Riportiamo la riflessione del professore Francesco Pira in merito agli incresciosi casi di violenza tra i giovani. Parte con una nota citazione di Martin Luther King: “Ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi, ma l’indifferenza dei buoni”.
Riflessione / Pira: violenza tra i giovani in quasi tutta la Sicilia
Di fronte alla violenza costante non possiamo continuare a chiudere gli occhi e non possiamo aspettare che la cronaca ci restituisca il numero delle vittime. Non si arrestano gli episodi di violenza giovanile e i mezzi di informazione, quasi quotidianamente, riportano storie di soprusi, di prevaricazione, di furti, di rapine, di bullismo e di distruzione delle persone e delle cose. Casi complicati e difficili da combattere anche per le forze dell’ordine, perché continui e a volte non facilmente identificabili. Una deriva allarmante e sono tanti gli esperti che lanciano l’allarme. La scuola è la prima istituzione pubblica che mostra e segnala il volto di violenze inaudite.
Un articolo pubblicato su La Repubblica, scritto da Alessia Candito, evidenzia come in quasi tutte le province siciliane è cresciuto il numero dei ragazzi a rischio o complici in procedimenti penali. In Sicilia ormai il grido è unanime: Palermo, Catania, Caltanissetta, Agrigento e molte altre città presentano il conto di tante vicende legate alla criminalità minorile. Tante le Baby gang che non temono nulla e che agiscono senza temere nulla.
Riflessione / Pira: tanta violenza gratuita tra i giovani
Il covid ha creato enormi vuoti nella vita dei giovani e le loro famiglie hanno subito un peggioramento delle condizioni economiche e sociali. Le incertezze e i disagi psicologici sono peggiorati anche a causa del conflitto russo-ucraino. Per questo sono venute meno le sicurezze e si sono acuite le forme di disagio psicologico.
Ricordiamo alcune storie drammatiche. A Bagheria una giovane diciassettenne ha ucciso la madre, un’ insegnante molto stimata. A Caltanissetta due quindicenni sono stati arrestati dalle forze dell’ordine per aver sequestrato in un garage e malmenato per un’ora e mezza un tredicenne, minacciandolo di morte e versandogli addosso acqua intrisa di olio per motori. È successo che ad Agrigento il piazzale San Leone è diventato il palcoscenico di risse aggressive. Ma non solo. Un recente articolo del Giornale di Sicilia parla di una notte agghiacciante nell’area della movida di Agrigento. Un gruppo di giovanissimi hanno dato vita ad una rissa. Nel video diffuso in rete appaiono ragazzi colpiti continuamente e svenuti a terra. I giovani incoscienti sono stati picchiati lo stesso con calci al viso e al basso ventre.
Riflessione / Pira: violenza in Sicilia e nel resto d’Italia
La Sicilia porta la maglia nera sugli atti di bullismo e cyberbullismo. L’Osservatorio Indifesa 2022/2023 realizzato da Terre des Hommes insieme a OneDay e alla community di ScuolaZoo registra che: “45,6% dei ragazzi afferma di aver subito bullismo o cyberbullismo. Il pretesto principale per il quale vengono attaccati è l’aspetto fisico (37%). Gli effetti di questo tipo di violenza tra pari generano perdita di autostima e di fiducia negli altri nel 36,4% dei rispondenti (38% a livello nazionale), oltre a isolamento e allontanamento dal resto dei coetanei (21%), basso rendimento scolastico, o addirittura rifiuto della scuola (sempre 21%) ansia sociale e attacchi di panico (13%) e la stessa percentuale afferma di aver avuto disturbi alimentari a causa di bullismo o cyber bullismo”.
Nel resto d’Italia la situazione non è certamente migliore. L’Italia è uno dei paesi con il maggior numero di casi di bullismo al mondo. Questo viene testimoniato da un recente rapporto. Il portale bullyingsinfronteras.blogspot.com riporta l’indagine compiuta dalla ONG Internacional Bullying Sin Fronteras, attraverso l’Osservatorio Internazionale del Bullismo e del Cyberbullismo, insieme al suo Direttore, il Dr. Javier Miglino. Un lavoro svolto dal Team di 50.000 Collaboratori BSF, sul bullismo e il cyberbullismo in Italia, sviluppato tra 2 gennaio 2021 e febbraio 2022.
Lo studio mette in luce che:
“L’Italia, è un paese che, per il suo indice di popolazione e l’enorme numero di studenti di scuola primaria e secondaria che ha, presenta un numero di casi gravi di bullismo e cyberbullismo che è preoccupante: 19.800 per l’esattezza Sebbene i 50.000 collaboratori di Bullismo senza frontiere svolgano un lavoro maratona. Questo non include tutti i casi, poiché è impossibile quantificarli, tuttavia, una volta raccolte tutte le informazioni, le mettiamo subito a disposizione di ministeri, università, media e istituti di istruzione pubblici e privati, affinché le diverse organizzazioni educative, insegnanti e la popolazione in generale dell’Italia, possano avere un approccio al problema del bullismo e delle molestie o del cyberbullismo. Quest’ultimi causano più di 200.000 morti l’anno in tutto il mondo”
Questo è ciò che ha detto, il Direttore di Bullismo senza frontiere Javier Miglino ed ha aggiunto: “insieme alla crescita sostenuta del bullismo, sempre più casi di molestie e abusi vengono segnalati sui social network di Facebook e Twitter. Ci sono legioni di troll pagati e troll che attaccano solo per puro male e che non discriminano tra minori e insultando, minacciando e incitando al suicidio i giovani, portando offese a livelli insostenibili, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Questi veri assassini senza volto sono responsabili di oltre 200.000 morti l’anno, tra bambini e adolescenti in tutto il mondo”. Purtroppo, anche le mie ricerche confermano che i social sono ambienti virtuali in cui diventa molto più semplice perseguitare qualcuno.
Violenza / Qual è la soluzione?
Servono, per arginare queste derive, nuovi processi educativi, affinché i nostri ragazzi capiscano che vivere nella società non è come vivere all’interno di un video gioco o dentro l’universo di una piattaforma. Occorre lavorare tantissimo sui genitori e realizzare delle scuole per formarli e allo stesso tempo serve costruire per i ragazzi un percorso di educazione ai sentimenti e al rispetto per gli altri, supportandoli nelle loro fragilità e nelle loro paure. La scuola deve continuare a contrastare la dispersione scolastica, attraverso progetti di inclusione e progetti per il tempo libero.
Comprendere il disagio delle nuove generazioni è fondamentale per evitare che i nostri figli, i nostri giovani, rovinino la loro vita. Addirittura perdano la vita per una challenge, frutto del continuo desiderio di apparire e di essere ammirati. Non basta pensare che la società sia immersa nel “cattivismo”, perché questo non può consolarci e indirizzarci alla rassegnazione. La celebrazione di alcune date, in cui si ricorda la violenza o il crimine, non servono a niente se non siamo capaci di lottare contro chi viola la libertà, chi offende il corpo, il cuore e l’anima di una persona. Abbiamo bisogno che la società fornisca ai preadolescenti e agli adolescenti figure di riferimento, ambienti favorevoli e la positività del vissuto.
Francesco Pira
Delegato del Rettore alla Comunicazione all’Università di Messina. Insegna comunicazione e giornalismo ed è coordinatore didattico del master in social media manager del Dipartimento di civiltà antiche e moderne