Immigrazione / La comunità dei turchi in Italia

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Una delle più tragiche e tristemente note tra le diaspore è quella dei cittadini turchi, protagonisti di un rilevante fenomeno di immigrazione anche in Italia. Soprattutto dopo gli ultimi tragici avvenimenti, proviamo a comprenderne insieme cause e conseguenze. Tra accordi europei e violazione dei diritti umani, l’emigrazione dalla Turchia alla vicina Italia è una realtà che non può essere ignorata. 

Immigrazione / Turchi in Italia: la storia di un popolo

La Turchia, ufficialmente Repubblica di Turchia, è uno Stato transcontinentale tra la penisola anatolica in Asia e un tratto del territorio europeo. Nel corso della storia il territorio, importante per la sua posizione strategica, ha ospitato numerose popolazioni. Dai persiani ai macedoni, dai greci ai romani, fino ai bizantini, ottomani e le repubbliche di Venezia e Genova. La capitale del paese è Ankara, ma la città più vicina al mondo occidentale è senza dubbio alcuno Instabul. Secondo le ricerche condotte dagli organi preposti della NATO, la Turchia conta una popolazione di circa 83milioni di abitanti con una crescita annua dell’1,5%. 

L’istruzione è obbligatoria e gratuita nell’età compresa tra i 6 e i 15 anni. Il tasso di alfabetizzazione è del 96% per gli uomini e dell’80,4% per le donne, con una media complessiva dell’88,1%. Le cifre basse relative alla popolazione femminile sono dovute principalmente ad usanze tradizionali arabe e curde che insistono nelle province del sud-est del Paese. Infatti, nonostante la religione principale sia l’Islam, sono diffusi anche i culti cristiani ed ebraici. 

Immigrazione / Diritti mancati dei bambini

Per un occhio superficiale, la situazione in Turchia sembra simile a quella di molti posti del medio oriente che, grazie alla crescita economica, stanno alzando anche il livello e le condizioni di vita dei propri cittadini. Purtroppo questo non corrisponde del tutto al vero. La contraddizione è evidente rispetto a quanto si legge dal Fondo Monetario Internazionale, che classifica la Turchia fra gli stati più sviluppati del mondo. Il paese è membro fondatore dell’OCSE (1961) e del G20 (1999), ma basta voltare l’altra faccia della medaglia per accorgersi dei profondi problemi del paese.

Secondo un rapporto dello stesso governo turco risalente al 2012, erano, all’epoca della ricerca, circa 900.000 i bambini illegalmente impiegati nelle fabbriche. La piaga del lavoro minorile non è del tutto condannabile secondo le leggi turche in quanto le industrie con meno di 50 impiegati non sono tenute a rispettare alcun codice di lavoro. Solo nel 2018, 67 bambini e adolescenti sono morti sul posto di lavoro secondo i dati ufficiali.

Immigrazione / le cittadine turche vittime del patriarcato 

La condizione delle donne ed i loro diritti nella Turchia contemporanea sono determinati da una continua lotta militante in materia di uguaglianza di genere. Questi elementi concorrono ad includere le condizioni richieste per la candidatura all’Unione europea, contro le politiche prevalenti che favoriscono modelli restrittivi basati sul patriarcato. Infatti affinché un paese possa essere membro dell’UE, questo deve rispettare i valori all’articolo 2 del Trattato di Lisbona. Tra loro troviamo valori come: dignità umana, democrazia, uguaglianza e diritti umani. La condizione in cui versano la figura della donna, i minori e la comunità LGBT+ in Turchia non sembrano garantire alcun rispetto dei diritti umani e tanto meno uguaglianza.

Donne Turche Lotta diritti

Le donne turche continuano ad esempio ancora talvolta ad essere vittime di stupro e delitto d’onore. La ricerca svolta dagli studiosi più accreditati e dalle agenzie governative indica inoltre una diffusa presenza di violenza domestica tra la popolazione maschile. Le donne sono costrette ad affrontare anche disparità significative nel campo occupazionale e, in alcune regioni, in quello dell’istruzione. 

Immigrazione / la condizione della Comunità LGBT+

Seppur l’omosessualità non venga considerata reato, bensì legale dai tempi dell’impero Ottomano, la vita di una persona il cui orientamento sessuale non è etero è sicuramente difficile. Nell’ottobre 2009 la relazione della commissione europea sull’allargamento per quanto concerne l’ingresso degli omosessuali nelle forze armate ha affermato: «Le forze armate turche hanno un regolamento sanitario che definisce l’omosessualità come una malattia psicosessuale e identifica gli omosessuali come inadatti al servizio militare. I turchi che dichiarano la loro omosessualità devono fornire prova fotografica. Un piccolo numero è stato sottoposto a esami medici umilianti». La clausola sulla prova fotografica è stata rimossa, ma il resto persiste.

Possono decidere di rivelare verbalmente la loro sessualità e ricevere una “relazione inadeguata” durante il loro esame medico che li esenti dal servizio. L’omosessualità rimane motivo di espulsione per ufficiali e studenti militari nelle forze armate turche. Inoltre non vi sono leggi che proteggano gli individui della comunità lgbt dalle discriminazioni. 

Immigrazione / Turchi in Italia

Nonostante uno dei paesi europei in cui converge la maggioranza degli immigrati dalla Turchia sia la Germania, anche l’Italia è fortemente oggetto di flussi migratori da quell’area. L’arrivo dei turchi sulla Penisola non dovrebbe sorprendere: già dai tempi dell’impero ottomano vi era un forte legame fra i due popoli. Non si trattava di relazioni sempre pacifiche, ma gran parte della storia e della cultura del sud Italia sono state e restano influenzate dalla cultura turca. 

Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, c’erano 20.999 cittadini turchi in Italia nel 2021. La popolazione turca si aggira allo 0,38% del tasso complessivo di cittadini stranieri in Italia, che ammonta a circa 5.030.716 secondo i dati raccolti dall’ISTAT all’1 Gennaio 2022. La maggior parte risiede in Lombardia, ma sono interessate anche le altre regioni settentrionali. 

Immigrazione / Turchi in Italia ed Ue: l’accordo 

È recente l’anniversario dell’accordo tra Turchia ed UE sull’immigrazione. Proprio lo scorso 18 Marzo 2023 è stato celebrato il settimo anniversario dell’accordo, il quale però non sembra ancora essere riuscito nel suo intento. La dichiarazione Ue-Turchia (solitamente chiamata “accordo”) è stata firmata il 18 marzo del 2016. In questo modo, l’Ue e la Turchia hanno definito un accordo per il rimpatrio di tutte le persone, anche i richiedenti asilo, che giungono irregolarmente sulle isole egee in Turchia.

Nell’ambito dell’accordo, la Turchia si è impegnata a evitare che le persone lascino il suo territorio per raggiungere l’Europa. In cambio, tra l’altro, l’Ue ha dato alla Turchia diversi miliardi di euro, di cui centinaia di milioni a settembre del 2020 a sostegno dei rifugiati che vivono nel paese.

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Eve Geddie, direttrice dell’Ufficio di Amnesty International presso le Istituzioni europee ha dichiarato: “L’accordo Ue-Turchia è stato un misero fallimento. L’Ue e gli stati membri non sono riusciti a farsi carico delle persone in cerca di salvezza in Europa. Non sono riusciti a rispettare i diritti di rifugiati e migranti e non sono riusciti a offrire alle persone in cerca di protezione un percorso alternativo sicuro per raggiungere l’Europa”. Con un diritto internazionale che sembra quasi strizzare l’occhio più a logiche politiche che a morale ed etica, assistiamo inermi a sbarchi sulle nostre coste che il più delle volte restituiscono cadaveri. Per quanto, ancora?

Celebrità e cultura turca in Italia

Tra i volti noti di nazionalità turca in Italia troviamo Can Yaman, anche presente nella pubblicità televisiva di un marchio di pasta italiano. Noto ai più grazie alla sua relazione con Diletta Leotta, Can Yaman è un attore e modello turco che ha fatto la sua fortuna in Italia ormai da qualche anno. Parla 5 lingue, tra queste ovviamente l’italiano, racchiudendo in una sola vita l’esempio di chi ce l’ha fatta.

Can Yaman Turco Italia

Ma la turkish influence non si ferma qui. Va in onda ormai da qualche mese Terra Amara, la soap opera realizzata e prodotta in Turchia che ha raccolto critiche positive da gran parte del pubblico italiano, coinvolgendolo nei drammi e nelle tradizioni di un paese che tra tante differenze, coincide in parte con la storia e le radici culturali dei paesi del Mediterraneo.

Vittoria Grasso

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