Libri / “Scritto sulla pelle” di Giampiero Montanti: sapere cogliere nel tempo che passa la dimensione umana

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Giampiero Montanti

“Scritto sulla pelle” è il titolo del libro, scritto dall’amico Giampiero Montanti, che raccoglie 13 racconti o “storie umane”, come specifica, nel sottotitolo, l’Autore.
Un libro agevole, scritto in un lessico contemporaneo eccellente, che coinvolge nella lettura, inserendo il lettore nel mondo attuale e nella storia specifica di ciascuno. Infatti, i protagonisti delle varie storie sono gente comune che ha scritto sulla propria pelle le fatiche e le gioie, le tristezze e le angosce. E anche le delusioni e le conquiste di un quotidiano semplice e travagliato di cui è reso partecipe.

Significativa appare la dedica del libro, quale chiave ermeneutica per comprendere il libro, “ai mie genitori, Piero e Adele, che mi hanno insegnato a guardare il mondo”. Solo chi “guarda” (e non osserva solamente), impara a leggere, nel susseguirsi di emozioni ed eventi, non un semplice scorrere del Kronos ma un vero e proprio Kairos.  Un evento di grazia, anche laddove sembra – apparentemente – che non ci sia nulla da cogliere.copertina Scritto sulla pelle

Giampiero non è uno scrittore “per mestiere”, (è un bancario, classe 1965, residente a Trapani). Egli scrive, perché per lui “scrivere è il modo migliore che conosco per dipingere”.
Scrivere sulla pelle, come esplicita il titolo del libro, significa farlo imprimendo un marchio indelebile che inevitabilmente segna per sempre. Come è mirabilmente descritto nella prima storia titolata proprio “Scritto sulla pelle”, dove quest’ultima non risulta essere solamente la protezione del corpo, ma quanto e soprattutto, il luogo dove gli eventi incidono e marcano, come un timbro a fuoco, per tutta la vita.

Credo che il messaggio più vero e sincero che scaturisce dal libro sia quello di recuperare la dimensione “umana”. San Paolo VI, nella Lettera enciclica Populorum progressio (26.3.1967) scriveva che la Chiesa è «rerum humanarum peritissima»: esperta al massimo grado di ciò che è umano. Credo che ognuno di noi, a prescindere dal proprio credo, debba esserlo. Perché ciò che è umano non può non trovare eco nel cuore di ciascuno. Tutte le volte che la storia ha messo da parte la dimensione umana si è caduti, in maniera vertiginosa in aberrazioni che si sono rivoltate contro l’uomo stesso.  Offendendo la propria dignità e ledendo ogni diritto.

L’umanità di ciascuno, a dirla con san Giovanni Paolo II è “dono e mistero”. E ad essa bisogna sempre accostarsi con simpatia e attenzione, osservando attentamente cosa ci sia scritto sulla propria e l’altrui pelle.

Don Roberto Strano

 

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