Suddividendone la storia in tre ondate di immigrazione, i migranti che dall’Ecuador hanno raggiunto l’Italia costituiscono oggi la sedicesima comunità straniera nel nostro Paese. Il territorio italiano è secondo per presenze ecuadoriane in Europa, preceduto dalla Spagna e seguito dalla Germania.
Immigrazione / La storia dei migranti dall’Ecuador in Italia
Ciascuna delle tre tappe, corrisponde a tre ondate migratorie internazionali. La prima risale agli anni Cinquanta. La seconda tra il 1970 e il 1980. La terza tra la fine degli anni Novanta e gli inizi degli anni Duemila. Alla base di ciascuna di queste fasi, individuiamo ragioni distinte.
La prima ondata ecuadoriana fu la conseguenza della crisi commerciale del cappello di Panama. Classico oggetto di stile ecuadoriano, il cappello di paglia è il simbolo dell’Ecuador. Le sue esportazioni hanno sostenuto l’economia del Paese per decenni, prima che il boom petrolifero mettesse il greggio al primo posto. La crisi legata a questo prodotto coinvolse soprattutto gli abitanti del Sud e portò con sé un drastico calo dell’occupazione. Così, le persone della zona (prevalentemente gli uomini) cercarono nuove opportunità più a Nord. Migrarono, quindi, verso Stati Uniti, Canada e Venezuela.
Nel corso degli anni Settanta, povertà e disoccupazione aumentarono. La causa è da attribuire a due fattori. Le dittature militari e la regressione economica, legata alla crisi del debito estero e all’adozione di riforme neoliberali. Ciò contribuì ad evidenziare le ineguaglianze del Paese. Ma fu soprattutto la lenta modernizzazione ad incentivare la migrazione interna, dalle aree rurali a quelle urbane. E, come in un meccanismo a catena, quest’ultima favorì la migrazione internazionale nel nome di nuove possibilità di stili di vita.
Immigrazione / La storia dei migranti dall’ Ecuador in Italia
La terza ondata, tra il 1996/98 e il 2004, interessò più da vicino l’Italia. L’apice della crisi bancaria, unita alla crisi finanziaria, economica e sociopolitica, furono fattori di spinta fondamentali. Favorita anche dallo sfruttamento delle reti migratorie precedenti, questa fase ebbe caratteristiche proprie. L’emigrazione passò dal livello regionale a quello nazionale, e dalle zone rurali a quelle urbane.
Coinvolse giovani appartenenti a diverse classi sociali. E, in particolare, interessò per la prima volta la popolazione femminile. Soggetta a vulnerabilità estrema nella società ecuadoriana. A cambiare, in questa terza tappa, furono anche le mete prese in considerazione. La maggior parte dei migranti scelse l’Europa, privilegiando Spagna e Italia. Fino al 1997, il 63% degli emigranti si era indirizzato verso gli Stati Uniti. Mentre, come dimostra il censimento del 2001, negli anni successivi il 60% si diresse in Spagna. Attratto dalle vicinanze linguistiche e culturali. Il 30% negli Stati Uniti e il 10% in Italia.
Immigrazione / Perché oggi gli ecuadoriani emigrano
La tendenza all’incremento migratorio ecuadoriano, ha subìto un calo solo nel 2010. Il miglioramento delle condizioni commerciali ed economiche ha infatti richiamato molte persone in patria. Solo a seguito del crollo del petrolio del 2014, le emigrazioni hanno ripreso la loro salita. In seguito, è stata la crisi da Covid-19 ad indebolire ulteriormente un’economia già molto fragile a causa del basso prezzo del greggio e delle materie prime. A partire dal 2020, il tasso di occupazione e di povertà è aumentato esponenzialmente. La crisi sanitaria ha impoverito ampie fasce di popolazione e lasciato quasi mezzo milione di persone senza lavoro.
10.000 giovani tra i 18 e il 29 anni sono stati coinvolti. Di conseguenza, la pandemia ha fortemente colpito il versante economico del Paese sudamericano. Il FMI (Fondo monetario internazionale) ha registrato una minor crescita del PIL nel 2021, 2.5% per 2021. Congiuntamente, le politiche di apertura agli scambi e agli investimenti adottate dal presidente Guillermo Lasso, hanno ridotto il rischio del Paese di 345 punti. Nonostante questo, il livello è ancora elevato (824) rispetto agli altri Stati della regione. Il presidente Lasso ha ribadito la sua intenzione di rafforzare il ruolo del settore privato nell’economia e di difendere la dollarizzazione. In questo senso, l’Ecuador potrebbe dunque aprirsi ad un futuro più prospero.
Immigrazione / Migranti dall’ Ecuador in Italia: la comunità oggi
Gli ecuadoriani regolarmente soggiornanti in Italia sono 66.477 al 1° gennaio 2021. Questo dato conferma la comunità in sedicesima posizione per numerosità, tra le comunità extra europee in Italia. Rispetto alla loro distribuzione geografica, l’81,3% degli ecuadoriani si trova nel Nord del Paese. La Lombardia accoglie quasi la metà della comunità. Seconda regione per numero di cittadini dall’Ecuador, è invece la Liguria. Con una forte concentrazione nella città di Genova. Il Lazio ne ospita l’11,4%.
La comunità ecuadoriana presenta un parziale equilibrio di genere. Le donne rappresentano il 57,1% della collettività complessiva, a fronte del 42,9% di uomini. Fra le comunità extra europee presenti in Italia è la sesta per il più basso grado di squilibrio di genere (14,2%) e la quinta per incidenza femminile. La popolazione ecuadoriana si caratterizza anche per un’alta incidenza di giovani. Circa il 40% ha meno di 30 anni. I minori, invece, rappresentano la classe d’età prevalente (21,4%).
Immigrazione / L’integrazione della comunità ecuadoriana
Anche la comunità ecuadoriana affronta le sfide dell’integrazione. L’inserimento nel mondo del lavoro locale e nella scuola, l’accesso a un alloggio stabile, la possibilità di partecipare alla vita sociale e politica del paese di accoglienza. E’ attraverso questi indicatori che può determinarsi il successo di percorsi di inclusione. Come riportato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nel 2019 sono stati 320 i matrimoni misti tra cittadini ecuadoriani e italiani. Pari al 3,3% del totale delle unioni tra cittadini italiani ed extra UE.
Inoltre, la comunità ecuadoriana risulta decima per concessioni di cittadinanza. Gli studenti iscritti all’anno scolastico 2020/2021 sono stati 14.295. Rappresentando il 2% circa della popolazione scolastica non europea in Italia. In ambito accademico, nel 2021 le iscrizioni sono ammontate a 1.713. Questo numero costituirebbe il 2,1% degli studenti universitari non comunitari. Relativamente alla formazione, è importante citare l’elevato tasso di interruzione degli studi che caratterizza la comunità (40% dei giovani tra i 18 e i 24 anni).
Nella dimensione sociale, le associazioni della diaspora ecuadoriana registrate e presenti sul territorio italiano sono 26. Tra le principali attività svolte da queste associazioni, al primo posto si colloca la promozione di attività rivolte all’integrazione e la valorizzazione della cultura d’origine. Seguite da attività di mediazione culturale e formazione.
Immigrazione / Migranti dall’ Ecuador in Italia: due culture a confronto
La cultura ecuadoriana è sicuramente geograficamente molto lontana da quella italiana. In effetti, sono molte le differenze che hanno avuto un forte impatto sulle vite degli immigrati dall’Ecuador. Stando a quanto detto dagli stessi ecuadoriani d’Italia in un’intervista su un noto portale, una prima grande caratteristica tutta italiana da loro notata (e non solo da loro) riguarda l’ampio uso dei gesti. “Gli italiani gesticolano molto, parlano ad alta voce, si rivolgono agli adulti dando del tu”.
Qualcun altro, parla invece del silenzio. Nello specifico, la differenza starebbe nel comportamento adottato da ecuadoriani e italiani sugli autobus e in casa. Ambienti molto silenziosi in Italia e alquanto chiassosi in Ecuador. Altro punto di divergenza è, senza dubbio, la colazione. Dolce qui, salata in America. Nonostante la nostalgia e la distanza culturale, molti ecuadoriani hanno concluso evidenziato che l’Italia è la loro seconda patria. Dicono di essere “sentiti accolti da un popolo che, salvo poche eccezioni, li ha trattati con gentilezza e rispetto“.
Mi lindo Ecuador
Mi lindo Ecuador. Questo è il nome dell’evento culturale riproposto quest’anno in terza edizione dalla comunità ecuadoriana in Italia. Si tratterebbe di un punto d’incontro gioioso tra i cittadini dell’Ecuador residenti nel nostro Paese. Ma non solo. La ricchezza di cui si fa portavoce deriva dalla sua concezione quale luogo di condivisione e scambio tra tradizione ecuadoriana e tradizione italiana. Che, da cultura ospitante, diventa quella ospitata.
Lo scopo è infatti quello di diffondere la cultura, la tradizione e la gastronomia ecuadoriana in Italia. Riunendo la comunità a Milano nel giorno della commemorazione del primo Grito de la Independencia dell’Ecuador. Il 2023, infatti, conta 214 anni dall’inizio del processo che portò all’indipendenza ecuadoriana. E, se il capoluogo lombardo ospita la comunità straniera in questo splendido incontro, i cittadini ecuadoriani ricambiano con un’interazione che offre ricchezza e colore al mosaico culturale del nostro Paese.
Un’occasione unica che riunisce insieme spettacoli, cantanti, gruppi folkloristici, associazioni culturali. Insieme all’allestimento di un’area street food, degustazioni, ristoranti ecuadoriani d’Italia, churrasco, gelaterie, giostre e giochi. E’ stato anche organizzato un torneo di calcio, con lo scopo di riunire insieme due culture diverse sotto uno sport universale. Amatissimo sia in Ecuador che in Italia. In questo modo, due tradizioni apparentemente lontane, si avvicinano e legano senza spostamenti. E gli ecuadoriani che si sentono parte dell’Italia, hanno così la possibilità di rivivere la loro prima casa in quella che, ormai, è diventata la seconda.
Roberta Lazzaro