A Catania, fino al 10 settembre, sono in corso i festeggiamenti di Maria SS di Ognina. Pubblichiamo in proposito un’intervista della nostra Luisa Trovato al parroco del Santuario Maria Ss. in Ognina, don Angelo Alfio Mangano, per ripercorrere storia e tradizioni del tempio e della festa.
Padre Mangano, come nasce la festa della Madonna di Ognina, si può avanzare l’ipotesi di una tradizione inventata?
La festa di Santa Maria di Ognina, per alcuni aspetti, non può assimilarsi del tutto ad una tradizione inventata, soprattutto qui a livello locale. Il motivo risiede invero nella ricorrenza legata all’8 settembre, giorno che rievoca la natività di Maria ss. In generale, si parla di festa religiosa antichissima, celebrata sia dalla comunità cattolica, che da quella ortodossa sin dal IV secolo d.C.
In realtà, si rammenta che a Gerusalemme si celebra tale evento con la festa di dedicazione nella Basilica di Sant’Anna, costruita appunto nel IV secolo d.C. Luogo in cui un tempo sorgeva la casa dei genitori di Maria (S. Anna, S. Gioacchino). In questo sito sacro, anche oggi, secondo tradizione, ogni anno l’8 settembre si accolgono pellegrini provenienti da tutto il mondo per festeggiare la nascita della Beata Vergine Maria. In seguito, papa Sergio I, nel VII secolo d.C. introdusse in Occidente questa ricorrenza festiva originata solo in Oriente.
Così, da lontano giungono i prodromi ereditari di una devozione inerente alla nascita di Maria. Qui, a livello locale, si festeggia Maria, con il titolo di Santa Maria di Ognina, in assonanza con la realtà marina del golfo di Ognina, località di Catania. Sito che si presenta come uno dei luoghi mariani più importanti, in quanto prospicente la costa. In più, il sito è corredato di un tempio dedicato alla Madonna, di cui si ha reminiscenza già nel primo ventennio del 1300. In particolare, sull’esistenza della chiesa di Ognina, si ritrovano notizie nel “Rationem Decimarum Italiae” del 1308, in cui la chiesa, per motivi di culto, è appellata con il medesimo nome nell’apposita pergamena dei Tributari Vaticani.
Il culto della Madonna di Ognina legato alla vita dei pescatori
Nondimeno, a tutt’oggi, non si è in grado di dare una data certa riguardo alla sua fondazione. Dallo stesso documento, si evince ancora che la Madonna veniva venerata dalle genti e dai pescatori, che si recavano nell’antico tempio dedicato alla SS. Maria. In tutto ciò, l’ambiente dei pescatori è preminente nell’interpretazione delle vicende legate al borgo marinaro e, in tal caso, anche mariano.
Riguardo, poi, alla modalità esegetica e pratica dei festeggiamenti, ovviamente nel tempo essa si è implementata. Forse a questo punto, si può parlare di tradizione inventata! Difatti, la festa dai semplici canoni parrocchiali si è arricchita di eventi collaterali. Come ad esempio la volata dei fuochi d’artificio e altre attività che ravvivano la festa. Non ultimo l’aspetto dell’Agape condiviso, costituito per la più parte dal pescato locale, offerto alla comunità confluita per partecipare alle attività liturgico-eucaristiche. Oggi la festa non può dirsi relegata al solo borgo marinaro, ma va oltre, con un coinvolgimento che si esprime al meglio a partire dagli anni ’70 del ‘900. Anche per quanto attiene all’impostazione della processione a mare!
Riguardo alla processione a mare della Madonna di Ognina, essa può dirsi un’attività recente?
Secondo la memoria storica ogninese, i pescatori del luogo, in tempi remoti, avevano la consuetudine di svolgere una breve – per così dire embrionale – processione a spalla della statua. Essa veniva portata su una “barella” fino alla riva del porticciolo a piedi, facendola giungere sin dentro le acque marine. Questa ritualità palesava il modo di far avvertire la presenza della Madonna e diffondere, nel contempo, la benedizione mariana alle genti del luogo e ai pescatori.
Successivamente, la statua della Madonna venne portata in corteo sulla barca, per esprimere ancor meglio ciò che si compiva già in passato, con una processione che si svolgeva comunque all’interno del golfo ogninese.
L’idea era di sentire la Madonna parte dell’equipaggio e/o della ciurma. Così, in onore di Maria ss. la festa si preparava già all’indomani della celebrazione appena conclusa. E, durante tutto l’anno, i pescatori si prodigavano a metter da parte i ricavi per organizzare la festa ventura.
I pescatori finanziavano la festa
In pratica, accadeva che si metteva di lato una parte terza o decima, con riferimento al numero dell’equipaggio. Difatti, se il numero dei componenti dell’imbarcazione era di 9 persone, la Madonna era considerata la decima a bordo. Così, anche l’introito pecuniario si suddivideva includendo anche la presenza della Madonna. Il ricavato complessivo, una volta sommato tra i pescatori, veniva in toto devoluto e investito per omaggiare Maria ss., con celebrazioni liturgiche e ludiche, nel giorno della sua natività.
In seguito, negli anni avvenire, si sono coinvolte le comunità viciniore. In particolare, si è effettuato un gemellaggio con la comunità di Acicastello, ed esattamente con la Parrocchia di San Mauro. Ed ancora, con la comunità dei cosiddetti “Trizzoti” di San Giovanni Battista ad Acitrezza. Così attualmente, la processione, oltre a transitare davanti ai lidi della scogliera, giunge sino al porto di Acitrezza e Acicastello.
A seguire, la processione si protrae in senso opposto sino al lido Scogliera D’Armisi della Stazione di Catania. Si parla, in tal caso, di una novità che fa riferimento all’ultimo ventennio. Dopo la processione a mare, si svolge quella a terra. In aggiunta, si evidenzia che nei giorni dedicati alla festività, soprattutto con riferimento al tempo corrente, si invitano a intervenire tutti i parroci di comunità e santuari mariani.
Una nota storica sulla chiesa della Madonna di Ognina
Secondo una nota storica, Santa Maria di Ognina diviene Santuario a partire dall’ultimo decennio del XX secolo, grazie a Luigi Bommarito, arcivescovo metropolita di Catania. Egli ha, invero, elevato la chiesa a santuario mariano diocesano, con decreto del 21 giugno 1990 (su richiesta del Sac. Antonino Fallico – parroco dal 1981 al 2014).
Questo passaggio è importate, al fine di offrire luoghi e riferimenti di fede che si aprono alla spiritualità mariana di comunione e missione verso il prossimo.
I segni di devozione diventano manifesti e soprattutto emozionanti quando, nel corso della processione a mare, ci si accosta in prossimità di lidi. Ad esempio, quando si giunge nelle vicinanze del porticciolo di San Giovanni Li Cuti – piccola comunità cittadina -, si assiste ad un reale coinvolgimento, animato da vera devozione. Anche la Parrocchia di S. Maria della Guardia è puntualmente presente, con suoi sacerdoti francescani e un proprio gruppo che, all’unisono, intonano momenti di canto e preghiera alla Madonna. Infine, al lido della Stazione di Catania viene coinvolta la comunità dei Padri vincenziani, che guidano la Parrocchia del Santissimo Sacramento Ritrovato nell’area della medesima stazione catanese.
Padre Mangano, nell’ambito della processione a mare, esiste un protocollo da seguire o una sequenza ben precisa di preghiere e canti da intonare, quando l’imbarcazione che porta la Madonna di Ognina si sofferma nell’area prospiciente la terra e/o i vari lidi?
In ogni momento di incontro, lungo la processione a mare, o in particolare la scogliera, non si può dire di avere un target di struttura rigida, o un protocollo, ma si accoglie con spontaneità qualsivoglia manifestazione di gioia che si intende esprimere con canti e preghiere di “Ave Maria”, o offerte floreali di candele accese, anche in mare, con il fine ricevere una benedizione del Signore attraverso Maria SS.
Per il resto, la parte liturgica si esegue durante il Pontificale e, in particolare, durante la celebrazione della messa che si svolge prima della processione. In quest’anno, la celebrazione eucaristica si svolge in orari pomeridiani nella piazza di Ognina. E viene officiata alla presenza dell’arcivescovo metropolita di Catania Luigi Renna e delle autorità civili e militari.
Luisa Trovato