Premio Regeni / L’acese Francesco De Maria vincitore con la tesi di dottorato sui movimenti migratori

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Francesco De Maria

L’acese Francesco De Maria, ricercatore presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Firenze, è il vincitore della prima edizione del Premio nazionale intitolato alla memoria di Giulio Regeni, il giovane ricercatore ucciso in Egitto nel 2016, all’età di 28 anni. Lo studioso friulano stava conducendo ricerche collegate alla sua attività per il conseguimento di un dottorato di ricerca presso il “Girton College” dell’Università di Cambridge.

Che cos’è il Premio “Regeni”
Giulio Regeni

Il premio, istituito dal Ministero dell’Università e della Ricerca il 19 dicembre 2019, prevede due premi in denaro per due tesi di dottorato e tre per tesi di laurea magistrale. Esso si assegna ogni anno il 15 gennaio, giorno di nascita di Giulio Regeni, a giovani ricercatori che si occupano dell’attuazione concreta della tutela dei diritti umani negli ambiti economici, sociali e politici.
I risultati di questa edizione del premio si attendevano infatti per il 15 gennaio 2022. Ma la pubblicazione è avvenuta quest’anno, con un anno di ritardo, per motivi tecnici, tra cui l’alto numero di partecipanti (ventitrè solo per la sezione delle tesi di dottorato). L’organizzazione è gestita dalla Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui) e la partecipazione dei candidati può essere proposta esclusivamente dai direttori di Dipartimento (ex Facoltà), non dai diretti interessati.

Il volume tratto dalla tesi di dottorato di F. De Maria
Il potenziale migratorio dei giovani della Costa d’Avorio

La tesi di dottorato di De Maria è stata proposta dal Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letterature e Psicologia (FORLILPSI) di Firenze, presso cui il giovane studioso continua a lavorare. Questa tesi è frutto di un lavoro di ricerca triennale (condotto anche all’estero) ed è intitolata “Potenziale migratorio come categoria di analisi della Mobilità Umana. Una ricerca educativa quali-quantitativa sui giovani della Costa d’Avorio”.

In essa l’autore affronta il tema della mobilità umana, prendendo in esame i flussi migratori tra Africa ed Europa lungo la rotta mediterranea. E approfondendo le motivazioni, le aspirazioni e le aspettative che stanno alla base di tali movimenti. E’ inoltre presa in esame la situazione socio-economica dei paesi di partenza (con particolare riguardo alla Costa d’Avorio) e la condizione professionale e formativa dei migranti. Anche dal punto di vista della libertà personale e del diritto a potersi muovere (ivi compreso il diritto ad emigrare).
Dalla tesi si è  tratto il volume dal titolo “Il potenziale migratorio”, oltre a numerosi contributi ad altre pubblicazioni ed articoli su riviste specializzate.

Francesco De Maria durante uno dei periodi trascorsi in Costa d’Avorio
Francesco De Maria, giovane ricercatore con una forte passione per l’Africa

Riteniamo che il premio conferito al nostro ricercatore (che, come dicevamo, è di origine acese) sia pienamente meritato, dal momento che la sua passione per l’Africa risale ai tempi in cui egli, giovane scout, partecipava al “Progetto Saharawi”.  Questo ogni anno faceva (e fa) arrivare in Sicilia, nel periodo estivo, un gruppo di ragazzi provenienti dalla zona subsahariana, un’area che presenta molte criticità dal punto di vista ambientale e socio-politico.
I giovani, insieme con un loro educatore, non vengono qui solo per trascorrere le vacanze estive. Ma anche per avere delle opportunità di conoscenza e di assistenza sul piano sociale, personale e sanitario.

La formazione tra Catania e Firenze, con qualche puntata in Africa

Francesco De Maria ha conseguito la laurea triennale in Scienze dell’Educazione e della Formazione presso l’Università di Catania, lavorando contestualmente presso il Centro per Rifugiati Politici di Acireale. Qui ha pure costituito la sua formazione professionale e ha avuto modo di conoscere persone, situazioni e contesti variegati. Successivamente ha trascorso un anno in Tanzanìa, dove ha prestato il servizio civile internazionale.

Rientrato in Italia, si è iscritto alla Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Firenze, conseguendo a pieni voti la laurea specialistica in “Scienze dell’Educazione degli adulti, della Formazione Continua e Scienze Pedagogiche”. Manco a dirlo, entrambe le tesi di laurea le ha dedicate ai movimenti migratori ed al ruolo delle ONG (Organizzazioni Non Governative).
Con un progetto riguardante gli stessi temi, è stato poi ammesso al Dottorato di Ricerca (conseguito il 17 aprile 2020), la cui tesi finale è proprio quella gratificata con il Premio intitolato a Giulio Regeni e che è stato adesso denominato dal Ministero “Valore della conoscenza e della ricerca per la tutela dei diritti umani”. Lo studioso ha quindi continuato a lavorare presso il medesimo Dipartimento universitario facendo attività di ricerca e recandosi più volte in Africa.

Congratulazioni dunque al nostro giovane e valente concittadino per il prestigioso riconoscimento conseguito. Per la cronaca, gli altri premi sono stati assegnati ad un ricercatore dell’Università di Padova e, per le lauree magistrali, a tre neo-dottori delle Università di Teramo, Chieti-Pescara e Macerata.

La redazione

 

 

 

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