La musica, un linguaggio universale in cui le diverse identità culturali s’incontrano e dialogano, verrà celebrata anche quest’anno. Nasce così la sinergia tra il nostro Teatro Massimo Bellini e il Teatro Nazionale Georgiano dell’Opera e del Balletto di Tblisi. In occasione della Festa della Musica, prenderà quindi il via il gemellaggio fra i due enti, con la prima italiana dell’opera Daisi, capolavoro di Zakaria Paliashvili.
Il sovrintendente Giovanni Cultrera di Montesano ed il commissario straordinario Daniela Lo Cascio lo hanno annunciato orgogliosamente, in una nota di stampa. La tappa etnea del 21 giugno è una delle più importanti della Festa della Musica 2023. Un contesto di eccellenza in cui il famoso melodramma condividerà la ricca cultura e l’eredità musicale georgiana con un pubblico internazionale.
Per l’occasione i biglietti a un prezzo popolare
E proprio in una ricorrenza che accomuna l’universo globale della musica con un titolo così interessante il prezzo del biglietto diventa emblematico. Da 5 a 10 euro, per permettere a tutti di godere di una serata all’opera nella sala di uno dei teatri più belli del mondo.
Per l’occasione, sul podio catanese approda Zaza Azmaiparashvili, diplomato in Direzione corale al Conservatorio Statale di Tbilisi nel 1985. Dal 1991 è professore ordinario presso il Dipartimento di Opera del Conservatorio di Stato di Tbilisi. Nel 1995 ha ricevuto il secondo premio (primo non assegnato) risultando vincitore del 2° Concorso internazionale di direzione d’orchestra Prokofiev. Il suo repertorio e vastissimo e lo hanno invitato a dirigere opere di Verdi, come La traviata e Il trovatore al Bolshoi di Mosca.
Nel 1998 ha diretto Aida al BRAVO International Opera Festival, fondato dal famoso cantante georgiano Paata Burchuladze. Dal 1980, tutte le stelle dell’opera georgiana (Paata Burchuladze, Zurab Sotkilava, Makvala Kasrashvili, Tsisana Tatishvili, Badri Maisuradze, George Gagnidze, Lado Ataneli, tra gli altri) hanno lavorato con lui.
Daisi, dramma lirico arricchito da tradizione e folklore
In Daisi, Paliashvili mette in musica il libretto in tre atti di Valerian Guni. Il dramma è adattato per l’occasione in lingua italiana da Sirio Scacchetti. La musica è commovente e coinvolgente, con melodie liriche e cori potenti. Presenta, inoltre, elementi di tradizione e folklore, che arricchiscono la narrazione e creano un’esperienza unica per il pubblico, grazie ad una creazione che va ricondotta alla nascita dell’opera nazionale georgiana. Paliashvili dedicò quest’opera al suo unico figlio Irakly, della cui morte prematura aveva profondamente sofferto. La prima rappresentazione di Daisi si tenne il 19 dicembre 1923.
Daisi, la trama
Sullo sfondo di scene di genere nazionale, in Daisi è rappresentato, infatti, il dramma dell’amore e della gelosia. Maro, una bella ragazza, è promessa in sposa per volontà dei genitori a Kiazo, giovane ambizioso e coraggioso. Ma la ragazza ama il suo amico d’infanzia Malkhaz, un giovane guerriero. Tsangal, il giullare del villaggio, ne parla a Kiazo, che sfida Malkhaz. In quel momento il Paese è attaccato dai nemici. Il popolo è allarmato, ma gli avversari, dimenticando il loro dovere verso la madrepatria, continuano a duellare e Malkhaz è ferito a morte. Il popolo censura severamente l’uomo che non ha saputo frenare le sue passioni nel giorno della prova per il Paese. Maro è in lutto per la morte del suo innamorato. Così, il crepuscolo cala prematuramente sulla vita dei tre giovani.
Il maestro Zaza Azmaiparashvili dirigerà le masse artistiche del Bellini, Orchestra e Coro, quest’ultimo istruito da Luigi Petrozziello. Sul palco un cast internazionale di cantanti lirici: il tenore Matteo Falcier (Malkhaz, guardia), il baritono Domenico Balzani (Kiazo, centurione), il soprano Eva Corbetta (Maro, contadina), il mezzosoprano Anastasia Boldyreva (Nano, contadina amica di Maro), il tenore Roberto Cresca (Tito, giovane contadino), il basso George Andguladze (Tsangala, anziano del villaggio).
La regia è di Gocha Kapanadze; scene e costumi di Georgi AlAleksi-Meskhishvili; proiezioni e ligth design di David Matchavariani. L’allestimento è del Teatro Nazionale Georgiano dell’Opera e del Balletto di Tbilisi in coproduzione con il Teatro Massimo Bellini di Catania. Direttore generale del teatro georgiano è Badri Maisuradze.
Zakaria Paliashvili, padre dell’opera nazionale georgiana
Dal 1851, quando fu aperto il teatro dell’opera nella capitale, la lirica ottenne un grande successo. La stampa e le figure pubbliche del movimento di liberazione nazionale iniziarono a discutere sulla necessità di creare un’opera nazionale georgiana come simbolo di indipendenza culturale e originalità. Ma i tempi non erano maturi. Quarant’anni dopo, il ventenne Zakaria Paliashvili, che si era rivelato molto dotato sin da bambino, entrò nella scuola di musica di Tbilisi.
Tuttavia, una tale formazione da sola non bastava per raggiungere l’obiettivo a cui aspiravano gli intellettuali georgiani. Dunque, con la loro approvazione e il loro sostegno finanziario, il giovane si recò al Conservatorio di Mosca per studiare sotto la guida di un noto compositore, Sergei Taneyev. Tornato a Tbilisi, Zakaria riprese il lavoro di ricerca sulla musica folkloristica, iniziato durante gli anni di studio, pubblicando in raccolte le canzoni popolari e i canti ortodossi georgiani.
Zakaria Paliashvili rettore del Conservatorio di Stato
Nel 1917 fu aperto a Tbilisi il primo istituto di istruzione superiore della Georgia e della Transcaucasia, il Conservatorio di Stato di Tbilisi, inevitabilmente subordinato alla “società musicale russa”. Ma ben presto Zakaria Paliashvili ne fu nominato rettore e s’impegnò affinchè il conservatorio diventasse un’istituzione educativa georgiana. Tutti avrebbero potuto così studiare in lingua originale e, accanto al patrimonio classico occidentale, si sarebbe prestata particolare attenzione allo studio della musica nazionale.
Contemporaneamente Zakaria Paliashvili era impegnato a comporre una partitura che avrebbe svolto un ruolo fondamentale nella nuova cultura musicale professionale georgiana. Si trattava di Abesalom e Eteri (1919), un’opera classica basata da un lato su trama e musica georgiane, dall’altro su forme operistiche tradizionali europee, ponendo la solida base dell’opera nazionale ma anche della nuova musica professionale georgiana.
Poco dopo la prima di Abesalon, nel 1920, il compositore iniziò a scrivere una nuova opera, Daisi. Il pubblico si affezionò rapidamente a questo melodramma romantico-patriottico. Come i titoli di Verdi, alcuni brani si ascoltano spesso in Georgia nella vita quotidiana. È sulla musica di una delle scene di Daisi che si basa l’inno nazionale della Georgia. Dal 1937 il Teatro Nazionale Georgiano dell’Opera e del Balletto di Tbilisi è perciò intitolato a Zakaria Paliashvili.
Cristiana Zingarino