Cultura / Quell’antico orribile pregiudizio “contro le donne”

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Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne

In occasione della Giornata Internazionale della donna, vogliamo ricordare alcune essenziali riflessioni emerse al convegno “Contro le donne: dibattito sul più antico pregiudizio”, organizzato da “Industrie Culturali” e dal “CSVE” all’interno della Biblioteca Francesco Guglielmino di Aci Catena, lo scorso novembre. Nell’occasione, le presentazioni ufficiali erano state della stessa Margherita Ferro, prima sindaca nella storia del comune. Il convegno si svolgeva in occorrenza della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne. A distanza di mesi, i temi affrontati restano non solo attuali e coerenti, e non solo per la giornata di oggi, ma monito e richiamo perenne.

Convegno “Contro le donne: dibattito sul più antico pregiudizio” / Avvocato Alberto Patanè: “Un pregiudizio insinuato nella donna stessa”

«Il tema che oggi interessa il pregiudizio sulle donne è un qualcosa che ha origini antichissime. Se lo dovessimo raffigurare, io lo vedrei come una linea che abbraccia tutti i popoli e tutte le culture; che cammina sopra un binario, il binario del tempo. Tutt’oggi il problema del pregiudizio sulle donne esiste e infatti lo vediamo tutti i giorni […] ‘uomini’ che tuttora non riescono a comprendere come la donna sia libera come loro e non sia di loro».

«Se guardassimo al passato velocemente, vedremmo come sin dai tempi antichi nei primi racconti ci parlavano di un periodo di felicità; in cui fu la donna a rompere questi schemi, a rompere questa felicità. Pensiamo a Pandora che scoperchiò il suo vaso e che quindi provocò tutti i mali di questo mondo; Elena che fu la causa della distruzione di Troia o per spostarci in ambito religioso pensiamo ad Eva. Con il passare del tempo questa cultura del pregiudizio si è insinuato nella donna stessa che è diventata la prima vittima di se stessa».

Convegno “Contro le donne: dibattito sul più antico pregiudizio” / Avvocato Patanè: tra legge e cristianità

«Da uomo di legge dico che secondo me non è la legge dell’uomo a poter dare la soluzione. Anzi è giusto che ci sia, ma ci fa solo capire come la nostra società abbia bisogno di leggi e di imposizioni, affinché vi possa essere la parità. Per concludere, io da cristiano direi che la soluzione potrebbe essere quella di guardare indietro nella genesi. Quando Dio creò il genere umano non li chiamò uomo e donna, quindi con una radice etimologica differente; ma Ish ed Ishàh. La radice etimologica è uguale. Secondo voi è un caso? Secondo il sottoscritto no. Quello è un modello sicuramente da seguire; un modello di uguaglianza tra uomini e donne così come tra tutte le differenze di genere che ci possono essere in questo mondo». 

Paola Tricomi / “Alla donna nella società per molti secoli è stato affiancato un impedimento sociale”

CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE«[…] Le donne hanno avuto pochissima voce nella letteratura di tutti tempi e non perché non fossero all’altezza degli uomini o perché non avessero le stesse competenze, ma perché non avevano le medesime opportunità. Alla donna nella società per molti secoli è stato affiancato un impedimento sociale. La donna doveva essere genitrice, doveva allevare la prole – e quasi mai doveva dedicarsi ad altro. E invece molte donne si sono dedicate alla cultura e alla letteratura e hanno cambiato il volto della storia. Eppure non sono passate alla storia. […] Oggi invece ho pensato di introdurre il tema e la riflessione della donna e di questo pregiudizio sulla donna, attraverso una voce femminile per rivendicare e ridare voce proprio ad una donna.

Si tratta di un testo di Virginia Wolf. […] Ci tengo particolarmente, perché – questo brano viene letto durante i cortei della pace – E’ un inno alla pace, intitolato “Pensieri di Pace sotto un raid aereo”. Questo brano dal mio punto di vista personale è straordinario. In questo tempo in cui sembra essere iniziata la cosiddetta terza guerra mondiale ricordare questo testo è un fondamentale. E sono felice che la voce sia di una donna – non è un caso che è la voce di una donna a schiarirci le idee in maniera così significativa». 

Convegno “Contro le donne: dibattito sul più antico pregiudizio” / Paola Tricomi cita Virginia Wolf

«[…] Mi piace pensare infatti che il mondo non si divide in vittime e carnefici, ricchi o poveri… – mi piace pensare che il mondo si divide in 2 categorie: chi può e chi non può. Ci sono persone che possono decidere di scappare, di allontanarsi, di alzarsi e di andare via.. – Ci sono persone che non possono; e tutto si divide in questa sostanziale dicotomia. […] Virginia Wolf si concentra molto sulla figura dell’uomo in piedi che decide la sorte di tutti e della donna sdraiata che subisce; è un modo di gestire la società. Però vorrei ricordare che in realtà ognuno di noi si lascia influenzare un po’ da questo elemento di posizione. Perché è implicito in ognuno di noi; è un linguaggio non scritto, un elemento che abbiamo imparato sin da bambini. – Le donne con disabilità hanno una doppia discriminazione; prima in quanto donne e seconda in quanto persone con disabilità.

Una donna con disabilità vive una doppia difficoltà ad emergere in proposito di voce perché deve superare tanti limiti ma il primo fra tutti – è quello che non si vede; è proprio quello degli occhi altrui. […] Virginia Wolf ci racconta in questo testo come cambiare rotta verso un mondo in cui gli uomini possano tornare a ragionare  in maniera intelligente e pacifico. A proposito di quanto diceva Alberto, si le leggi sono fondamentali per regolamentare il problema della violenza contro le donne ma anche di ogni forma violenza, però tutto deve partire dalla consapevolezza di quanto sia sbagliato e dannoso per tutti noi esercitare violenza. Ma esercitare violenza non solo contro le donne, ma contro ogni forma di minoranza. Tutelare le minoranze, dare pari opportunità ad ogni persona è uno sviluppo di una crescita collettiva. Ed è quello che ci insegna Virginia Wolf».

Convegno “Contro le donne: dibattito sul più antico pregiudizio” / Il Magistrato Marisa Acagnino: “Negli ultimi anni, passi avanti..”

«Devo dire che negli ultimi anni si sono fatti tanti passi in avanti e gli ha fatti anche il nostro governo. Ci sono voluti decenni prima che fosse eliminato il delitto d’onore; che fosse eliminata la punizione dell’ adulterio solo se commesso dalla donna e che anche soltanto di recente, la violenza sessuale è stata considerata come un reato contro la persona invece che un reato contro la morale e l’ordine pubblico. Quindi si poneva l’accento sulla violazione di un sentire comune, disinteressandosi che invece la vittima fosse un essere umano, una persona».

«E di recente, proprio in questi giorni si legge come ci sia questo servizio del 1522 che è un numero di telefono a cui tutti possono rivolgersi per avere l’intervento immediato delle forze dell’ordine. Non solo, si è anche approntato una rete di servizi attraverso il cosiddetto ‘codice rosso’; che comporta che non appena una donna effettui una denuncia, entro 3 giorni deve essere sentita o dal giudice quindi dal sostituto procuratore o dalle forze dell’ordine, delegate dal sostituto procuratore. Questo perché? Perché si è visto che spesso l’intervento deve essere immediato – non si può trattare una denuncia di violenza come un altro tipo di reato».

Magistrato Marisa Acagnino / “È un problema che riguarda tutti quanti noi e del quale dobbiamo farci carico”

«[…] La consapevolezza di cui parlava la dottoressa Tricomi è la precondizione perché si possa intervenire a tutela della donna. Se non c’è la denuncia, lo Stato non può intervenire a meno che non ci sia un intervento di soggetti che sono a conoscenza di fatti gravi e che quindi sollecitino le forze dell’ordine o la magistratura. […] È veramente assurdo che negli anni si ripetano questi paradigmi e questi stereotipi. Cioè noi ritroviamo tutta una comunità che fa finta di non vedere, che si gira dall’altra parte che non interviene». […]

violenza sulle donne

«Quando invece quella consapevolezza di cui proprio parlava la dottoressa Tricomi non riguarda solo chi è direttamente coinvolto nella vicenda, ma dovrebbe riguardare tutta la collettività che assiste a questi episodi e che invece rimane assolutamente inerme. – Teniamo presente che è una mentalità che deve essere combattuta non solo nei confronti dell’uomo aggressore ma anche nei confronti della vittima della violenza che deve essere aiutata per riconquistare l’amore per la propria dignità e per la propria incolumità personale ma anche per far capire a queste donne che un uomo pur che sia o un padre che pur che sia non è l’ideale per poter crescere in maniera equilibrata e sana un figlio»

Convegno “Contro le donne: dibattito sul più antico pregiudizio” / Paolo Ercolani: “Un pregiudizio che ha potuto lavorare per secoli”

«Ancora oggi nella nostra civiltà cristiana c’è la convinzione che la donna sia un essere che ha un rapporto privilegiato con il diavolo. – Riguarda solo la religione? Ma manco per niente. – Prima di esercitare la professione di medico, bisogna fare il giuramento di Ippocrate, perché è il medico più famoso dell’antichità. Peccato che nessuno ci dica che Ippocrate avesse scritto un libricino che si intitolava “Sulla malattia delle vergini”.

Qui diceva sostanzialmente che la donna, quando raggiungeva la matura età, quindi le veniva il ciclo, se non si sbrigava ad avere dei rapporti sessuali con un uomo, rischiava l’isteria. Questo perché, in base alle conoscenze limitate dell’epoca, tutto quel fluido inutilizzato sarebbe andato a condensare il sangue, che non scorrendo come avrebbe dovuto non sarebbe arrivato al cervello e avrebbe reso quella donna isterica. Ancora Freud, quando ha studiato i casi sull’isteria, decise di studiare solo donne. Ma io vi farei venire all’università a vedere i casi di isteria maschile!»

Paolo Ercolani / “Non esiste il genere maschile o il genere femminile, esiste il genere umano”

no violenza donne panchina rossa«Un pregiudizio che ha avuto modo di lavorare per secoli, diventa un qualcosa di più; diventa un senso comune. Si radica nell’animo delle persone, anche delle donne stesse. – Oggi non si troverà più un uomo che sia disposto a dire pubblicamente le stupidaggini che hanno detto i filosofi che vi ho citato precedentemente. Però il problema, è che le pensano. Non le dicono, ma le pensano. Esattamente come molti di uomini pensano che una donna non possa commettere l’atto impuro di non amarlo più e di innamorarsi di qualcun altro e a quel punto la sfregiano con l’acido – dato che non puoi essere mia, io ti rendo orribile in maniera tale che nessuno ti potrà amare. – È ora che tutti imparassimo a capire che non esiste il genere maschile o il genere femminile, esiste il genere umano».

Il giornalista Mario Agostino (moderatore) / “Finché un uomo avrà l’idea di rispondere anche della donna, saremo sempre indietro”

«Nella nostra quotidianità soffoca una società che impone alla donna di scegliere tra l’essere madre o professionista: questa è violenza. Soffoca una famiglia che impone a una donna che rimane vedova come deve vestirsi o cosa deve fare o non fare come se già il dolore non bastasse a scavare nel suo animo nel silenzio delle lacrime. Soffoca un padre quando impone alla figlia l’uomo da sposare e non accade di certo solo in India, o in Africa.

Poi riflettevo sulla nostra Sicilia: che almeno quei paesi hanno lo sfacciato coraggio di chiamarle caste. Noi invece esercitiamo le caste senza avere il coraggio di chiamarle caste. – Ricorderete tutti il film “Baarìa” di Giuseppe Tornatore – ecco l’emancipazione non si misura in centimetri di una minigonna diceva il protagonista alla figlia, però è anche vero che una donna deve poter rispondere solo alla sua etica nella responsabilità e alla sua idea di consapevolezza. Finché un uomo avrà l’idea di rispondere anche per la donna, saremo sempre indietro».

                                                                                                      Rebecca Charamah

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