Epifania / Vivere la manifestazione di Dio al mondo

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Epifania Orazio Tornabene

Oggi, celebrando l’Epifania del Signore, festeggiamo la manifestazione al mondo di Dio. La luce splende ed avanza e l’albeggiare dell’umanità nuova è ricolmo della luce del Signore. Ancora nel nostro cuore riecheggiano le parole del prologo del vangelo di Gv, ascoltate il giorno di Natale: In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta (1,4-5).

Epifania, festeggiamo la manifestazione al mondo di Dio

Se tra le tenebre i primi a scorgere la luce nuova sono i pastori, i “lontani prossimi”; oggi, nell’avanzare della luce che continua ad alzarsi, vengono toccati i confini della terra, coinvolgendo altri lontani: i popoli della terra (i magi). I pastori videro la gloria di Dio annunciata dagli angeli, segno a loro comprensibile. Invece, con i magi, questi eruditi provenienti da oriente e che studiavano il cielo, Dio parla attraverso un evento astronomico a loro comprensibile: Abbiamo visto sorgere la sua Stella. Dio tiene conto delle culture diverse di ognuno e riserva a ciascuno un linguaggio a lui chiaro.

Il cammino della vita

Le stelle per chi viaggia, senza usare il gps, sono importanti, perché aiutano a mantenere la rotta. I magi rappresentano quelle donne e quegli uomini che, in ogni tempo, lungo in cammino della vita non si stancano di cercare la Verità. Conoscere è sì un fatto intellettuale, ma non solo: esso è una questione di Amore. L’uomo sente in sé un forte desiderio di verità (DE SIDUS mancanza di stelle).

Abbiamo tutti bisogno di stelle che ci indichino la Via. La nostra verità è Cristo, non una opinione qualunque: è Lui che ci orienta nel deserto del mondo. Mondo che vuole sconvolgere e confondere con mode che oggi parlano la cultura del trans-umanesimo. Un mondo che vuole parlare a donne e uomini svuotando di senso l’umano. Già Dio è stato archiviato da secoli: archiviato Lui, anche l’umano farà la stessa fine – la creatura senza il Creatore, svanisce (ricorda la Cost. Conciliare G.S) -.

Epifania / La manifestazione al mondo di Dio

L’epifania, ancora una volta, ci spinge a cercare la verità che illumina ogni uomo: Cristo. Ed una volta trovato, richiede il viverlo quotidianamente: (i magi) se ne tornarono nelle loro regioni. Penso che non se ternarono indifferenti. In fondo, nessuna relazione lascia indifferenti, pensate che lepifania doni dei Magi ’esperienza di Dio sia da meno? In secondo luogo, abbiamo i doni portati dai magi. Sono dei segni che parlano di Gesù Cristo ed in Lui assumono un significato emblematico per ogni battezzato.

ORO per il Re dei re

Nella cultura del mondo è un metallo preziosissimo, simbolo della regalità. Le insegne di ogni monarchia sono infatti dorate. Gesù, però non è un re in senso mondano; Egli lo è in quanto Dio; Egli è ciò che di più prezioso ci possa essere per l’umanità: il Signore della vita che ha insegnato agli uomini il legame inscindibile tra il regnare ed il servire. In Gesù impariamo a vivere ogni relazione, non come convenzione esistenziale, bensì come qualcosa di unico e prezioso che ogni donna ed ogni uomo possa avere.

La relazione può essere qualcosa di prezioso. Pensiamo a quelle relazioni che danno vita (la famiglia), a quelle che aiutano nella vita (una donna o un uomo amato, gli amici), a quelle che edificano la vita (i genitori, gli amici, i catechisti, i professori, ecc). Carissimi, pensiamo a rendere preziosa ogni nostra relazione, contro ogni egoismo. Ma la relazione capace di impreziosire ogni relazione è la relazione con Dio: la relazione delle relazioni.

INCENSO per il vero Dio

Resina che, bruciata, produce profumo e che, nella tradizione, è riservato alla divinità. Egli è l’Emmanuele, il Dio con noi, tra noi. L’incenso nei salmi è simbolo delle preghiere. Bruciamo incenso nelle celebrazioni solenni, eleviamo come fumo di incenso preghiere a Dio, ma soprattutto come ha fatto Gesù: Egli stesso si è offerto al Padre per noi. Camminiamo nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore (Ef 5,2). Quindi la nostra vita profumi di Cristo, cioè di carità e non di meschinità. Attenzione se il nostro incenso, le nostre azioni, sono dati agli idoli: egoismo, vanagloria, tornaconto.

MIRRA per il vero uomo

La storia della mirra è parallela a quella dell’incenso: già conosciuta nell’antico Egitto ed utilizzata nell’imbalsamazione. Nella Bibbia è uno dei principali componenti dell’olio santo per le unzioni, ma anche un profumo, citato nel Ct. Nel vangelo di Mt la troviamo come dono portato al bambino Gesù, mentre, nel vangelo di Mc, la ritroviamo mescolata al vino ed offerta a Gesù prima della crocifissione. Secondo la tradizione, dunque, simboleggia l’unzione di Cristo, o l’espiazione dei peccati tramite la sofferenza e la morte corporale (per il suo impiego anche nelle imbalsamazioni). Ma Gesù sconvolge anche questo dono, perché nella sua morte è sconfitta la morte: Se moriamo con lui, con lui anche vivremo (2Tm 2,11). In Cristo facciamo della nostra vita di cristiani, cioè unti del Signore, un annuncio di Speranza del Vangelo.

Epifania / I doni raccontano Gesù

Dunque, questi tre doni raccontano Gesù, il dono più grande fatto a noi dal Padre. Anche noi, come questi pagani, allarghiamo il nostro cuore: adoriamo il mistero del divino infante, perché: Lì dove si fermano i passi della ragione, in adorazione, procediamo con il passo della fede, unico linguaggio capace di comprendere Dio perché, come ricorda san Paolo nella II lettura, IN CRISTO GESÙ: condividiamo la stessa eredità: ovvero la figliolanza a Dio (simboleggiata nell’incenso e che rappresenta il sacerdozio, ovvero l’intercedere nel Figlio presso il Padre nella fede); formiamo lo stesso corpo (oro, che rappresenta la regalità, ovvero il servizio nella carità); siamo partecipi della stessa promessa per mezzo della bella notizia (mirra, che simboleggia la profezia, ovvero annunciare nella Speranza della vita eterna).

                                                                

don Orazio Tornabene Don Orazio Tornabene

Direttore Caritas diocesana di Acireale