Nella parrocchia Cristo Re di Catania, alla presenza di un numeroso pubblico attento e coinvolto, si è tenuto un incontro sulla Sacra Sindone dal titolo “La Scienza rafforza la fede”.
Relatore il prof. Giulio Fanti, docente di Misure meccaniche e termiche presso l’Università di Padova.
Ad introdurre l’argomento il parroco don Roberto Catalano, il quale, ringraziando il relatore, ha tenuto a sottolineare come la comunità sia anche momento d’aggregazione culturale. Quindi il prof. Carmelo Rizzo, da sempre attento al rapporto tra scienza e fede, ha ribadito come gli studi sul telo di lino che ha avvolto il corpo martoriato di Gesù ci stimolano a ragionare, non solo a credere, laddove scienza e fede si incontrano. Quindi i saluti dell’Arcivescovo di Catania monsignor Luigi Renna per bocca del vicario della Diocesi monsignor Genco Russo.
Il prof. Fanti, dalla fine degli anni 90 ha focalizzato il suo interesse verso la S. Sindone, con la pubblicazione di libri e studi scientifici, per fare chiarezza su alcuni aspetti connessi soprattutto all’immagine corporea ivi impressa, che tutt’ora risulta impossibile da riprodurre.
“ Ma tale immagine – esordisce il prof Fanti – non può che essere il risultato della Risurrezione. Per ottenere un’immagine di questo tipo è necessario avere una sorgente di energia estremamente intensa, correlabile al “lampo” della Resurrezione. Un indizio in tal senso ci viene dal risultato del test al radiocarbonio del 1988. Se precedenti test meccanici e chimici avevano datato il lino al I secolo d.C. (quando Gesù di Nazareth effettivamente visse e morì in Palestina), questo test, invece, colloca la datazione in epoca medioevale.
Studi statistici pubblicati su importanti riviste scientifiche hanno già dichiarato inattendibile questo risultato. Interessante è allora capire perché il test al radiocarbonio abbia prodotto un errore così clamoroso. Alla spiegazione si risale dalla mancanza di azoto (tipica componente del sangue) riscontrata nei campioni ematici provenienti dalla Sindone. Gli atomi di azoto sono stati trasformati in carbonio 14, ringiovanendo quindi la data radiocarbonica del tessuto. All’origine di questo fatto, un’esplosione di energia, quel “lampo”, appunto, correlabile al Fuoco Santo di Gerusalemme che ha impresso il corpo nel telo…
La Risurrezione di Cristo, oltre ad essere il mistero decisivo della nostra fede, è pure un fatto reale che ha lasciato dei segni fisici e che ancora non smette di sfidare le menti e i cuori.”
A margine dell’incontro, il prof. Fanti ha risposto ad alcune nostre domande. E dalle sue risposte si intuisce il coinvolgimento assoluto dello studioso e dell’uomo di fede ad un argomento che affascina, da certezze, solleva dubbi, quasi ci spinga a trarre il visibile dall’invisibile.
In quale fase della sua vita affiora l’interesse per la Sindone?
Avevo 10 anni, in gita a Torino con la famiglia, fui colpito dal fatto che ci fu impedito vederla, da decenni non veniva esposta. In realtà, la Sindone è traccia della Risurrezione di Gesù.
Se dovesse definire la Sindone…
Con le parole di Papa Benedetto XVI: “Mistero di croce e di luce”, quindi è mistero perché inspiegabile della Passione e Risurrezione. La Sindone chiama.
In cosa l’hanno cambiata gli studi sul Sacro Telo?
In tutto. Prima ero un credente come tanti, ora ho riconosciuto che Gesù Cristo è presente e vive nel mio cuore.
La Sindone è rivelazione o conferma storica?
E’ tanto, considerarla conferma storica sarebbe un grosso limite.
Qual è il messaggio che la Sindone trasferisce al credente?
C’è una seconda Vita dopo questa vita.
Ed al non credente che si batte per confutarne l’autenticità?
Dio si propone, ma non si impone.
Oggi i suoi studi, le sue teorie sono costantemente seguiti anche dagli appassionati di numismatica. Diciamo da quanti fanno della passione anche un momento culturale e formativo. Sul “solido di Giustiniano II”, moneta aurea del 692 DC, c’è la prima riproduzione del volto della Sindone, che un’analisi probabilistica ha confermato che corrisponde perfettamente al volto di Gesù della S. Sindone.
La Sindone è un testimone muto, ma in accordo con S. Giovanni Paolo II, “estremamente eloquente”. Dio chiama con locuzioni interne il singolo fedele.
Si faccia Lei una domanda, possibilmente che non le hanno mai fatto, e si dia una risposta
Non una, ma tante. L’incontro con la Sindone è un punto di partenza, non di arrivo. Gesù della Sacra Sindone mi ha portato da sua Madre. Non solo spiritualmente, ma fisicamente. A Mediugore, toccando la Croce, ho sentito una forza interiore che mi ha fatto scoppiare in lacrime.
La pittrice Veronica Piraccini afferma che l’arte sacra va osservata con una luce molto particolare, in grado di trarre il visibile dall’invisibile. Per un attimo pensiamo alla Sacra Sindone come opera d’arte. L’invisibile cosa ci rende visibile?
La Sacra Sindone non si confronta. E’ un’opera di Dio.
Giovanni Di Bartolo