e sempre più anche tra gli adulti, l’assunzione di psico farmaci, barbiturici, ormai dilagante, la violenza di genere, la violenza di gruppo, il disagio mentale, in un contesto sociale in cui i cittadini non credono più alla politica e disertano le urne.
Caro nipote non ci crederai, ma queste urgenze drammatiche non sono tra le priorità dei nostri politici che ci governano e ci rappresentano. Persino nei programmi delle Tv di Stato (lasciamo perdere le tv commerciali che non rispettano alcun codice deontologico, ad ogni ora programmi violenti e diseducativi, infarciti di sesso e banalità aventi come unico vero obiettivo vendere pubblicità che infatti scorre senza posa ) i programmi più diffusi sono di intrattenimento, scarsi quelli veramente informativi ed educativi. Rincorriamo le emergenze continue, nessuno guarda al futuro, alle generazioni che verranno.
Io ho deciso di fare la mia parte ancora con più forza e convicimento, perchè il futuro è diventato presente, perchè sei arrivato tu, piccola creatura, inseme a tutti i bambini nati in ogni parte del pianeta, a cui dobbiamo lasciare il mondo che abbiamo ereditato e che stiamo maltrattando, meglio di come lo abbiamo trovato.
Lettera di un nonno: il mio impegno nel volontariato
Intanto quando mi lavo i denti, faccio la doccia, ho ridotto i tempi ed il consumo di acqua.
Basta sprechi, anche nel cibo, nell’acquisto di cose materiali inutili che diventano rifiuti. Abbiamo creato un mondo di rifiuti, un mondo di scarti. Mi impegnerò ancor più nel volontariato per aiutare chi è stato lasciato indietro da una società che non tutela gli umili, i semplici, i poveri, i malati, gli onesti, chiederò conto agli amministratori della mia città di come usano le risorse, che poi sono le tasse che paghiamo, quali politiche metteranno in campo per rendere vivibile la città, per rendere esigibili i diritti di ogni cittadino.
Insomma Rosario, non vedo l’ora che cresci così mi dai una mano a costruire insieme un mondo migliore! Tuo nonno con infinito amore.
Orazio Maltese