Riportiamo le riflessione del professor Francesco Pira in merito alle preoccupanti notizie che riguardano l’uso della violenza tra gli adolescenti.
La condizione di fragilità dei giovani alimenta la violenza e siamo noi adulti a dover attuare un modello educativo completamente diverso. Tocca ai grandi promuovere i valori e soprattutto l’amore per gli altri, ascoltando le parole di Papa Francesco: “Amate gli altri, cercate di vivere con amore, l’amore sana la vita”. “L’odio non può scacciare l’odio: solo l’amore può farlo. L’odio moltiplica l’odio, la violenza moltiplica la violenza, la durezza moltiplica la durezza, in una spirale discendente di distruzione”. Così Martin Luther King, attivista e politico, ha definito l’odio e la violenza. I casi di cronaca che ogni giorno i media ci restituiscono ci mostrano quanto poco spazio abbia l’amore rispetto alla violenza, alla rabbia e alla crudeltà.
Pira / violenza tra gli adolescenti
L’episodio avvenuto a Caltanissetta ci deve far riflettere su come la fragilità ha cambiato la vita degli adolescenti. Due quindicenni sono stati arrestati dalle Forze dell’Ordine per aver sequestrato in un garage e malmenato per un’ora e mezza un tredicenne, minacciandolo di morte e versandogli addosso acqua intrisa di olio per motori. Il movente del sequestro è da ricondurre al desiderio dei due quindicenni di dare una lezione al tredicenne, perché si sarebbe lamentato per le aggressioni che gli stessi avrebbero commesso nei confronti di alcuni suoi compagni. Il ragazzino sarebbe stato attirato con l’inganno all’interno del garage. È stato legato ad una sedia e poi preso a schiaffi su tutto il corpo e intimidito.
Come fanno due quindicenni a compiere un gesto del genere? Dove nasce questa assurda violenza? Non dimentichiamoci che questo non è l’unico caso di cronaca. Certamente, non può essere considerato un caso come gli altri avvenuti in diverse parti d’Italia e non possiamo definirlo come semplice atto di puro bullismo.
Il sequestro di un 13enne a Caltanissetta
Questa vicenda riguarda due quindicenni che sequestrano un tredicenne per torturarlo e mostra contorni gravi e allarmanti. Un atteggiamento che proviene forse dall’emulazione di serie televisive come Dahmer o Squid Game su Netflix o da videogiochi che presentano tematiche di estrema cattiveria e violenza che non fanno parte dell’educazione.
Qualche tempo fa il Corriere della Sera ha riportato il grido d’allarme lanciato da diversi istituti scolastici. Alcuni giochi violenti hanno raggiunto le scuole materne e le scuole elementari. I bambini emulano queste scene aggressive e la polizia di Stato è stata costretta ad intervenire e a dare dei suggerimenti ai genitori per riuscire ad affrontare le conseguenze di questa serie tv sui più piccoli. Diverse le associazioni che hanno chiesto la censura di Squid Game.
Pira / Violenza tra gli adolescenti : Squid game e Dahmer
I giochi presenti nella serie tv vengono emulati e a Treviso alcuni ragazzi hanno picchiato un compagno di scuola. Hanno spiegato, dopo aver compiuto il folle gesto, che meritava di essere picchiato, perché aveva perso la sfida cosi come accade su Squid Game. È stato traumatizzante per il bambino di Treviso essere picchiato ed è stato altrettanto traumatizzante per i ragazzi veder finire in ospedale il loro compagno. Mi è capitato, durante un incontro con ragazzi delle Scuole Medie, di parlare con uno studente che ha sottolineato come questa serie imprima valori molto forti, perché viene offerta un’occasione a cui non puoi rinunciare. Un messaggio sociale e valoriale completamente stravolto, dove anche un adulto ha un impatto emotivo molto forte da accettare.
E poi c’è Dahmer una serie televisiva basata su un caso passato agli onori della cronaca nera. Una narrazione terribile che riguarda la complessa personalità del serial killer Jeffrey Dahmer, un uomo spietato e dalle perversioni efferate. Un successo incredibile e anche nelle scuole se ne parla tanto. Tanti i video e i commenti sui social che sembrano dare una corretta motivazione al comportamento di Jeffrey. E su TikTok sta spopolando una challenge ispirata a Dahmer.
Pira: perché troppa violenza tra gli adolescenti?
Interroghiamoci sui fattori che stimolano il nostro interesse per il crimine e sul connubio orrore/attrazione. Chiediamoci anche che cosa spinge centinaia di persone in tutto il mondo a praticare il dark tourism.
Il dark tourism è un turismo particolare, dal momento che le persone si recano in quei luoghi dove sono avvenuti terribili omicidi e orrendi crimini. Posti che, diventati il simbolo della cattiveria umana, si trasformano in mete turistiche.
Come mai i genitori di minori permettono ai bambini o agli stessi adolescenti di vedere queste serie senza spiegarle e senza guardarle con loro? Perché i genitori non spiegano ai figli che cosa rappresentano questi luoghi legati al dark tourism?
Le famiglie dovrebbero dare una corretta educazione ai più piccoli. Il tema dell’emergenza educativa ci riguarda molto da vicino, perché non siamo riusciti a dire di no alle richieste dei nostri figli e non siamo più capaci di mettere un freno alle loro richieste.
Allora, prendono iniziative riprovevoli e molti di loro non riescono a inquadrare gli atti di violenza come qualcosa di diverso dal gioco. Continuano a vivere all’interno di un videogioco dove l’iperrealtà esperienziale li porta a pensare che tutto quello che stanno facendo è giusto e non può fare del male a nessuno.
Emergenza: attuare un modello educativo differente
Quanto avvenuto a Caltanissetta deve servire per dar vita ad un dibattito per riflettere sulle nostre capacità educative e per comprendere cosa la società riesce ad offrire a questi giovani. Diverse indagini, compresa quella che ha divulgato l’ISTAT, ci hanno ricordato che la popolazione è sempre più affetta da cattivismo. Non è semplice capire il perché di tanta cattiveria e le trasformazioni del tessuto sociale. Certamente, parlare solo di “cattivismo” non è una risposta a quello a cui stiamo assistendo. Le motivazioni sono più profonde e si devono indagare con cura e attenzione.
Certo è che la condizione di fragilità dei giovani alimenta la violenza e siamo noi adulti a dover attuare un modello educativo completamente diverso. Tocca ai grandi promuovere i valori e soprattutto l’amore per gli altri, ascoltando le parole di Papa Francesco: “Amate gli altri, cercate di vivere con amore, l’amore sana la vita”.
Francesco Pira
Delegato del Rettore alla Comunicazione all’Università di Messina, dove insegna comunicazione e giornalismo ed è coordinatore didattico del master in social media manager del Dipartimento di Civiltà antiche e moderne.