Acireale / Alla Zelantea corso di lingua siciliana per salvaguardare le radici culturali dell’isola

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intervento onorevole D'Agostino

Quale sede migliore se non quella dell’ Accademia Zelantea di Acireale, una delle più importanti biblioteche private d’ Italia che custodisce le radici culturali della città, per dare l’avvio al Corso di Lingua e cultura siciliana “Aci e Galatea”.
Il corso, avviato sabato 18 marzo, si concluderà il 20 maggio prossimo.
E’ organizzato dall’ associazione culturale “Terre di Aci” presieduta dall’ avvocato Carmelo Sardella, in collaborazione con l’ Accademia della Lingua siciliana ed il patrocinio del Codacons Sicilia.

Uniformandosi alla Legge Regionale n. 9 del 31 maggio 2011 promossa dall’ on. Nicola D’Agostino, l’iniziativa intende ‘promuovere e valorizzare la storia, la cultura ed il patrimonio linguistico siciliano’.
“Abbiamo sdoganato il problema del dialetto- lingua e il fatto che fosse un problema culturale minoritario quello della storia, della letteratura e della lingua siciliana – ha spiegato D’ Agostino, durante il suo intervento in occasione dell’inaugurazione del corso. – Abbiamo voluto mettere assieme i tre fenomeni culturali per asserire che in Sicilia, con la Legge regionale, questi non sono di ‘serie B’ ma piuttosto di ‘serie A’. Il nostro non è un dialetto – ha concluso l’onorevole – ma è una lingua e come tale bisogna conservarla e preservarla nel tempo”.avvio corso di lingua siciliana

Un corso di lingua siciliana per salvaguardare le radici culturali

L’ Unesco, e non solo, ma anche molti linguisti e filologi, ha riconosciuto e qualificato la lingua siciliana come tale perché è corredata di un corposo patrimonio letterario che in termini di quantità e qualità si equipara a quello delle lingue ufficiali di tanti Stati.
“E’ giusto considerare il ‘siciliano’ come una lingua- ha sostenuto mons. Agostino Russo, vicario generale della diocesi – una cultura che merita di essere approfondita.
Iniziative culturali come queste diventano opportunità preziose per un approfondimento di quelle che sono le nostre radici che non si possono ignorare. Farlo, significherebbe ignorare le proprie radici e andare incontro all’annullamento della propria persona”.

I vari seminari che si susseguiranno all’interno del corso, saranno tenuti da vari docenti.
Cioè prof. Alfio Patti, direttore del corso, studioso di lingua e letteratura siciliana; prof. Fonso Genchi, presidente dell’ Accademia della Lingua Siciliana e coordinatore del corso.
Prof. Alfonso Campisi, professore Ordinario di Filologia Romanza, presidente Cattedra Sicilia per il dialogo di Culture e Civiltà dell’ Università de la Manouba di Tunisi, fondatore e docente della prima cattedra al mondo di “Lingua e cultura siciliana” presso l’Università di Tunisi.
Prof. Massimo Costa, professore Ordinario presso l’ Università di Palermo e prof. Ninni Magrì, studioso di lingua e letteratura siciliana.

 

                                                              Caterina Maria Torrisi