Forte la voglia di condivisione. Forte e concreto il proposito di rendere la domenica delle Palme percorso di speranza e apertura agli altri. La comunità parrocchiale di S. Michele Arcangelo di Acireale ha reso la giornata di ieri occasione vissuta per mettersi in gioco insieme. Ogni fedele ha dato il proprio contributo per rendere la celebrazione eucaristica motivo di incontro con gli altri oltre che con Cristo.
L’altare creato all’aria aperta, nello spazio utile in prossimità della chiesa di S. Michele, racchiudeva la devozione dei presenti. Le palme lo delimitavano, contestualizzando il momento particolare della storia di Gesù. Tutti partecipi all’appuntamento sacro. Tutti con il proprio compito da svolgere per “fare comunità”.
La comunità di San Michele ha celebrato all’aperto la domenica delle Palme
I più piccoli vicini al sacerdote, padre Marcello Pulvirenti, i più grandi a rendere servizio agli altri con i vari compiti o semplicemente con l’ascolto della funzione. Raccolti in uno spazio voluto, cercato, adibito alla situazione, che ha ricordato le vicende di Gesù e la sua sofferenza.
Il soffiare di un venticello semi-primaverile contribuiva a diffondere il profumo dell’incenso nell’aria. Il reverenziale silenzio, seppur all’aperto e tra lo scorrere della vita domenicale, esprimeva la devozione degli animi. I rami di ulivo sancivano il desiderio collettivo di pace.
La messa è stata celebrata all’aperto per abbattere i confini strutturali, ampliare gli spazi, quasi permettere ai sentimenti di trovare ampio respiro. Tutti coordinati nelle azioni, per far in modo che quel momento di preghiera potesse “raggiungere spedito” il cielo.
I fedeli hanno anticipato le parole di don Marcello e sono stati “compagni di viaggio”.
Domenica delle Palme a San Michele: l’omelia di don Marcello
Il prete nell’omelia ha sottolineato il senso cristiano ma anche morale della Pasqua.
“È importante essere presenti in questo percorso di salvezza e di speranza che la Pasqua rappresenta. La speranza che giunge dentro le tragedie dell’uomo. La nostra vita sia un migrare di luce e di pace. Dobbiamo essere migranti dell’amore di Cristo” ha affermato padre Marcello, condividendo il suo auspicio. Le sue parole giungevano ai presenti cariche di significato e commozione.
La stessa commozione nata dai cuori nel momento in cui si è ripercorsa la “Passione” di Gesù. E la commozione si è tinta di gioia nel momento in cui tutti i rametti di ulivo e le palme sono state innalzate tra le preghiere corali. In quella riunione sacra, a cielo aperto, si è avuta dimostrazione che è possibile “fare comunità” quando se ne ha vero desiderio. Uniti per affrontare le difficoltà del quotidiano ma anche per apprezzare le gioie nate dalla fede.
Rita Messina